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Indice articoli

 

AMALGAMA E SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA

 

 

Il primo di molti rapporti di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) causata da esposizione a mercurio apparve nel 1954 (Brown 1954). La vittima era un contadino di 39 anni che per sette anni aveva trattato la semenza con un fungicida al mercurio senza proteggersi dall'esposizione durante l'uso. Secondo Brown, che riportò altri 6 casi di intossicazione da mercurio a carico dei tessuti del sistema nervoso, l'esposizione prolungata a basse dosi di vapori di mercurio produce segni clinici dopo un periodo di latenza che può variare da 1 a 30 anni.

 

Kantarjian (1961) descrisse un gruppo di pazienti iracheni che soffrirono di mercurialismo cronico con complicazioni neurologiche. Essi avevano usato semi di granoturco trattati con fungicida al mercurio per preparare del pane, invece che come semenza. Il periodo di latenza fino alla comparsa dei primi disturbi a carico dei neuroni motori (progressiva debolezza motoria degli arti e perdita di muscolatura degli arti e del busto, con ampia contrazione fascicolare delle aree atrofiche) fu, anche nel loro caso, di parecchi mesi.

 

Altri due gruppi di ricercatori (Bakir 1973, Rustam & Hamdi 1974) descrissero sintomi di SLA in iracheni che avevano ingerito pane fatto con grano trattato con mercurio. L'incidente avvenne 11 anni dopo (febbraio-agosto 1972), sempre in Iraq, e furono contate nei soli ospedali 6.530 vittime del fungicida al mercurio (tra cui ci furono 459 decessi).

Adams e Ziegler nel 1983 pubblicarono un articolo scientifico nel quale descrivevano un uomo di 54 anni che sviluppò sintomi da SLA tre mesi e mezzo dopo aver passato due giorni a raccogliere mercurio liquido da vecchi termometri. Anche Barber (1978) descrive un caso di SLA causato da esposizione cronica a basse dosi di mercurio.

 

Il mercurio è una presenza costante negli studi su gruppi di pazienti con SLA. Sienko cercò di spiegare l'improvvisa comparsa di SLA in sei abitanti di Two Rivers, nello Wisconsin, in un periodo tra il 1975–1983. Un'indagine rivelò che si trattava di persone appartenenti a famiglie di pescatori che consumavano una gran quantità di pesce proveniente dal lago Michigan. Il lago fu in seguito dichiarato contaminato da mercurio.

 

Un gruppo di ricerca dell'Università del Kentucky trovò quantità di mercurio nei cervelli SLA maggiori rispetto ai livelli nel gruppo di controllo e ancora più marcata per i pazienti di SLA era l'aumento del rapporto mercurio-selenio.

 

Un'insolita concentrazione di casi di SLA è stata registrata tra una popolazione residente in prossimità delle miniere di mercurio della penisola di Kii, in Giappone (Mano, 1989).

 

Vanacore nel 1995 discusse un caso di SLA causato da esposizione a solventi e mercurio. Le conclusioni di questo studio scientifico furono che "c'è probabilmente un legame tra esposizione a mercurio/solventi e disturbi neuro-motori".

 

Uno studio di Takahashi (1998) su topi ha dimostrato che c'è "un accumulo selettivo del mercurio nei larghi neuroni motori". A seguito della somministrazione di vapori di mercurio, "prima gli arti diventavano flaccidi" e poi, al 18esimo giorno, "la perdita dei neuroni motori era quasi completa".

 

Il mercurio è oggi il materiale odontoiatrico più usato per le otturazioni dentali della popolazione dei paesi industrializzati. L'OMS ha stimato che il rilascio di vapori di mercurio dalle otturazioni di amalgama è di tale entità che queste otturazioni costituiscono la maggiore fonte di esposizione umana al mercurio.

 

Il mercurio ha affinità per i neuroni motori. Si è visto che si accumula nel tempo nei tessuti nervosi e, poiché ha la capacità di attraversare la barriera sanguigna nel cervello, passa nel midollo osseo.

 

Nonostante secondo la medicina ufficale per la SLA non si conosca la causa ed attualmente non ci siano farmaci che la guariscono, nella letteratura medica numerosi studi relazionano il mercurio alla SLA e alcuni casi di rimozione terapeutica di amalgama hanno portato alla scomparsa di tale patologia.

 

Nel 1994, Redhe e Pleva pubblicarono un articolo in cui descrissero la guarigione di una donna svedese di 29 anni. Le era stata diagnosticata SLA dal dipartimento neurologico dell'Ospedale Universitario di Umeå. Questo stesso ospedale la dichiarò guarita da SLA nell'agosto 1994, cinque mesi dopo che le sue amalgame dentali erano state rimosse. Nove anni dopo la donna continuava a non mostrare più sintomi di SLA.

 

Molti altri casi simili sono disponibili. Eccone un altro: Cynthia Hughes fu assistita dal dottor Hal Huggins nella rimozione delle amalgame. Cynthia ed il neurologo che le aveva diagnosticato SLA anni addietro, il Dr Hal Griffith, apparvero in una trasmissione televisiva intitolata "DENTI TOSSICI", trasmessa da una stazione televisiva di Las Vegas nel 1990. Essi raccontarono come Cynthia non era stata in grado di camminare o di parlare fino a che non le furono rimosse tutte le amalgame. Anche il suo dottore si disse sorpreso dal suo improvviso recupero.

 

Leggiamo in dettaglio il caso descritto da Redhe e Pleva nel 1994 (Intern Journal of Risk Safety in Medicine, 4, 1994; p.229-236):

 

 

Caso n.1: donna 29enne (1984), insegnante ad una scuola per infermieri

La paziente aveva sofferto per molto tempo di problemi neurologici. Secondo i rapporti clinici i sintomi iniziarono molti anni prima con voce rauca, dolorosi rigonfiamenti, una sensazione di membrane delle mucose secche e dolori ai legamenti. Riportò al medico curante anche disturbi psichici, affaticamento fisico e tremore. Iniziò a saltare giorni di lavoro per debolezza e le furono dati degli esercizi fisici per la debolezza del collo. Tale terapia non migliorò la sua condizione e le capacità motorie delle mani continuarono a deteriorare. L’andatura zoppicante le causava problemi per salire le scale e comparvero anche disturbi nel parlare. Contratture involontarie dei piccoli muscoli apparvero su viso, lingua, collo, braccia, spalle, braccia e gambe. Nel 1984 fu fatta la diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) presso il dipartimento di neurologia dell’ospedale dell’Università di Umeå, Svezia. Non fu proposto di continuare nessuna terapia a ulteriori controlli presso tale clinica, dato che la malattia è fatale e non sono note terapie per la SLA. Nella primavera del 1984 la paziente visitò il dentista sospettando, come ultima possibilità, una correlazione tra i suoi denti e alcuni dei suoi sintomi. La storia scritta del paziente, riportata alla prima visita, includeva una descrizione di numerosi sintomi generali distanti dalla cavità orale che erano apparsi in relazione temporale con precedenti trattamenti dentali. Dopo l’inserimento di un’otturazione dentale di amalgama (dente 26) la paziente ricorda: "Un po’ di giorni dopo ebbi un terribile mal di testa, incessante giorno e notte, che durò 3 settimane. Dopo ero molto stanca avevo dolori alle orecchie e mi sentivo estraniata da tutto. Ad un ballo il mio partner sentì il mio tremore. Prima di ciò avevo praticato ballo per 12 anni senza che nessuno notasse niente di simile. Dopo il ballo ci fermammo per un caffè come sempre, ma le mie mani tremavano tanto che era quasi impossibile afferrare la tazza di caffè. Da allora in poi passai un periodo bruttissimo. Non riuscivo a lavorare, sia a causa dei problemi fisici che mentali, ma le visite continue dal dottore non rilevavano nulla. Non mi piaceva più pranzare con i miei colleghi per i loro commenti sui miei tremori. Non mi sentivo sicura. I miei amici fecero notare i miei problemi di concentrazione e di memoria. Mi chiesero se dormivo bene di notte. Ero sovraccaricata da tutte le domande cui non riuscivo a rispondere. Avevo il panico che la mia assenza dal lavoro fosse considerata deliberata da parte mia, poiché nessun medico riusciva a riscontrare alcun problema su di me. Alla fine il mio medico si arrese con le indagini cliniche e mi disse che non riusciva a trovare nessun problema di nessun tipo. Doveva essere qualcosa di nervoso. Mi prescrisse farmaci calmanti".

 

Un anno dopo l’inserimento dell’otturazione di amalgama nella mascella sinistra superiore (dente 26) fu necessario rifare l’otturazione. La paziente ricorda: "Alcuni giorni dopo tale trattamento dentale notai difficoltà nel parlare (pronuncia difettosa o indistinta). La lingua era come un bernoccolo". Continuamente aveva una bocca secca, faringe e parte posteriore del naso doloranti. Quando esaminata dal dentista nel 1984, la paziente aveva 28 denti in buone condizioni, dei quali 13 non erano otturati. Il punteggio di superfici dentali riempite con amalgama (estensione valutata da 1 a 3 punti per ogni amalgama) era di 34. Le otturazioni apparivano ben fatte, la maggior parte di queste erano di ridotta profondità ed estensione. Non erano presenti materiali per occlusioni dentali diversi dall’amalgama e non c’erano trattamenti canalari. Il quadro sintomatico complessivo, comunque, combinato con le sopracitate connessioni temporali tra terapia dentale e sintomi, tendeva a supportare l’ipotesi di una qualche forma di ipersensibilità ai materiali per otturazioni dentali.

 

Con il consenso della paziente e alla luce della sua esperienza clinica, il dentista decise di rimuovere tutte le otturazioni dentali di amalgama e sostituirle con materiali alternativi. Il trattamento fu completato nel marzo 1984. La rimozione della prima otturazione (dente 26) che aveva dato problemi alla paziente, portò ad un immediato aggravamento dei sintomi: mal di testa, febbre da raffreddamento, asma e problemi respiratori comparvero nella notte successiva al trattamento. Il sonno fu disturbato, le mani iniziarono a tremare e comparvero dolori al tratto addominale come era avvenuto all’inizio della malattia. Dopo di ciò la rimozione delle otturazioni continuò ad essere caratterizzata da esacerbazione dei sintomi.

 

C’era mal di testa, con affaticamento sempre maggiore, nausea e vertigine, nonché difficoltà nel deglutire e spasmi del palato. La paziente si svegliava con spasmi dei muscoli del polpaccio, i piedi diventavano rossi e caldi. Durante il giorno iniziarono anche a comparire spasmi dei muscoli delle gambe. Altri sintomi includevano dolori nei muscoli degli occhi, visione offuscata e sensazione di gravi arritmie cardiache. L’ultima amalgama fu rimossa il 27 marzo 1984, dopo di che il suo stato generale di salute migliorò rapidamente. 6 settimane dopo la rimozione finale la paziente riportava che era ora in grado di salire le scale senza sentire alcun dolore alla schiena. Anche i dolori in bocca si erano affievoliti ed il mal di gola, presente durante tutta l‘evoluzione della malattia, guarì. 5 mesi dopo il completamento della rimozione delle amalgame dentali (29 agosto 1984) la paziente effettuò una settimana di indagini e analisi presso la stessa clinica universitaria che le aveva fatto la diagnosi di SLA. Si sentiva ormai straordinariamente bene e questo suo stato di salute fu confermato anche dal reperto clinico finale:

 

"Lo stato neurologico è stupefacente. Oggi la paziente non mostra alcuna malattia motoria dei neuroni del tipo SLA. Le abbiamo comunicato che dal punto di vista neurologico essa è perfettamente sana". 9 anni sono passati da allora (inizio 1993), e la paziente continua a godere di buona salute.

 

Il caso riportato qui evidenzia le straordinarie capacità dell’organismo di guarire non appena il fattore eziologico sia eliminato. L’esperienza clinica indica che la rimozione di amalgama dà buoni risultati in malattie neurologiche quali SLA e SM, almeno nei casi in cui non è stato prodotto ancora un danno neurologico irreversibile troppo esteso.

 

 

 

Monografia F