http://www.materialitossici.org/ Thu, 10 May 2012 21:10:27 GMT FeedCreator 1.8.0-dev (info@mypapit.net) Dalle protesi ai rubinetti, il cromo-cobalto ci circonda http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/104-rubinetti-tossici.html {flv}cromocobalto{/flv}

La Sanità contro la salute del consumatore. L'intervista del responsabile della salute Dott.ssa Marcella Marletta riguardo la tossicità delle leghe al cromo-cobalto per dispositivi protesici in ambito ortopedico fa suonare il campanello d'allarme anche in campo odontoprotesico. (www.odontotecnicanaturale.it)

Dopo la diffusione della notizia da parte di TG1 RAI e STRISCIA LA NOTIZIA per non creare allarme totale in tutti gli ambiti sanitari e produttivi, la dott.ssa Marletta mette sotto accusa solo le due aziende, quella americana e quella francese.

Il problema è molto più grande di quel che sembra, in quanto qualsiasi tipo di produzione sia a livello industriale che artigianale fonte di tossicità è responsabile di effetti collaterali, in quanto è il materiale stesso un materiale ad essere non idoneo alla produzione di qualsiasi strumento o dispositivo progettato per il contatto e l’invasività prolungata con un sistema fisiologico biologico regolato da un Ph acido.

Come in ambito ortopedico, così anche nel dentale e in tutti gli ambiti sanitari, dopo tantissime sofferenze, tantissime patologie, tantissimi morti e tanti esposti riguardo la tossicità del cromo-cobalto e del titanio, il responsabile della salute della sanità la D.tt.ssa Marcella Marletta al TG1 RAI e a Striscia la Notizia ha dichiarato che il cromo-cobalto è tossico per l'uomo.

http://www.soldionline.it/notizie/mercati-esteri/focus-sulzer-sulzer-medica

-in-calo-dopo-annuncio-su-costi-ritiro-protesi

 

http://www.newnotizie.it/2012/01/striscia-la-notizia-attenzione
-alle-protesi-danca-correte-dal-vostro-medico/

 

http://notizie.tiscali.it/regioni/abruzzo/feeds/11/04/27/t
_01_01_2011-04-27_127633120.html?abruzzo

Nel febbraio 2011, l'allarme cromo-cobalto era lanciato a proposito della rubinetteria made in China.

"La Guardia di Finanza di Padova ha portato a termine il sequestro di 38mila tra rubinetti, soffioni per doccia e potenzialmente tossici e cancerogeni, stoccati in due magazzini nel padovano - Italy, Padova, Feb. -2011

La merce made in China, tutta contraffatta e proveniente dallo stesso paese asiatico, è stata analizzata dal Dipartimento di medicina ambientale e sanità pubblica dell'università di Padova, rivelando valori di piombo, cromo e nichel ben superiori alle soglie tollerate dalla legge, gravemente tossici per l'uomo.

SECONDO LE PERIZIE I SOFFIONI REAGIVANO A CONTATTO CON L'ACQUA.

Anche l'ulteriore perizia, eseguita dagli esperti del dipartimento di processi chimici dell'ingegneria dello stesso ateneo, ha certificato che i campioni esaminati, realizzati con criteri non rispondenti alle norme tecniche riconosciute a livello nazionale ed internazionale, reagissero al contatto con l'acqua potabile con modalità altamente pericolose, nel lungo periodo, per la salute umana. Nei medesimi capannoni sono stati inoltre trovati e sequestrati altri 50mila prodotti e utensili privi o recanti il marchio ce falso nonchè 3700 metri di cavo elettrico sprovvisto di certificazione di sicurezza. L'imprenditore cinese, titolare di entrambi i depositi e peraltro evasore totale, è stato denunciato all'autorità giudiziaria in quanto responsabile dei reati di contraffazione e adulterazione di acque o sostanze alimentari e delitti contro la salute pubblica, con una pena che oscilla tra i 3 e i 10 anni di reclusione."

Fonte http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-ba7abdb1-12e9-4c4d-9b6d-6d22ad30c3eb.html

Ma siamo sicuri che ad essere tossici siano solo i prodotti cinesi?

E che dire di tutte le protesi che gli odontoiatri si fanno produrre in Asia a €. 20 a base di cromo-cobalto e ceramica e poi la rivendono al Paziente Consumatore!

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Mon, 16 Jan 2012 13:35:42 GMT http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/104-rubinetti-tossici.html
Biossido di titanio, possibile minaccia per la nostra salute? http://www.materialitossici.org/it/inquinamento-ambientale/45-qualita-dellaria/103-biossido-di-titanio-possibile-minaccia-per-la-nostra-salute.html Una ricerca del Road Research Centre del Belgio getta ombre sull'utilizzo di biossido di titanio (TiO2) quale catalizzatore per ripulire l'aria dalle particelle inquinanti.

Il biossido di titanio viene utilizzato steso come pellicola su molti materiali e prodotti usati in edilizia e nella costruzione di strade. Per esempio, le lastre di porfido dei marciapiedi e delle zone pedonali, sono spesso trattate con questa sostanza, che agisce da catalizzatore per le particelle inquinanti presenti nell'aria. In pratica, si comporta da filtro, attirando e catturando queste sostanze inquinanti.

La domanda che si sono posti i ricercatori belgi è se gli eventi atmosferici, in particolare le pioggie a cui sono ovviamente esposti marciapiedi, piazze e superfici pubbliche in genere, possano eventualmente comportare la perdita della forza catalizzatrice del TiO2, e quindi il rilascio degli inquinanti nell'ambiente circostante. In tal caso, potrebbero esserci impatto negativi per la salute dei cittadini?

L'istituto ha quindi preparato un test, che ha riguardato le corsie di parcheggio ad Anversa, in Belgio, la cui pavimentazione era stata, appunto, trattata con questa sostanza.

Il TiO2 utilizzato per ricoprire le superfici di cemento del parcheggio ha una dimensione di 15 nanometri. Al fine di aumentare l'effetto fotocatalitico viene fatto un impasto in cui il TiO2 si unisce a molecole di dimensioni maggiori. Questo processo di agglomerazione è molto importante per l'efficienza prodotti fotocatalitici. Il risultato è una molecola più grande, con una dimensione di 1,5 micron, che forma una spugna con molte cavità interne. Queste cavità occupano complessivamente una superficie notevole – 225 metri quadri per ogni grammo di TiO2 - in cui le sostanze inquinanti disperse nell'aria sono trasportate e decomposte.

Studi eseguiti negi Stati Uniti hanno segnalato che agglomerati di TiO2 di 700 nm di dimensioni possono finire nei polmoni, causando problemi di salute. Tuttavia, il procedimento di miscelazione usato in Belgio dà origine a molecole due volte più grandi, che secondo i responsabili del progetto non dovrebbero dare problemi di inalazione.

"Il TiO2 è uno dei prodotti utilizzati nei processi industriali ad acqua pulita. Il nostro focus è sul prodotto la decomposizione di sostanze inquinanti disperse nell'aria e il TiO2 con le particelle inquinanti che cattura, rimane in uno stato di legame con la matrice cementizi".

Ma gli agenti atmosferici potrebbero eventualmente rompere questo legame e liberare il TiO2, e soprattutto gli inquinanti catturati? Valutare la tossicità del TiO2 non è un compito facile. Il Dr. Anil Kumar Suresh e i suoi colleghi dell'Oak Ridge National Laboratory negli Stati Uniti, hanno studiato la tossicità delle diverse sostanze - come Ag, ZnO, CeO2 – con cui il TiO2 si lega.

"La tossicità di queste nanoparticelle dipende da tanti fattori. Per esempio, che tipo di sostanze chimiche sono state utilizzate nella produzione, cosa c'è sulla superficie delle nanoparticelle. Ogni particella è diversa. Ci sono molti modi per fare le nanoparticelle, ed ogni società di produzione ha una sua modalità di produzione". La maggior parte delle nanoparticelle di TiO2 che sono state studiate sono tossiche in una certa misura, ad eccezione di quelle prodotte con l'aiuto di batteri o funghi che rendono le particelle inerti. Al momento, le nanoparticelle sono prodotte da processi chimici.

È stato riportato che le radiazioni - anche quelle provenienti dal Sole - possono aumentare la tossicità delle nanoparticelle di TiO2 da 20 a 40 volte.

Le aziende spesso non forniscono informazioni circa la tossicità e la natura delle nanoparticelle che utilizzano nei loro prodotti. Non si conosce molto circa le modalità di trasporto di queste particelle e come si trasformano nell'ambiente. È quindi difficile prevedere cosa potrebbe succedere in caso di rilascio e, quindi, di un aumento della concentrazione nell'atmosfera.

"Chi lavora per queste industrie, che producono tonnellate e tonnellate di nanoparticelle di TiO2, dovrebbe pensarci due volte ", è il consiglio dei ricercatori. Oltre che per la produzione di blocchi di pavimentazione, i materiali contenenti TiO2 sono utilizzate anche per altre applicazioni come facciate, moquette del pavimento, pareti e soffitti, automobili, autobus e treni.

Fonte: 

http://www.greencity.it/news/3145/biossido-di-titanio-possibile-minaccia-per-la-nostra-salute-.html

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Fri, 29 Jul 2011 13:56:27 GMT http://www.materialitossici.org/it/inquinamento-ambientale/45-qualita-dellaria/103-biossido-di-titanio-possibile-minaccia-per-la-nostra-salute.html
Rischi per la salute dalle protesi dentali in titanio http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/102-rischi-per-la-salute-dalle-protesi-dentali-in-titanio.html Dr. Lina Garcia

dentale-impiantoUn impianto dentale è una possibile soluzione per sostituire i denti mancanti o gravemente malati. E' composto da una radice artificiale che assomiglia ad una vite ed sostiene nella sommità, una corona dentale. Il trattamento prevede il posizionamento chirurgico dell'impianto nell'osso, dove è permesso di fondere le ossa in un processo chiamato "osteointegrazione". Una volta guarito, l'impianto agisce come un'ancora per la sostituzione di un dente artificiale, o corona. La corona è fatta in modo da unirsi con gli altri denti ed è fissata in modo permanente all'impianto.

Un tipico impianto dentale è in titanio puro e / o una lega di titanio. In realtà, le leghe di titanio sono ampiamente utilizzate in medicina e odontoiatria, per impianti dentali, pacemaker, stent, staffe ortodontiche e protesi ortopediche (ad esempio, per l'anca, la spalla, il ginocchio o il gomito). Al titanio sono riconosciute qualità di robustezza, ma molti lo considerano anche un materiale biocompatibile: si forma uno strato di ossido se esposto all'aria, e questo presumibilmente si traduce in corrosione ridotta e in una milgiore osteointegrazione.

Allora perché si dovrebbe rifiutare l'impianto metallico standard in titanio? Il titanio non è biologicamente inerteImpianti in titanio rilasciano ioni metallici in bocca 24 ore al giorno, e questa esposizione cronica può provocare infiammazioni, allergie e malattie autoimmuni in soggetti predisposti. Si tratta di un materiale precursore di vari disturbi. Casi di intolleranza a impianti metallici sono stati segnalati nel corso degli anni, e la rimozione di questo materiale dentale ha portato ad una minore sensibilità ai metalli e un miglioramento a lungo termine sullo stato di salute nella maggior parte dei pazienti.

Il titanio ha il potenziale di indurre ipersensibilità e disfunzioni immunologiche. Uno studio ha esaminato 56 pazienti che hanno sviluppato gravi problemi di salute dopo aver ricevuto gli impianti dentali a base di titanio. Si sono riscontrati casi di problemi muscolari, articolari e dolore neuropatico, sindrome da affaticamento cronico, problemi neurologici, depressione e infiammazione della pelle. Rimozione degli impianti ha determinato un notevole miglioramento dei sintoi nei pazienti, così come una diminuzione in molti pazienti della sensibilità al titanio.

Ad esempio, un uomo di 54 anni con un impianto dentale in titanio e quattro viti in titanio nelle vertebre era così malato da essere costretto ad interrompere lattività lavorativa. Soffriva di sindrome da stanchezza cronica, deficit cognitivo, tremori simili a quelli causati dal Parkinson, e depressione grave. Sei mesi dopo la rimozione degli impianti e delle viti, fu in grado di tornare al lavoro. In un altro caso, una ragazza 14enne  ha sviluppato lesioni infiammatorie sul viso sei mesi dopo l'applicazione di staffe ortodontiche in titanio. La ragazza ha anche subito un crollo psicofisico, e la sua reattività al titanio è salita alle stelle. Entro nove mesi dalla sostitzione delle staffe con un materiale metal-free, le sue lesioni al viso era quasi completamente guarite, era sana e attiva, e la sua sensibilità al titanio era tornata ad un livello normale.

Gli impianti in titanio possono provocare il cancro. Un'altra complicazione legata all'uso del titanio è la potenziale capacità di indurre la proliferazione abnorme di cellule (neoplasia), che può portare allo sviluppo di tumori maligni e cancro. Raramente, si riscontrano complicazioni a seguito di interventi chirurgici ortopedici che prevedono l'impianto di hardware metallici. Inoltre, i ricercatori hanno recentemente scoperto il primo caso segnalato di un sarcoma associato ad un impianto dentale.

Come descritto nel numero di agosto del 2008 di JADA (The Journal of American Dental Association), un donna 38enne  ha sviluppato un cancro alle ossa undici mesi dopo aver applicato un impianto dentale in titanio. Per fortuna, la donna è stata trattata con successo con la chemioterapia, ma gli autori raccomandano ulteriori ricerche sui tumori causati potenzialmente da impianti dentali alla luce del crescente utilizzo che se ne fa e la capacità di durare per lunghi periodi di tempo.

La presenza di qualsiasi metallo in bocca pone le basi per una "tossicità galvanica", perché la bocca diventa paragonabile ad una batteria carica quando metalli vengono ad essere immersi nella stessa saliva. Ciò che serve per creare una batteria, d'altronde, è mettere due o più metalli diversi in un mezzo liquido che può condurre l'elettricità (cioè, un elettrolita). Impianti metallici, otturazioni, corone, parziali, e ortodonzia sono formati da metalli diversi, e la saliva in bocca fa da elettrolita. Una corrente elettrica chiamata corrente galvanica viene quindi generata dal trasporto di ioni metallici dalla protesi a base di metalli nella saliva. Questo fenomeno è chiamato "galvanismo orale", e significa, letteralmente, che la bocca si comporta come una batteria per auto di piccole dimensioni o un generatore elettrico in miniatura. Le correnti possono essere misurate con un amperometro!

Il galvanismo orale crea due preoccupazioni principali. In primo luogo, le correnti elettriche aumentano il tasso di corrosione (o dissoluzione) di restauri dentali a base metallica. Anche le leghe di metalli preziosi in continuo rilascio di ioni metallici in bocca a causa della corrosione, un processo che erode pezzi di metallo dalla superficie. Questi ioni reagiscono con gli altri componenti del corpo, portando a malattie di sensibilità, infiammazioni, e, infine, malattie autoimmuni. L'aumento della velocità della corrosione, di conseguenza, aumenta la probabilità di sviluppare reazioni immunologiche o tossiche per i metalli. In secondo luogo, alcuni individui sono molto sensibili a queste correnti elettriche interne. Metalli diversi in bocca possono causare dolore inspiegabile, scosse nervose, ulcerazioni, e infiammazioni, e molte persone possono anche sperimentare un gusto costante metallico o salato, o una sensazione di bruciore in bocca. Inoltre, vi è l'ipotesi che il galvanismo orale veicoli correnti elettriche nel tessuto cerebrale e possona interferire con la naturale corrente elettrica nel cervello.

Negli ultimi anni, gli impianti ad alta resistenza in ceramica sono diventati un'alternativa interessante per impianti in titanio, e qualche ricerca attuale si è concentrata su materiali come l'ossido di zirconio (il biossido di zirconio, un metallo vicino al titanio nella tavola periodica). Protesi metal-free in zirconia sono utilizzate in Europa e Sud America da anni, e solo recentemente si sono resi disponibili impianti in Zirconia negli Stati Uniti e sono considerati altamente biocompatibili per il corpo umano ed evidenziano un rilascio minimo di ioni rispetto agli impianti metallici. Studi hanno dimostrato che l'osteointegrazione di impianti in titanio e zirconio sono molto simili, e che le protesi in zirconia hanno un tasso di sopravvivenza comparabile, rendendoli un'ottima alternativa alle protesi in metallo. Inoltre, le ceramiche di zirconia sono stati utilizzate con successo nella chirurgia ortopedica per la produzione di teste a sfera per la sostituzione totale dell'anca.

Pertanto, considerato che gli impianti dentali in titanio possono indurre sensibilità ai metalli, infiammazioni, reazioni autoimmuni, e tumori maligni, mentre gli impianti in zirconia sono metal-free ma altrettanto resistenti, perché sottoporsi all'esposizione cronica di metalli? Il corpo trarrebbe sicuramente beneficio dalla scelta di materiali biocompatibili, impianti dentali in ceramica rispetto allo standard, impianto titanio.

La Dott. Lina Garcia, una dentista olistica da 25 anni, ha dedicato la sua pratica nell'utilizzo di materiali dentali che miglioreranno la salute e non faciliteranno malattie. Nella sua pratica, utilizza solo materiali di restauro metal-free, tra cui gli impianti in zirconia.

 

Riferimenti: 

 

 

 

 

 

 

 

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Depprich R, Zipprich H, Ommerborn M, Mahn E, Lammers L, Handschel J, Naujoks C, Wiesmann H, Kubler NR, Meyer U. Osseointegration of zirconia implants: an SEM observation of the bone-implant interface. Head & Face Medicine 2008, 4:25.

 

Huggins, H. It's all in your head: the link between mercury amalgams and illness. 1993, Avery Publishing Group Inc., Garden City Park, New York.

 

Lambrich M, Iglhaut. Vergleich der Überlebensrate von Zirkondioxid- und Titanimplantaten. ("Comparison of the survival rates for zirconia and titanium implants.") Zeitschrift für Zahnärztliche Implantologie (Journal of Dental Implantology) 2008; 24(3).

 

McGuff HS, Jeim-Hall J, Holsinger FC, Jones AA, O'Dell DS, Hafemeister AC. Maxillary osteosarcoma associated with a dental implant. JADA 2008; 139:1052-59.

 

Muller KE, Valentine-Thon E. Hypersensitivity to titanium: Clinical and laboratory evidence. Neuro Endocrinol Lett. 2006; 27(Suppl1): 31–35.

 

Muris J, Feilzer AJ. Micro analysis of metals in dental restorations as part of a diagnostic approach in metal allergies. Neuro Endocrinol Lett. 2006; 27(Suppl 1): 49–52.

 

Stejskal VD, Hudecek R, Stejskal J, Sterzl I. Diagnosis and treatment of metal-induced side-effects. Neuro Endocrinol Lett 2006; 27 (Suppl 1): 7–16.

 

Stejskal J, Stejskal VD. The role of metals in autoimmunity and the link to neuroendocrinology. Neuro Endocrinol Lett. 1999; 20(6): 351–364.

 

Ziff S, Ziff MF. Dentistry without mercury. 1995 ed. Bio-Probe, Inc., Orlando, Florida.

 

Fonte: http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2009/08/08/Be-VERY-Careful-When-Replacing-Missing-Teeth.aspx

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Sat, 23 Jul 2011 22:11:49 GMT http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/102-rischi-per-la-salute-dalle-protesi-dentali-in-titanio.html
Focus Inchiesta sulle Nanotecnologie http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/55-nanomateriali-nei-luoghi-di-lavoro/101-focus-inchiesta-sulle-nanotecnologie.html

Inchiesta del settimanale Focus su Nanotecnologie e Nanomateriali: utili ma anche rischiosi?

Quando si parla di Nanotecnologie non ci si riferisce ad un'unica scienza ma a numerose aree di studio scientifico in grado di trattare od ottenere materiali estremamente piccoli, dell'ordine di un miliardesimo di metro: i cosiddetti nanomateriali. 

Il pregio di questi maeriali risiede nella possibilità di ottenere dei risultati finora in altri modi non raggiungibili con i materiali disponibili.

Le aree coinvolte sono le più disparate:

tecnologie dei materiali, ambiente ed energie rinnovabili, elettronica, fisica, ingegneria meccanica, ma anche cosmesi, biologia, farmacologia e perfino il settore alimentare.

Se il risultato finale, ossia i vantaggi per la vita quotidiana, sono facili da capire, non è molto chiaro e non c'è sufficiente informazione circa i prodotti nei quali la nanotecnologia è già presente e quali siano i reali rischi per la salute e per l'ambiente.

La pericolosità dei nanomateriali è legata alle dimensioni piccolissime che incidono sulla controllabilità delle particellee e dei relativi effetti. Il rischio è che si attivino processi collaterali inaspettati, non prevedibili come accade per le vecchie tecnologie. L'indagine clinica è molto più difficoltosa. Oltre alle dimensioni, c'è anche il rilascio di energia cui queste microparticelle possono dare luogo che interferisce con le cellule, rischiando di causare varie patologie, compresi i tumori.

Il caso che qui ci interessa mettere in evidenza è quello delle protesi biocompatibili.

Si dice che le nanotecnologie consentano di ottenere protesi biocompatibili.

Il riferimento è all'utilizzo in odontoiatria di materiali per la realizzazione delle protesi reclamizzati come "ceramica", ma che hanno matrice tossica e radioattiva, per la maggior parte è costituito da: zirconio, ittrio, torio, tantalio etc. Le imprese produttrici ne sostengono l'innocuità, parlando di zirconia purissima. In realtà la zirconia e un materiale ottenuto tramite un processo chimico che tende alla purificazione, ma che in realtà associa tra loro ossido di zirconio e ossidi di altri metalli come ittrio, torio, tantalio. Lo zirconio non è disponibile in natura puro e non ha la possibilità di legarsi tra loro atomicamente, quindi si cerca di mettere in atto dei processi che addensano gli ossidi, e la lega che li unisce, all'interno di un neosilicato, un materiale paragonabile al vetro.

Sui dubbi circa la biocompatibilità della zirconia si possono trovare numerose informazioni sui siti Ttsvgel.it e Odontotecnicanaturale.it

Copertina Focus            12 - Luglio 2011 Inchiesta Nanotecnologie  Nanosospetti pag. 7 (1)  Nanosospetti pag. 94  Nanosospetti pag. 95 (1) 

Nanosospetti pag. 96  Nanosospetti pag. 98 Nanosospetti pag. 100 Nanosospetti pag. 102

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Wed, 20 Jul 2011 12:40:03 GMT http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/55-nanomateriali-nei-luoghi-di-lavoro/101-focus-inchiesta-sulle-nanotecnologie.html
Libro bianco sull'esposizione ai nanomateriali http://www.materialitossici.org/it/component/content/article/56-nanomateriali/100-libro-bianco-sullesposizione-ai-nanomateriali.html  



LIBRO BIANCO ESPOSIZIONE A NANOMATERIALI INGEGNERIZZATI  ED EFFETTI SULLA SALUTE  E SICUREZZA NEI LUOGHI  DI LAVORO

PREFAZIONE

L'Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) da alcuni anni sostiene l'importanza di valutare la situazione attuale sulla sicurezza e la salute legate allo sviluppo delle nanotecnologie in ambiente di lavoro.

Le nanotecnologie trovano applicazione in vari settori, tra cui sanità, biotecnologie, produzione di energia pulita, informazione e comunicazioni, chimica, industrie elettroniche e militari, agricoltura ed edilizia. Si prevede che entro il 2020 il 20% circa di tutti i prodotti fabbricati nel mondo impiegheranno una certa quota di nanotecnologie. Si tratta tuttavia di tecnologie emergenti ed i rischi associati alla produzione e all'utilizzo di nanomateriali sono per lo più sconosciuti. C'è un sostanziale squilibrio di conoscenze tra applicazione delle nanotecnologie e il loro impatto sulla salute. Le informazioni attualmente disponibili sugli effetti sulla salute e la valutazione del rischio da nanomateriali nei luoghi di lavoro sono limitate; non sono ancora note metodologie sistematiche per valutarne l'esposizione e, dato l'uso intensivo e altamente diversificato che l'industria fa dei nanomateriali, è difficile effettuare una stima del numero di lavoratori esposti.

Questa lacuna di conoscenze impone alla comunità scientifica del settore della Salute e Sicurezza del Lavoro la necessità di unire gli sforzi per fornire una opinione condivisa sulla sicurezza e la salute dei lavoratori che utilizzano, manipolano o producono nanomateriali. La collaborazione in ambito nazionale ed internazionale risulta cruciale per valutare e gestire correttamente questo rischio emergente. In quest'ottica l'ISPESL ha avviato una serie di iniziative di ricerca nel settore, tra cui la creazione del un Network Nazionale ad-hoc sulla materia (denominato "NanOSH Italia") con le finalità di promuovere la cooperazione e avviare attività integrate di ricerca nell'ambito dei rischi da esposizione lavorativa a nanomateriali, sviluppando un approccio multidisciplinare per la valutazione del rischio.

Primo risultato di questa collaborazione è il presente Libro Bianco con cui si intende contribuire ad avviare una seria ed autorevole discussione per la definizione delle policy necessarie ad assicurare uno sviluppo delle nanotecnologie in Italia, lungo la linea dell'equilibrio tra esigenze di competitività e sostenibilità, e riduzione del rischio per i lavoratori.

Il Coordinatore Scientifico

Dott. Sergio Iavicoli

 

Scarica qui i Libro Bianco

 

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Tue, 05 Jul 2011 13:50:41 GMT http://www.materialitossici.org/it/component/content/article/56-nanomateriali/100-libro-bianco-sullesposizione-ai-nanomateriali.html
Titanio possibile causa di Parkinson? http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/99-titanio-possibile-causa-di-parkinson.html  

Recensione a cura di A.M.I.C.A.

 

Lo studio del dott. Kurt E. Muller di Isny in Germania, pubblicato su Neuroendocrinology Letters nel 2006 (K.E.Muller, Hypersensitivity to titanium: clinical and laboratory evidence, Neuroendocrinology Letters, vol. 27, Suppl. 1 2006), ha dimostrato che, contrariamente a quanto si ritiene nella comunità medica, il titanio non è biologicamente inerte e potrebbe essere concausa di patologia immunologiche e neurologiche come la Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), sintomi dermatologici e altri.

Il dott. Muller ha studiato la capacità del titanio di provocare sensibilizzazione e disfunzioni immunologiche, usando il test di trasformazione dei linfociti LTT-Melisa, standardizzato e accreditato in Germania sin dal 2001.

Sono stati selezionati 56 pazienti che hanno sviluppato patologie e sintomi importanti dopo aver avuto protesi dentarie e/o impianti protesici in titanio e sono stati sottoposti a test LTT per vari metalli e a patch test per il titanio.
Ne è emerso che il 37,5% era positivo all'LTT del titanio, il 28,6% ha dato un risultato ambiguo e il 33,9% è risultato negativo. Alcuni, inoltre, erano allergici anche ad altri metalli, soprattutto al nichel (21,4%).

E' interessante osservare che, a fronte di questi risultati, i patch test al titanio erano tutti negativi, a dimostrazione che la manifestazione dermatologica è solo una delle possibili reazioni. Il test LTT mostra, invece, sia la sensibilizzazione che dà reazioni dermatologiche che non-dermatologiche, senza esporre il paziente a sensibilizzazione per esposizione diretta.

Il test LTT-MENSA è stato ripetuto dopo la rimozione delle protesi in titanio, rivelando una negativizzazione a cui ha fatto fronte un netto miglioramento dei sintomi.

Un quarantacinquenne con CFS, impedimento cognitivo, tremore simile a Parkinson e grave depressione, che gli impedivano di lavorare, era fortemente allergico al titanio e sei mesi dopo la rimozione dei perni odontoiatrici, è migliorato al punto di poter tornare al lavoro.

Fonte: www.melisa.org

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Mon, 27 Jun 2011 10:19:58 GMT http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/99-titanio-possibile-causa-di-parkinson.html
Sequestrati 700 milioni di articoli cinesi http://www.materialitossici.org/it/component/content/article/98-sequestrati-700-milioni-di-articoli-cinesi.html L'operazione della guardia di Finanza tra Padova e Milano. Confiscato un universo luccicante di bijoux di tutti i tipi: accessori, collane, anelli, pendagli spacciati per argento 925.
Sequestrati 700 milioni di articoli cinesi
PADOVA - La guardia di Finanza di Padova ha messo a segno nei giorni scorsi un maxi sequestro tra il capoluogo veneto e Milano, che ha portato in totale all'eliminazione dal mercato di 700 milioni di articoli di bigiotteria contraffatti e potenzialmente pericolosi per la salute, mettendo i sigilli anche a un enorme emporio di import export nel comune di Milano in zona cimitero monumentale.
L'OPERAZIONE DELLA FINANZA. Gli uomini della finanza agli ordini del colonnello Ivano Maccani sono arrivati al grande centro di stoccaggio milanese seguendo le tracce contabili di un precedente sequestro operato a Padova. I militari del nucleo di polizia tributaria sono risaliti nella filiera commerciale fino all'operatore economico con sede nel capoluogo lombardo, destinatario dei carichi in arrivo dal paese delle lanterne rosse.
I GIOIELLI SEQUESTRATI. All'atto dell'accesso nei locali della ditta, la pattuglia si è trovata di fronte ad un vero e proprio universo luccicante di bijoux di tutti i tipi: accessori, collane, anelli, pendagli. Quintali su quintali di merce priva dei requisiti necessari per la vendita: etichettatura e indicazioni su provenienza e canali d'importazione - oltre che distribuzione - sul territorio nazionale. E' così scattato il sequestro di pallets ed interi scaffali e conseguente segnalazione alle autorità competenti. Di altra natura, e ancor più gravi, le violazioni relative a 9.000 articoli di gioielleria, rinvenuti in un emporio di corso stati uniti a Padova: presso un bazar - anch'esso gestito da un'imprenditrice asiatica - i finanzieri hanno scovato anelli e orecchini che venivano spacciati per argento 925. Nulla di più falso: sottoposti ad analisi con spettrometria a fluorescenza a raggi x, i "gioielli" si sono rivelati essere realizzati in una lega rame/zinco con rivestimento galvanico in nichel. Oltre al deprecabile aspetto della frode in commercio, va ora verificata anche la possibile nocività della composizione metallica del materiale sequestrato, potenzialmente pericoloso per il consumatore finale. "Per l'ennesima volta - commenta il colonnello Maccani - la domanda da porre è se valga effettivamente la pena di barattare la propria salute per un risparmio di alcuni euro e, per l'ennesima volta, la risposta è contenuta nelle poche, scarne ma chiare righe degli esiti agli esami di laboratorio".

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-c5f009d8-57ca-454f-9957-09fc5d3738af.html

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Sun, 19 Jun 2011 16:43:02 GMT http://www.materialitossici.org/it/component/content/article/98-sequestrati-700-milioni-di-articoli-cinesi.html
Le centrali nucleari fanno ammalare di leucemia http://www.materialitossici.org/it/inquinamento-ambientale/45-qualita-dellaria/97-le-centrali-nucleari-fanno-ammalare-di-leucemia.html Nonostante manchino pochissimi giorni al Referendum sul Nucleare, mi rendo conto che l'informazione pubblica sulla realtà dei problemi legati al nucleare è stata ed è tuttora molto carente. In particolare un argomento è stato quasi del tutto trascurato durante questa già scarsa informazione. Mi riferisco all'impatto sulla salute umana delle centrali atomiche, non tanto durante gli incidenti (numerosi e di varia intensità) quanto in condizioni di normale funzionamento e manutenzione.

È ormai ampiamente riconosciuto che tutte le centrali atomiche emettono continuamente durante la loro vita un'ampio spettro di radionuclidi. Le dosi di radiazioni riscontrate nelle emissioni normali delle centrali vengono comunemente accettati perché dichiarati completamente innocui in quanto inferiori a 1000-100.000 volte alla dose ammessa dalle Agenzie di Radioprotezione Internazionali che è di 1 mSv/anno. Eppure, come riportato nel 14° Rapporto COMARE del 2011, i quantitativi di radiazioni emesse negli scarichi gassosi dalle centrali nucleari inglesi hanno raggiunto nel 1999 la concentrazione di circa 0,14 mSv annuali, che sarebbe solo 7 volte inferiore alla dose ammessa! Inoltre bisogna considerare che il valore di 1 mSv è una media annuale di valori che sono di varia intensità e con valori che possono essere anche molto alti in certi periodi. Nello stesso Rapporto vengono minuziosamente elencati tutti i quantitativi di differenti radionuclidi (C14, Co60, Cs137, Trizio) emessi dalle centrali Inglesi, tedesche, svizzere e francesi in tre anni (1999, 2000 e 2001). Questo a conferma della reale emissione di piccoli quantitativi continui di radionuclidi da parte degli impianti nucleari!

L'azione dei radionuclidi nel corpo umano va valutata considerando che questi, una volta emessi a piccole dosi dagli impianti nucleari, vengono dispersi in tutto l'ambiente circostante (aria, acqua, terra) dove permangono a lungo accumulandosi e da qui possono essere assunti, tramite gli alimenti e la respirazione, dagli organismi viventi, dove vengono concentrati progressivamente in organi critici del corpo. I radionuclidi accumulati nel corpo umano irraggiano i tessuti, emettendo radiazioni ionizzanti continue e per periodi di tempo anche molto lunghi (mesi/anni), determinati dalla loro emivita fisica e dalla loro ritenzione biologica all'interno del corpo. Le radiazioni rilasciate possono danneggiare le cellule causando aberrazioni cromosomiche, mutazioni geniche e alterazioni del ciclo cellulare: nelle cellule somatiche possono portare allo sviluppo del cancro, mentre nelle cellule staminali delle gonadi possono portare a malattie ereditarie e trasmissibili. Tali effetti variano a seconda delle dosi accumulate, dalla presenza di altri fattori di rischio (che possono avere un deleterio effetto addittivo) oltre che dalla variabilità genetica dell'individuo e dalla sua capacità naturale (età, sesso e stato di salute) di instaurare una risposta biologica alle radiazioni. Risposta che può aversi sia a livello del DNA, come meccanismi di riparazione del danno da rottura del DNA stesso causato dalle radiazioni, sia a livello cellulare e tissutale, come risposta infiammatoria e/o immunologica in grado di eliminare le cellule alterate dalle radiazioni. Pertanto, il differente accumulo dei radionuclidi e le variabili presenti negli individui comportano che non si possa definire il livello di rischio associato con l'esposizione a dosi molto basse di radiazioni.

È facile a questo punto comprendere la spiegazione dei risultati di tutti quegli studi presenti in letteratura che hanno dimostrato un aumento di tumori e in particolare di leucemie in bambini che vivono alle centrali nucleari.

Studi che evidenziano un incremento dei tumori nei bambini che vivono vicino alle centrali nucleari Sono numerosi gli studi fatti in varie parti del mondo (USA, Spagna, Inghilterra, Germania, Canada, Svezia, Francia, Giappone.) che hanno considerato la relazione tra insorgenza di vari tipi di tumore e vicinanza a centrali nucleari. Le prime evidenze di una correlazione tra leucemia e installazioni nucleari risalgono al 1983, quando si osservò che i bambini che abitavano vicino all'impianto di riprocessazione del combustibile nucleare di Sellafield (Inghilterra) sviluppavano leucemie. Dopo di allora ci furono molti altri studi epidemiologici che hanno dimostrato un aumento del rischio di contrarre la leucemia tra i giovani che vivevano vicino alle centrali nucleari. Così, nel 1986 è stato pubblicato uno studio in cui si dimostrava un incremento della leucemia nei bambini che vivevano vicino all'impianto nucleare di Dounreay in Scozia (1) Tra il 1987 e il 1989, altri studi inglesi riportarono un aumento significativo di leucemia in bambini sotto i 15 anni che vivevano entro le 10 miglia da impianti nucleari in Inghilterra e in Galles (2)(3) Nel 1992 in Germania si è evidenziato un incremento statisticamente significativo di leucemie infantili in bambini sotto i 5 anni che vivevano vicino ad alcune centali nucleari (4). Nel 1993 è stato effettuato uno studio sempre in Germania dove si evidenziava un aumento eccezionale di leucemia in bambini insieme ad un aumento significativo di leucemia negli adulti dopo l'apertura della centrale nucleare di Krimmel (5). Nel 1995 è staro riscontrato un eccesso di casi di leucemia tra i giovani che vivevano vicino all'impianto di riprocessazione di La Hague (6). In tal caso è stata ipotizzata la causa nell'ambiente marino (sabbia con cui giocavano i bambini, pesci e frutti di mare) contaminato da radionuclidi emessi dall'impianto nucleare.(7) Tutti questi risultati hanno stimolato una lunga serie di studi con risultati molto controversi, tendenti a non riconoscere il fatto che le emissioni ionizzanti durante il funzionamento di centrali nucleari potessero aumentare il rischio di leucemie nei bambini, adducendo motivi di scarso valore statistico. Le dosi emesse dalle centrali sono in effetti molto inferiori a quelle ammesse dalla normativa per la sicurezza nucleare e si è cercato in ogni modo di minimizzare gli effetti delle radiazioni sull'incremento riscontrato delle leucemie, imputando tale incremento ad altri agenti causali (inquinanti, virali etc.).

Per risolvere queste controversie il Governo Federale Tedesco nel 2003 finanziò uno studio caso-controllo commissionandolo all'Università di Mainz. Lo studio è noto come studio KiKK (Kinderkrebs in der Umgebung von KernKraftwerken = Childhood Cancer in the Vicinity of Nuclear Power Plants)- Lo studio ha analizzato tutti i casi di tumore (1592 casi verso 4.735 controlli) e di leucemie ( 593 casi verso 1776 controlli) in bambini sotto i 5 anni che vivevano vicino a tutte le 16 centrali tedesche ed è riferito a un arco di tempo di oltre 20 anni (dal 1980 al 2003). I risultati dimostrano che in questi bambini le Leucemie hanno un incremento statisticamente significativo di 2,19 volte a una distanza dalla centrale di 5 km e di 1,33 volte a una distanza di 10 km, con un effetto quindi inversamente proporzionale alla distanza (8), mentre gli altri tumori solidi hanno un incremento statisticamente significativo di 1,61 volte a una distanza dalla centrale di 5 km e di 1,18 volte a una distanza di 10 km (9). Gli autori tuttavia non spiegano i motivi per cui le radiazioni emesse da un reattore normalmente funzionante, inferiori a quelle naturali (terrestri, cosmiche) potrebbero indurre leucemie o altri tumori nei bambini molto piccoli. La spiegazione dei risultati viene invece fornita da un successivo studio inglese del 2009 che indica come causa dell'incremento di leucemie nei bambini l'effetto teratogenico dei radionuclidi emessi dai reattori e incorporati dalla madre durante la gestazione. I tessuti ematopietici del feto e dell'embrione sono molto più radiosensibili di quelli dei bambini. La contaminazione progressiva dell'embrione e del feto nel grembo materno diminuisce con la distanza dalla centrale (10). Lo studio KIKK con la sua autorevolezza, con la sua significatività statistica e con l'ampiezza dei casi trattati, conferma che esiste una correlazione tra la distanza dalle centrali nucleari e il rischio di sviluppare un cancro (in particolare leucemia) nei bambini con meno di 5 anni, avvalorando così tutti i risultati ottenuti nei venti anni precedenti. Ad ulteriore conferma ricordo un lavoro di meta-analisi dove si analizzano dati di 17 lavori di ricerca su 136 siti nucleari in UK, Canada, Francia, USA, Giappone, Spagna e Germania. I risultati statisticamente significativi mostrano anche qui un elevato rischio di leucemia e di casi mortali di leucemia in bambini che vivono vicino a centrali nucleari (11). Lo stesso dato è stato evidenziato anche vicino alla centrale nucleare di Amburgo (12)

* Prof. Ass. Immunologia ed Immunopatologia Fac. Medicina
Univ. La Sapienza Roma


BIBLIOGRAFIA

1) Heasman MA et al. Childhood leukaemia in Northern Scotland. Lancet 1986;i:266 and 355
2) Forman D, Cook-Mozaffari P, Darby S, Davey G, Stratton I, Doll R,Pike M. Cancer near nuclear installations. Nature 1987;329:499-505.
3) Cook-Mozaffari PJ, Darby SC, Doll R, Forman D, Hermon C, PikeMC, Vincent T. Geographical variation in mortality from leukaemia and other cancers in England and Wales in relation to proximity to nuclear installation, 1969-78. Br J Cancer 1989;59:476-85.
4) Michaelis J, Keller B, Haaf G, Kaatsch P. Incidence of childhood malignancies in the vicinity of west German nuclear power plants . Cancer Causes Control 1992;3:255-63.16.
5) Leukemia in the Proximity of a German Boiling-water Nuclear Reactor: Evidence of Population Exposure by Chromosome Studies and Environmental Radioactivity, Inge Schmitz-Feuerhake et al: Environ Health Perspect 105(Suppl 6):1499-1 504 (1997)
6) Carre A. Incidence of leukaemia in young people around the La Hague nuclear waste reprocessing plant: a sensitivity analysis. Stat Med 1995; 14:2459-72
7) Viel JF, Pobel D . Case-control study of leukaemia among young people near La Hague nuclear reprocessing plant: the environmental hypothesis revisited. BMJ 314 : 101 January 1997
8) Kaatsch P, Spix C, Schulze-Rath R, Schmiedel S, Blettner M: Leukemias in young children living in the vicinity of German nuclear power plants. Int J Cancer 2008, 122:721-726.)
9) Spix C, Schmiedel S, Kaatsch P, Schulze-Rath R, Blettner M. Casecontrolstudy on childhood cancer in the vicinity of nuclear powerplants in Germany 1980-2003. Eur J Cancer, 44 (2008) 275 -284
10) Ian Fairlie. Commentary: childhood cancer near nuclear power stations, Environmental Health 2009, 8:43)
11) Baker PJ, Hoel D: Meta-analysis of standardized incidence and mortality rates of childhood leukemias in proximity to nuclear facilities. Eur J Cancer Care 2007, 16:355-363)
12) Hofmann W, Terschueren C, Richardson DB. Childhood leukemia in the vicinity of the Geesthacht nuclear establishments near Hamburg, Germany. Environ Health Perspect 2007,115:947-52

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fonte: http://affaritaliani.libero.it/green/salute_centrali_nucleari_fanno_ammalare090611.html

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Sat, 11 Jun 2011 14:12:09 GMT http://www.materialitossici.org/it/inquinamento-ambientale/45-qualita-dellaria/97-le-centrali-nucleari-fanno-ammalare-di-leucemia.html
Borse cinesi al cromo esavalente, zirconio, etc. http://www.materialitossici.org/it/component/content/article/54-abbigliamento/96-borse-cinesi-al-cromo-esavalente-zirconio-etc.html Strafalcione sull’etichetta
smascherate 3500 borse tossiche
Indagati 17 cinesi, giro d’affari di 4 milioni. Sequestri a Firenze. Il marchio della pelle vegetale «Genuine» era diventato «Genune»


VENEZIA — A incastrarli è stato uno strafalcione in inglese. L'indagine della polizia municipale locale di Venezia che ha smascherato una massiccia attività di contraffazione di marchi di qualità per prodotti in pelle, per un giro d’affari di 4 milioni di euro, è partita da un banale refuso nell'etichetta. I prodotti che esponevano il marchio «Consorzio vera pelle italiana conciata al vegetale», sull'etichetta riportavano la parola «Genune». Una storpiatura di «Genuine» (genuino, inteso come naturale). Da lì sono iniziati i sospetti che hanno dato vita all’operazione «Frode vegetale», condotta in collaborazione con i colleghi di Bologna e Firenze e coordinata dal pm lagunare Federico Bressan, che ha portato alla denuncia di 17 persone di nazionalità cinese e al sequestro di 3500 borse contraffatte e 85 mila certificati di garanzia falsi. Le indagini erano cominciate nel giugno del 2010, in 13 negozi gestiti da cinesi in centro storico a Venezia tra San Marco, San Luca e Cannaregio.

Gli agenti del comandante Luciano Marini si sono insospettiti nel vedere quelle etichette e i prezzi—70 euro— decisamente troppo bassi. Il marchio di conceria vegetale, infatti, garantisce una lavorazione con la pelle dei bovini destinati all'industria alimentare. Un processo che, inevitabilmente, fa lievitare il costo del prodotto. Le borse sequestrate nei negozi veneziani, invece, presentavano valori sopra la norma di cromo, alluminio, titanio, zirconio, cromo esavalente. Morale della favola: per la lavorazione della pelle era stata usata la tecnica (più economica) della conceria minerale. Un trucchetto che permetteva ai negozianti di rivendere la merce a un prezzo dieci volte superiore rispetto al costo di 7 euro l'una. L'indagine è proseguita fino alla fonte, con la perquisizione di uno stabilimento a Campi Bisenzio, zona industriale di Firenze. Il capannone, gestito da due imprenditori cinesi, presentava condizioni igieniche e «abitative» (i 10 dipendenti vivevano all'interno dello stabilimento) completamente fuori norme. Avanzi di cibo, topi ovunque, letti a castello e culle per neonati. Tutto nello stesso locale in cui si trovavano i macchinari per la lavorazione della pelle. Gli agenti hanno trovato anche 85 mila certificati di garanzia contraffatti e 3500 borse già imballate e pronte per essere spedite in Italia, Francia, Austria e Repubblica Ceca. Le indagini ora proseguono su un altro versante: le analisi sulle borse sequestrate diranno se i prodotti falsificati sono tossici. Se, cioè, i metalli pesanti utilizzati per la lavorazione possano aver creato danni alla salute. In tal caso, la posizione degli indagati si aggraverebbe.

Davide Tamiello
07 maggio 2011

Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/cronaca/2011/7-maggio-2011/strafalcione-sull-etichetta-smascherate-3500-borse-tossiche-190588362644.shtml

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Tue, 24 May 2011 20:35:59 GMT http://www.materialitossici.org/it/component/content/article/54-abbigliamento/96-borse-cinesi-al-cromo-esavalente-zirconio-etc.html
Odontotecnici a Convegno - Soluzioni alla tossicità dei metalli in odontotecnica http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/94-odontotecnici-a-convegno-soluzioni-alla-tossicita-dei-metalli-in-odontotecnica.html

Convegno odontotecnici - Soluzioni alla tossicità dei metalli i odontotecnica

Presentazione del convegno "Soluzioni alla tossicità dei metalli in odontotecnica"

ConfartigianatoCuneo

Presentazione del convegno "Soluzioni alla tossicità dei metalli in odontotecnica" (rubrica Parliamo con... - Telegranda)

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vitopalumbo@vitopalumbo.it (Vito Palumbo) Wed, 11 May 2011 21:14:21 GMT http://www.materialitossici.org/it/sanita-e-medicina/31-odontoiatria-odontotecnica-biocompatibilita/94-odontotecnici-a-convegno-soluzioni-alla-tossicita-dei-metalli-in-odontotecnica.html