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Posted - 30 May 2008 :  11:17:49  Show Profile  Reply with Quote
IL TIRRENO
Venerdì 30 Maggio 2008 Prato

Accusa i medici, poi si dà fuoco
Davanti al Quirinale gesto disperato di una donna toscana: è grave

E’ stata soccorsa da due agenti. Abita a Cecina, venne operata a Pisa.

ROMA. Una donna di 64 anni, Marianna Randazzo, siciliana e residente a Cecina, si è data fuoco ieri pomeriggio davanti all’ingresso del Quirinale dopo essersi cosparsa di alcol. E’ stata soccorsa da personale del palazzo della Presidenza della Repubblica e le sue condizioni sono gravissime avendo riportato ustioni sul 60% del corpo.
La donna, nel 2001, era stata sottoposta ad un intervento chirurgico alla divisione ginecologica dell’ospedale di Pisa.
Le sue condizioni peggiorarono e la donna accusò i medici di gravi negligenze. Un’odissea che ha provocato nella donna anche disturbi psichiatrici, coma spiegava un’interrogazione che nel 2004 fu presentata al ministro della Salute da quattro senatori.

Interno pag. 4
<< Rovinata dai medici>>. E si dà fuoco
E’ grave dopo essersi cosparsa di alcol davanti al Quirinale

ROMA. Si è data fuoco nella piazza del Quirinale. Poco lontano, su un muretto, ha lsciato la borsa che portava sempre con sé: all’interno il voluminoso dossier contro i medici dell’ospedale di Pisa che l’avevano operata nel 2002 e un biglietto con le sue volontà.
E’ in quelle carte la spiegazione del gesto disperato di Marianna Randazzo, 63 anni, catanese di nascita, da qualche anno residente a Cecina: un estremo atto d’accusa contro un caso di malasanità di cui riteneva di essere vittima e che da anni trascinava tra studi medici e legali e aule del tribunale. Senza soluzione. Ieri pomeriggio Marianna Randazzo si è fermata a pochi metri dall’ingresso del Quirinale, ha posato la borsa estraendone un flacone di alcol con il quale si è cosparsa i vestiti e si è data fuoco con un accendino.

E’ stata soccorsa da due agenti di polizia, uno dei quali si è ustionato a sua volta, da un vice questore di guardia alla piazza e dal servizio sanitario del Quirinale. Gravi le sue condizioni: ha ustioni sul 60% del corpo ed è stata ricoverata nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio.
Della vicenda di Marianna Randazzo si era occupata anche un’interrogazione parlamentare del 9 dicembre 2004, rivolta al ministro della Sanità dai senatori Malabarba (Prc), Boldi (Lega), Carrara (Fi), Mascioni (Ds) e Ripamonti (Verdi).
Si segnalava che la donna si era sottoposta a un delicato intervento chirurgico nel reparto di ginecologia dell’ospedale di Pisa. << Ricoverata il 5 marzo 2002 – si legge nella memoria – ha fornito all’equipe medica i dati anamnestici, evidenziando di essere allergica ai metalli e in particolare al nichel>>. Dal giorno dopo l’intervento, la signora Randazzo avrebbe cominciato ad avvertire una senzazione di atrofizzazione nella parte superiore della gamba sinistra, giustificata dal personale medico come un banale problema di postura. La donna riteneva invece disturbi riconducibili <<alla negligenza con cui l’intervento era stato eseguito a all’uso di clips metalliche di sutura>>, che avrebbero causato problemi allergici <<e che dovevano essere rimosse>>. Accuse contestate dall’azienda sanitaria Pisana. <<Il timore – si legge nell’interpellanza parlamentare, sia delle conseguenze del prolungato contatto con la sostanza cui era allergica, sia di quelle derivanti da un nuovo e più devastante intervento, ha prodotto nella donna un disagio psichico, con danni psicopatlogici non solo molto gravi, ma anche con scarse possibilità di miglioramento>>. Situazione aggravata dal disagio economico e dalla solitudine: separata dal marito, si era trasferita a Cecina dove viveva da sola con due cani in un appartamento in centro, seguita dai servizi Usl.
Ma non ha mai rinunciato a combattere la sua battaglia: si era rivolta a più riprese al ministro della Sanità, aveva preso contatti con le associazioni dei consumatori, coi giornali, con la commissione Pari Opportunità, con alcuni partiti.
Ieri l’ultimo, drammatico atto davanti alla residenza del Capo dello Strato.
Di Maria Meini


Dopo tante comunicazioni, dopo tante vittime siamo ancora nel grande limbo della corruzione, arroganza e prepotenza delle: istituzioni, università, ricerca, medici e aziende
La grande mela marcia, la vera mafia è questa.
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