AIPO Associazione Italiana Periti Odontotecnici
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allergieodontotecnica

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Sesso, giovani e virus HIV inesistente.

Giovani............ fate sesso liberamente,

non ascoltate questi quattro furfanti dei media, radiofonici, giornalisti e comunità scientifica, in natura i virus non esistono, l'HIV non è stato mai isolato, del resto come tutti gli altri virus, sono solo ideologie del terrore e induzione a divenire gay.
Cercate in rete....... "il  virus che non esiste". 
https://dottoremaeveroche.it/l-aids-e-una-malattia-inventata/
https://www.univadis.it/viewarticle/aids-malattia-inventata-o-truffa-dottori-anti-bufala-fanno-chiarezza.
Rosario Muto

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Sanità e potere un mondo di falsi e pazzi, il non sapere è un danno inimmaginabile per l'ignaro cittadino del mondo.
Sono anni che parlo di metalli pesanti, di ossidi metallici di ogni genere e forma chimica, ma sembri che l'ignoranza comune è più forte di tutto e tutti.
Ormai internet è diventato troppo difficile cercare per sapere la verità, ci sono troppi cialtroni mercenari che millantano il contrario di tutto.
La scienza, quella vera la si nasconde, anzi questi inducono i poveri ignoranti a farsi avanti per farsi imbrogliare e rovinare la salute.
Rosario Muto, unico esperto in materia e unico titolare del protocollo per rendere bioinerti qualsiasi oggetto o dispositivo in lega nobile.
Ho avuto a che fare con ogni tipo di istituzione sanitaria a livello internazionale come anche la OMS, il risultato? sta fermo e fatti i cazzi tuoi.
Anche e specialmente la magistratura.
E certo....... se la gente non si ammala attraverso gli ossidi metallici di cui ovunque, le aziende farmaceutiche e i politici non possono arricchirsi.
Quando è che questo mondo si sveglierà?

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Sono anni che le leghe metalliche hanno evidenziato questo problema della loro responsabilità per le mille patologie biologiche dovuto al rilascio ionico di ossidi e delle mille interferenze bioelettriche e neurodisfunzionali.
Tutti fanno come i conigli che cadono ogni volta dalle nuvole, e in tanto nelle mille applicazioni biosanitari si continua a fare orecchie da campana.
Ripeto.......................
Il cromo-cobalto, acciaio, lega super tossica. Ricerca, Tesi dottorato Mariotti AMS
Università di Bologna

Tesi dottorato Mariotti AMS

http://amsdottorato.unibo.it › mariotti_andrea_tesi

di A Mariotti · 2012 — Recentemente è stato descritto un caso di tossicità da cobalto e cromo, dovuta al rilascio da una protesi d'anca con ioni metallici misurati nel sangue ...86 pagine

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DOTTORATO DI RICERCA
Morfofisiologia e Patologia Veterinaria con Applicazioni Biotecnologiche
Ciclo XXIV  
Settore Concorsuale di afferenza:  
07/H4 Settore Scientifico disciplinare:     VET 07  
Il coniglio come modello sperimentale per lo studio degli effetti neurologici indotti da Cobalto

     Andrea Mariotti

Coordinatore Dottorato    
Relatore   Chiar.mo Prof. E. Seren    
Chiar.ma Prof.ssa A. Zaghini

Esame finale anno 2012

Dottorato di ricerca in Morfofisiologia e Patologia Veterinaria con Applicazioni Biotecnologiche XXIV Ciclo Il dottor Andrea Mariotti, iscritto al XXIV ciclo del corso di Dottorato di Ricerca in Morfofisiologia Veterinaria e Applicazioni Biotecnologiche, ha svolto la sua attività presso il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale, attuale Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, presso il servizio di prova di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria, avendo come docente guida la prof.ssa Anna Zaghini. Nel corso dei tre anni il dott. Mariotti ha affrontato diverse tematiche di ricerca a carattere tossicologico, tra cui lo studio di micotossine, con particolare riguardo alla ocratossina. È stata indotta una ocratossicosi sperimentale nel suino e nella gallina ovaiola. In entrambe le specie è stata valutata la deplezione tessutale. Le due prove sperimentali hanno confermato la maggiore persistenza dell’ocratossina nel suino; inoltre hanno evidenziato differenze specie-specifiche per quanto riguarda la via di escrezione della micotossina, che nella gallina ovaiola, oltre che renale, pare essere in larga misura anche biliare. Relativamente alla aflatossina B1, nel corso del primo anno di dottorato, ha seguito, soprattutto per quanto riguarda la parte analitica (messa a punto e validazione del metodo analitico), una ricerca sul metabolismo della aflatossina a livello delle cellule della ghiandola mammaria. Il percorso a prevalente carattere tossicologico del Dott. Mariotti, si è completato con il periodo trascorso all’estero presso il Laboratoire de Toxicologie Vétérinaire presso VetAgro Sup - Campus Vétérinaire de Lyon (ENVL - École Nationale Vétérinaire de Lyon), presso il quale ha avuto modo di collaborare attivamente e con grande apprezzamento nelle attività di ricerca e di prova dello stesso Centro.   Pubblicazioni: M. CARUSO, A. MARIOTTI, C. ZIZZADORO, A. ZAGHINI, P. ORMAS, A. ALTAFINI, C. BELLOLI (2009). A clonal cell line (BME-UV1) as a possible model to study bovine mammary epithelial metabolism: metabolism and cytotoxicity of aflatoxin B1. Toxicon 53, 400–408; A. MARIOTTI, S. ROSSI, L. SARDI, L. RIZZI, A. ZAGHINI (2010). Experimental Ochratoxicosis in Swine. Poster session 2010 EFFoST ANNUAL MEETING Food and Health, 10-12 November 2010, Dublin, Ireland; A. MARIOTTI, R. GALUPPI, A. ALTAFINI, A. SERRAINO, A. ZAGHINI (2011). Preliminary survey on the effects of ionizing radiations on Aspergillus spp. and on aflatoxin B1 contaminating maize grains. Poster session 2011 INOPTEP Sustainable Postharvest and Food Technologies, 17 - 22 April 2011, Velika Plana, Serbia; A. MARIOTTI, R. GALUPPI, A. ALTAFINI, A. SERRAINO, A. ZAGHINI (2011). Preliminary survey on the effects of ionizing radiations on Aspergillus spp. and on aflatoxin B1 contaminating maize grains. Journal on Processing and Energy in Agriculture, 15(2), pp. 63-66; A. MARIOTTI 2o posto al Premio Mordenti Alltech ACE 2009 con l’articolo: “Ochratoxin A Bile Levels as Suitable Model of Biomarker in Laying Hens”.

INDICE 1. INTRODUZIONE
............ 1 2. IL COBALTO
............ 4 2.1. STORIA E PROPRIETÀ
............ 4 2.2. IL COBALTO NELL'AMBIENTE
 ……… 5 2.3. UTILIZZI INDUSTRIALI
............ 6 2.4. UTILIZZI IN MEDICINA
 ........... 7 2.4.1. Radioterapia
........... 7 2.4.2. Eritropoiesi
........... 7 2.4.3. Applicazioni biomediche .
........... 8 2.4.4. Evoluzione tecnologica delle protesi d’anca
........... 9 2.4.5. Leghe di cobalto
........... 10 2.5. FUNZIONE BIOLOGICA DEL COBALTO NELL’ORGANISMO
........... 12 2.6. ESPOSIZIONE PROFESSIONALE
........... 13 2.6.1. Biomarkers di esposizione
............15 3. TOSSICITÀ DEL COBALTO E SUOI EFFETTI SULLA SALUTE
........... 18 3.1. CARENZA DI COBALTO
........... 19 4. TOSSICOCINETICA
........... 20 4.1. ASSORBIMENTO
........... 20 4.1.1. Via inalatoria
........... 20 4.1.2. Via digerente
........... 20 4.1.3. Via percutanea
.......... 21 4.1.4. Altre vie di esposizione
.......... 21 4.2. LEGAME SIERO-PROTEICO
.......... 22 4.2.1. Albumina
.......... 22 4.2.2. Albumina modificata
.......... 22 4.3. DISTRIBUZIONE
.......... 24 4.3.1. Dopo inalazione
.......... 24 4.3.2. Dopo ingestione
.......... 24 4.3.3. Altre vie di esposizione
.......... 25 4.4. ELIMINAZIONE
.......... 25 4.4.1. Dopo inalazione
.......... 25 4.4.2. Dopo ingestione
.......... 26 5. SCAMBI PROTESI-ORGANISMO
.......... 27 6. PRESENTAZIONE DEL CASO
.......... 30 PARTE SPERIMENTALE
........... 34 SCOPO DEL LAVORO
........... 34 7. MATERIALI E METODI
........... 35 7.1. FASE “IN VIVO”
........... 35 7.1.1. Prima prova preliminare
........... 38 7.1.2. Seconda prova preliminare
........... 39 7.1.3. Terza prova sperimentale
........... 39 7.2. ANALISI DI COBALTO E CROMO
........... 40 7.3. METODICA ISTOLOGICA
........... 41 7.4. MICROSCOPIA ELETTRONICA
........... 42 8. RISULTATI
........... 43 8.1. OSSERVAZIONI CLINICHE
........... 43 8.2. DISTRIBUZIONE DEGLI IONI
........... 44 8.2.1. Prima prova preliminare
........... 44 8.2.2. Seconda prova preliminare
............ 45 8.2.3. Terza prova sperimentale
............ 46 8.3. VALUTAZIONE ISTOLOGICA
............ 49 8.3.1. Apparato visivo
............ 50 8.3.2. Nervi sciatici
............ 52 8.3.3. Apparato uditivo e vestibolare
............ 52 9. DISCUSSIONE
............ 54 10. CONCLUSIONI
............ 60 BIBLIOGRAFIA
............ 62

1. INTRODUZIONE Il cobalto è un elemento essenziale per la vita, è infatti necessario per la formazione di vitamina B12 (idrossicobalamina); tuttavia, una somministrazione eccessiva di questo elemento traccia produce gozzo e ridotta attività della tiroide. Infatti, nel 1966, la sindrome della “Cardiomiopatia del bevitore di birra” è apparsa in Canada in seguito all’aggiunta di solfato di cobalto come stabilizzatore della birra ed era caratterizzata da emopericardio, elevate concentrazioni di emoglobina ed arresto cardiaco (Smith e Carson, 1981). Fino a tempi recenti, la tossicità del cobalto è stata un grosso problema, riguardante lavoratori esposti a polvere di cobalto proveniente da trapanazioni e levigature. Fibrosi interstiziale polmonare è stata associata ad esposizione industriale a polvere di metalli pesanti (tungsteno e cobalto), ma non al solo cobalto. L’esposizione al solo cobalto produce una dermatite allergica da contatto ed un’asma di origine occupazionale. Infatti, tra i metalli, il cobalto è il secondo elemento più allergizzante nell’uomo, dopo il nichel e prima del cromo (Basketter et al., 1993; Gawkrodger, 1993). La polvere di cobalto può anche causare irritazione agli occhi ed il contatto prolungato è capace di indurre sensibilizzazione ed è la seconda più comune causa di dermatite dopo il nickel (Lison et al., 1995). Dal momento che il cobalto è classificato come possibile cancerogeno (classe 2B) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC, 2006), potrebbe esservi anche la possibilità di comparsa di neoplasie locali, ad esempio sarcomi, e sistemiche, come linfomi e leucemie (Case et al., 1994; Doherty et al., 2001; Megaterio et al., 2001). Il cobalto, inoltre, è un metallo utilizzato, in campo biomedico, sotto forma di lega cromo-cobalto o cromo-cobalto-molibdeno, nella costituzione di sistemi protesici. Il suo primo utilizzo per questo fine risale al 1938, quando si sperimentò l’impianto di protesi d’anca permanenti, in cui non era prevista la rimozione della cupola acetabolare. L’elevata biocompatibilità di questa lega permise l’ottenimento di risultati incoraggianti, fino alla sua affermazione negli anni cinquanta. Dunque, l’artoplastica totale metallo su metallo è stata usata per diverse decadi in chirurgia ortopedica (McKee e Watson-Farrar, 1966).

Tuttavia, anche se gli impianti all’anca sono considerati biologicamente inerti, da una revisione della letteratura sono emersi, oltre a possibili reazioni allergiche, problemi di tossicità locale e sistemica, dovuti a detriti metallici, liberati dai materiali protesici. Diversi studi hanno dimostrato che il rilascio di metalli avviene per usura, corrosione e fattori meccanici, come sfregamento, sollecitazione, urto di detriti e fatica. Concentrazioni di metallo significativamente elevate sono state, infatti, segnalate nei fluidi corporei di pazienti con impianti d’anca del tipo metallo su metallo realizzati con lega Cr-Co (Sunderman et al., 1989; Vendittoli et al., 2007; Gru¨bl et al., 2007; Schaffer et al., 1999). La maggior parte dei casi di ipersensibilità da lega Co-Cr-Mo riportati in letteratura avviene a livello di articolazione dell’anca (Merritt e Brown, 1996). Gli ioni metallo vengono rimossi dal sistema linfatico e possono depositarsi nei linfonodi, oppure essere immessi nel torrente ematico, come dimostrano gli elevati livelli sierici riscontrati in pazienti protesizzati, andando poi ad accumularsi in vari organi, soprattutto in fegato, milza e cuore. Studi di tossicologia in medicina ambientale e occupazionale, inoltre riportano reazioni biologiche avverse durante esposizioni a lungo termine. Infatti, in anni più recenti, alcuni rapporti hanno descritto effetti specifici in soggetti con elevati livelli di cromo e cobalto, rilasciati da protesi metalliche, in pazienti che hanno avuto impianti per un periodo di almeno tre mesi, fino ad un massimo di cinque anni (Megaterio et al., 2001; Steens et al., 2006; Oldenburg et al., 2009; Tower, 2010b; Ikeda et al., 2010; Mao et al., 2011). Solo recentemente ci si è focalizzati su una tossicità di particolare rilievo, caratterizzata da effetti neurologici, con degenerazioni debilitanti a carico di vista e udito, convulsioni, cefalea e parestesia periferica (Megaterio et al., 2001; Steens et al., 2006; Oldenburg et al., 2009; Rizzetti et al., 2009; Ikeda et al., 2010; Tower, 2010c); questa sintomatologia è stata osservata soprattutto in soggetti esposti a cobalto, non solo per rotture di protesi ma anche per motivi professionali. I sintomi neurologici in questi pazienti sono compatibili con precedenti rapporti isolati di “cobaltismo”, legati ad ingestione di cloruro di cobalto per il trattamento dell’anemia (Gardner, 1953; Schirrmacher, 1967; Licht et al., 1972) e l’esposizione industriale al cobalto (Jordan et al., 1990; Meecham e Humphrey, 1991), mentre nessuna analogia è stata trovata con casi d’intossicazione da cromo. Come risultato di queste scoperte è stato coniato il termine “cobaltismo artoprotesico” (Tower, 2010a). Infatti, la tossicità dei composti del cromo dipende dallo stato di ossidazione del metallo. Alcuni studi hanno dimostrato che il cromo trovato in pazienti con protesi era trivalente, forma generalmente meno tossica rispetto a quella esavalente (Merrit e Brown, 1995; Walter et al., 2008). Il cromo esavalente è largamente considerato più tossico rispetto alla forma trivalente. Ciò deriva in parte dal riconoscimento del cromo esavalente in qualità di carcinogeno umano per inalazione come via di esposizione (gruppo 1) (IARC, 1990), in parte, dalle proprietà caustiche di molti dei composti esavalenti, dal più elevato assorbimento di specie esavalenti in seguito ad esposizione per ingestione ed inalazione, e infine dall’abilità del cromo esavalente di attraversare le membrane cellulari (Langard e Costa, 2007). In letteratura sono disponibili relativamente pochi studi che dimostrano la tossicità del cromo trivalente. Recentemente è stato descritto un caso di tossicità da cobalto e cromo, dovuta al rilascio da una protesi d’anca con ioni metallici misurati nel sangue intero, plasma e liquido cefalorachidiano (Rizzetti et al., 2009; Pazzaglia et al., 2011). I principali sintomi riscontrati sono stati cecità, ipoacusia, neuropatia periferica, tremori alle mani, incoordinazione, declino cognitivo, depressione, vertigini e tutti i soggetti avevano livelli sierici di cobalto e cromo notevolmente elevati, mostrando, alla revisione chirurgica dell’impianto, evidenti segni di metallosi dei tessuti periprotesici. Infatti, la presenza di tessuto di interfaccia, contenente ioni metallo, è un reperto anatomo-patologico intra-operatorio costante in caso di scollamento asettico di protesi totale d’anca non cementata o di rottura di una delle componenti protesiche. Il tipo di ioni presenti in tale tessuto dipende dalla lega che costituisce il materiale protesico impiantato. Queste evidenze e la mancanza di studi sperimentali esaurienti hanno indotto ad indagare su questo argomento. Da ciò è nato questo studio il cui scopo è stato, infatti, valutare gli effetti del cobalto e del cromo, specialmente sul sistema ottico e vestibolare del coniglio, utilizzato come modello animale per riprodurre e chiarire i meccanismi patogenetici dell’intossicazione da questi metalli.

2. IL COBALTO 2.1. Storia e proprietà George Brandt (1694-1768) è considerato lo scopritore del cobalto: la data della scoperta varia a seconda della fonte, ma è datata tra il 1730 e il 1737. Egli fu in grado di dimostrare che il cobalto era la fonte del colore blu nel vetro, che invece era stato in precedenza attribuito al bismuto, presente insieme al cobalto. Il nome Cobalto deriva probabilmente dal greco kobalos, traducibile con folletto, o dal nome tedesco “Kobold”, un tempo attribuito a spiriti maligni nell’antichità e che venne utilizzato dai minatori per nominare tale minerale perché velenoso e in grado di contaminare altri minerali. E’ possibile poi che le parole kobold, goblin e cobalt abbiano tutte lo stesso etimo. Il Cobalto (Co) è un elemento chimico appartenente al gruppo IX, numero atomico 27, massa 59, è un metallo ferromagnetico, appartenente agli elementi di transizione; il suo simbolo è Co. Composto inorganico e quindi privo di carbonio organicato, di colore azzurro argenteo, con proprietà simili a nichel e ferro, può essere magnetizzato come quest’ultimo. A temperatura ambiente presenta scarsa duttilità, ma questa aumenta portandolo a temperature elevate. E’ caratterizzato da: densità 8,92 g/cm³, temperatura di fusione 1244°C, temperatura di ebollizione 2927°C. Il cobalto si ritrova naturalmente nelle rocce, acqua, piante e animali, tipicamente in piccole quantità ed è solitamente combinato con altri elementi, come ossigeno, zolfo ed arsenico. Il cobalto tuttavia è più comunemente legato a minerali di rame, ferro, piombo, nickel e argento in concentrazioni inferiori all’1% e dunque la maggiore emanazione di cobalto risulta come sottoprodotto della produzione di rame e nickel (Barceloux et al., 1994). L'elemento è chimicamente attivo e forma molti composti, che vengono sfruttati in diversi campi dell’industria, dalle ceramiche all’agricoltura (ATSDR, 2004); grande interesse suscitano le leghe di cobalto, sfruttate grazie a: elevato punto di fusione, forza e resistenza all’ossidazione. Il Chemical Abstract Service Registry (CAS) segnala approssimativamente 5000 leghe di cobalto con altri metalli, di cui il cobalto è il metallo base per circa 2000 di esse. I composti del cobalto sono tradizionalmente usati come agenti coloranti in vetro, 5

ceramica e colori, come catalizzatori e come essiccante dei colori, inoltre sono anche usati come additivi di elementi traccia in agricoltura ed in medicina (Lison et al., 1995). E’ stabile in aria ed inalterato in acqua, ma è lentamente attaccato da acidi diluiti. Gli stati di ossidazione che il cobalto può assumere sono +2, +3 e (raramente) +1. Le principali forme di interesse tossicologico sono la forma metallica (alcune leghe: Stellite, Vitallium®), gli ossidi (ossido e tetraossido) e i sali (cloruro, solfuro e solfato).
Continua…….

Tesi dottorato Mariotti

AMS Dottorato

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di A Mariotti · 2012 — Recentemente è stato descritto un caso di tossicità da cobalto e cromo, dovuta al rilascio da una protesi d'anca con ioni metallici misurati nel sangue ...86 pagine

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