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Igiene e cosmesi

Cosmetici e saponi al biossido di titanio, l'amianto del futuro?

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Le nanoparticelle di Biossido di titanio (TiO2 - Titanium dioxide), ampiamente usata nelle creme solari e cosmetici, provocano effetti infiammatori sui polmoni simili all'amianto. Lo ha stabilito una nuova ricerca condotta da un team di scienziati franco-svizzeri delle università di Losanna e di Orléans.

I ricercatori hanno indagato sulla capacità delle nanoparticelle di TiO2 di provocare infiammazione in test condotti su cellule umane e in esperimenti di laboratorio utilizzando topi, ed hanno scoperto che le nanoparticelle di TiO2, utilizzate nell’industria come sbiancante in molti prodotti di uso quotidiano, come vernici, cosmetici, creme solari, vitamine, coloranti alimentari e dentifricio, possono provocare effetti simili a quelle dell'amianto, attivando un gruppo diproteine denominate inflammasoma Nlrp3, un meccanismo che ha il complesso compito di attivare i processi di infiammazione, rilasciando molecole in grado di attaccare il DNA, le proteine e le membrane cellulari. 

Secondo il ricercatore Jürg Tschopp le nanoparticelle di biossido di titanio si accumulano, come accade per l'amianto, nei polmoni, dove possono dare luogo ad un processo infiammatorio che può durare 10-15 anni, per poi creare le condizioni per il cancro.

Tschopp, che è il ricercatore che ha guidato lo studio in questione, professore di biochimica all'Università di Losanna, vincitore nel 2008 il Premio Louis-Jeantet per la Medicina per il suo lavoro pionieristico nel campo della morte cellulare e l'infiammazione, sostiene di temere che le nanoparticelle di biossido di titanio possano diventare "l'amianto del futuro", vale a dire che ci troviamo allo stesso punto in cui ci trovavamo 40 anni fa con l'amianto: abbiamo informazioni non solide ma che costituiscono una qualche indicazione sul fatto che tali nanoparticelle possano causare il cancro.
Le ricerche del team di studiosi franco-svizzero non costituiscono per ora una indicazione a non usare creme solari e dentifrici, ma sicuramente una migliore regolamentazione sul loro utilizzo, soprattutto laddove non sono necessari, sarebbe auspicabile.

Last Updated (Monday, 24 January 2011 14:58)

 

Shampoo e detersivi/ Risparmio casa? Si, ma quanto vi costeranno poi medici e sale operatorie?

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Nei super mercati di tutto il mondo, per il così chiamato, e non a caso ‘consumatore’, c’è l’imbarazzo della scelta.

In effetti non ci potrebbe essere espressione migliore perchè realmente è  imbarazzante vedere quante scelte sbagliate la gente fa ogni giorno.
I corridoi più tristi e sconvolgenti sono quelli dei detersivi e per che no degli shampi e bagni schiuma.
Scaffali interi di bottiglie di plastica, logicamente no riciclate, che, come se nulla fosse e senza alcuna vergogna, mostrano liquidi di colori sgargianti ed ingredienti altamente tossici. La gente li afferra come se si stesse comprando acqua.
Come è possibile che una ricetta così semplice, naturale, non inquinante e non tossica come quella del detersivo e degli shampi si sia transformata in una  altamente tossica, inquinante e mortale?
Eppure le nostre nonne e sopratutto bisnonne  usavano unicamente acqua – aceto – limone e forse bicarbonato, sapone di marsiglia con qualche gocciolina di olii essenziali per lavare corpo e capelli! Come creme,per il viso rosa mosqueta e aloe, per il  corpo olio di mandorle o cocco.
Il limone è un potente sgrassante (data la sua alta acidità), è un disinfettante  ed oltre tutto fa bene sia alle unghie che alla pelle.
L’aceto ha più o meno le stesse propietà con qualche vitamina in meno.
Il bicarbonato è ugualmente sgrassante ma sopratutto un potente disinfettante.
Allora mettere in uno spruzzino questi ingredienti sani, sia per noi che per l’ambiente permette di pulire perfettamente sia piatti che superfici e pavimenti, a un costo forse di 3 euro al mese? Si. Si vuole anche un pò di schiuma? Comprate le noci saponine !
Come mai ci sono interi negozi, città, di flacconi e bottiglie di ‘chimici liquidi’ in vendita? Basta informarsi sugli ingredienti e vedreste che la maggior parte sono altamente tossici. Tutto ciò che di velenoso – chimico viene spruzzato o comunque messo su una superficie, sia di un piatto, sia di un vetro o una maglietta, lascierà sempre particelle che verranno da noi ingerite, respirate o assorbite dalla nostra pelle e quella dei nostri figli.
Dove vanno poi a finire tutti questi residui delle industrie chimiche che producono tutto questo? Ma nel mare e fiumi ovviamente! In quello splendido oceano dove poi noi tutti andiamo ad immergerci con piacere, e dal quale poi viene il pesce che noi mangiamo, ma anche nella terra, che è spesso adiacente a spazi agricoli.
Senza parlare di tutti i test di vivisezione che questi prodotti richiedono. Migliaia di animali, molti di questi cani e gatti, ogni giorno,mese ed anno vengono sottoposti a torture inaudite per far si che questi veleni vengano testati. Sono sicura che molti di voi vi ritenete amanti degli animali! Forse ci vorrebbe un momento di riflessione.
E’ uno scandalo di vera e propia ignoranza e prigrizia. Si vedono eserciti di gente che in automatico comprano, usano ed ingeriscono prodotti, senza la benchè minima idea di cosa questi siano ne contengano.
Guardare gli ingredienti sembra quasi un evento riservato a coloro i quali sono a dieta, e dopo aver letto ‘zero grassi’, si aggiunge al carrello già colmo e si prosegue spensierati alla spesa.
Vi siete mai chiesti cosa potrebbero essere tutti quegli altri ingredienti letteralmente impronunciabili?
Ho davanti a me 3 bottiglie di detersivi e shampoo prese apposta per fare questo esperimento.
Il primo ingrediente dove mi cade l’occhio è  il mineral oil, l’olio minerale. Questo, senza fare nomi specifici, si tova nell’olio per i bambini! Olio per la pelle degli infanti.
“Questo ingrediente è come se rivestisse la pelle con una pellicola di plastica, disgregando la barriera naturale della pelle ed impedendo la sua capacità di respirare ed assorbire l’umidità e i nutrienti. L’olio minerale impedisce che il processo di disintossicazione naturale della cute avvenga, permettendo alle tossine di accumularsi, così da provocare acne e altre malattie. Rallentando le funzioni della pelle e il normale sviluppo delle cellule, si ottiene un suo prematuro invecchiamento”.
L’ethylparaben. Lo troviamo in quasi tutti gli shampoo, creme, oli e deodoranti. Anche se i parabeni sono generalmente considerati sicuri quando vengono usati in percentuali basse (0,04% – 0,08%), molti studi hanno trovato un legame tra parabeni e il cancro al seno. Uno studio in Inghilterra ha riscontrato che alti livelli di parabeni sono stati rilevati nei tumori della mammella, hanno trovato elevate concentrazioni di parabeni, in diciotto su venti campioni di tumori al seno.
Proseguiamo con un altro ingrediente molto più comune, l’acido fosforico, usato spesso nei detersivi, ma anche in tutte le bibite gassate. Basta investigare un attimo ed una delle informazioni che fuori esce a riguardo è “Effetti tossici per l’ambiente”.
“Può causare variazioni del pH con danni alla vita acquatica. Non immettere nelle acque freatiche, nei corsi d’acqua o nelle fognature non diluito o in grandi quantità”.
Strano perchè se questo e’ l’ingrediente base di un prodotto per lavare la cucina, è propio nel lavandino, quindi nel corso d’acqua  che questo finirà!
Ricercatori dell’università di Harvard hanno messo in guardia i consumatori, dopo aver fatto uno studio pubblicato su Faseb. I test condotti mostrano che l’acido fosforico, presente anche nelle carni processate e nei dolci, fa avvizzire pelle e muscoli e può anche danneggiare cuore e reni. I risultati evidenziano, secondo il team di studio, che questo accellera il processo di invecchiamento.” Abbiamo detto bibite gassate? Quelle che spesso le mamme comprano ai loro bambini? Si propio quelle!
Interessante!
Andiamo avanti. I tensioattivi anionici o ionici, sono uno degli ingredienti principali in shampoo e spray per pulire la casa.
“I tensioattivi anionici possono entrare a contatto per inalazione delle polveri, per contatto o per ingestione. Provocano o rinforzano le allergie, attaccano la parte grassa e protettiva della pelle, tolgono lo strato di grasso e la corrodono, producendo dermatiti. Per ingestione provocano vomito, nausea, diarrea, dolori allo stomaco e all’addome.
E’ da tenere presente il rischio di inalazione della schiuma nei polmoni, con possibilità di soffocamento. In particolare i detersivi per lavastoviglie hanno una tossicità molto maggiore di quella dei detersivi a mano, anche per la forte alcalinità. Se ingerita anche una piccola quantità di prodotto possono aversi danni seri, gravi lesioni emorragiche, anche per contatto con la cute si possono avere lesioni gravi.”
Altro molto comune ‘ingrediente’  in bagno schiuma e shampi vari è  il laurel sulfat. Cancerogeno. Uno dei primi rischi associati a questo acido è che non può essere metabolizzato dal fegato.
Adesso vi chiederete cosa centra il fegato con il bagno schiuma! La risposta è molto semplice; la pelle è l’organo più grande del corpo umano. Immaginate la vostra pelle come una grande bocca, tutto ciò che voi mettete sul vostro viso, corpo, cuoio capelluto verrà automaticamente ed immediatamente assorbito e trasportato nei tessuti linfatici quindi sangue ed organi.
L’essere umano sembra essere in una fase di ipnosi totale, sembra anche stanco di solo pensare con il propio cervello. E’ veramente impressionante assistere a questo ormai innegabile fenomeno.
Si seguono mode, regole e suggerimenti senza neanche più seguire il propio istinto, ne una tradizione, e tantomeno la propia coscienza.
Comprare un flaccone di detersivo, sapone per i piatti o qualsiasi altro detergente per la casa inlcuso tutto ciò che riguarda l’igiene personale, se non è al 100% naturale e biologico o fatto da voi con ingredienti come ad esempio suggerito in questo articolo, significa avvelenare il propio corpo e l’ ambiente.
Risparmio casa? Prezzi bassi? Quanto state spendendo in medicine per allergie, depressioni inspiegabili, irritazioni della pelle, affaticamento mentale e fisico, medici, visite o anche operazioni chirurgiche?
La soluzione è motlo più semplice di quanto pensiate, basta solo pensare, informarsi ed agire.
Una cosa simpatica sarà che sul sapone fatto in casa da voi a base di limone, aceto e bicarbonato potrete metterci : ” Conservare alla portata dei bambini. In caso si ingerisca? Avrete appena bevuto vitamine ed agevolato la vostra digestione!”
Alcuni link utili:
http://www.pickthesoap.com/detersivi_no_grazie.php
http://www.ilconsapevole.it/articolo.php?id=8533

 

di Carlotta Torchia

Fonte: Il Democratico.com

 

 

 

 




Last Updated (Friday, 09 July 2010 11:16)

 

Deodoranti e cancro al seno

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Oltre ai parabeni altri due composti, presenti nella maggior parte dei deodoranti sono ritenuti responsabili di causare alcuni problemi per la salute (morbo di Alzheimer, cancro al seno, granulomi e patologie del SNC): l’alluminio e lo zirconio (Laden et al, 1988; Exley et al., 1998). Ciò sembra essere collegato al fatto che questi composti sono normalmente presenti in elevate concentrazioni nei prodotti per l’igiene del corpo, in effetti:

il cloridrato di alluminio è permesso a concentrazioni fino al 25% (Flick et al., 1989); 
il cloruro di alluminio fino al 15% (Flick et al., 1989); 
il cloridrato di alluminio-zirconio fino al 20% (Flick et al., 1989); 
In particolare è stato osservato che alcuni sali, quali il cloruro ed il cloridrato di alluminio o i sali di zirconio (zirconio idrati) sono in grado di ostruire i canali sudoripari ed inibire, quindi, il normale processo di traspirazione (Darbre et al., 2003). Inoltre, a causa delle loro piccole dimensioni questi composti vengono facilmente assorbiti e potrebbero, con il tempo, accumularsi nell’organismo, attaccare e danneggiare il DNA e la sua capacità di autoripararsi.

Uno studio condotto dall’Università di Reading (Regno Unito) afferma che alcune sostanze chimiche contenute nei deodoranti potrebbero favorire l’insorgenza di tumori al seno.

Tratto dall'articolo di Loredana Gambardella e Lidia Sautebin, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale, Facoltà di Farmacia, Università di Napoli Federico II:http://www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/corso/0406-04.asp

Lo studio è stato condotto dall’Università di Reading (Regno Unito) e pubblicato nel gennaio 2004 sul Journal of Applied Toxicology (Darbre P.D. et al.), e afferma che alcune sostanze chimiche contenute nei deodoranti, come ad esempio i “Parabeni”, potrebbero favorire l’insorgenza di tumori al seno.

I parabeni sono esteri dell’acido para-idrossi benzoico e vengono impiegati per la conservazione dei prodotti cosmetici (Elder et al., 1984).

Rappresentano, in particolare, le sostanze maggiormente presenti nei prodotti per l’igiene del corpo in quanto sono considerati tra i più efficaci agenti antimicrobici, attività che aumenta all’aumentare della lunghezza della loro catena esterea (Murrel et al., 1950).

Il loro ampio utilizzo, inoltre, è dovuto al fatto che sono considerati, ormai da anni, composti innocui, ben tollerati dalla pelle e soprattutto attivi a basse concentrazioni (INFERIORE al 1%) (Elder et al. 1984).

DETTAGLI SULLO STUDIO CONDOTTO

L’allarme sulla loro potenziale pericolosità è stato diffuso in quanto i risultati dello studio condotto dall’Università di Reading hanno evidenziato che dei 20 campioni prelevati da donne con tumore al seno ed esaminati, ben 18 presentavano elevate tracce di parabeni, in particolare metilparabeni.

Inoltre in quattro dei venti campioni la concentrazione totale di parabeni era di circa due volte superiore ai valori medi ritrovati nelle venti pazienti.

IL MECCANISMO DI AZIONE SUL CORPO

Il loro potere cancerogeno deriva, come affermato da questo studio, dalla capacità dei parabeni di comportarsi come gli estrogeni (Routledge et al., 1998, Byford et al., 2002; Darbre et al., 2002, 2003), ormoni che le donne producono naturalmente dalla pubertà alla menopausa e che, assunti in grande quantità, potrebbero facilitare la proliferazione delle cellule tumorali.

In particolare i parabeni oltre che legarsi ai recettori degli estrogeni sono anche in grado di regolare l’espressione dei geni (es. pS2) che mediano l’attività estrogenica (Byford et al., 2002).

Il possibile legame tra l’utilizzo dei deodoranti e l’insorgenza di cancro al seno sembrerebbe, inoltre, riconducibile al fatto che i parabeni ritrovati nei campioni esaminati si presentano in forma esterea e non sotto forma di metaboliti, indicando che la loro penetrazione nell’organismo non è avvenuta per assunzione orale (Darbre et al., 2003, 2004).

Inoltre poichè uno dei modi utilizzati dall’organismo per eliminare i prodotti tossici è la “traspirazione”, i deodoranti impedendo, in parte questo fenomeno ridurrebbero l’eliminazione delle tossine attraverso le ascelle.

Ciò provocherebbe, con il tempo, un loro accumulo a livello delle ghiandole linfatiche presenti sotto il braccio e quindi un primo passo verso la formazione di cellule cancerose (Darbre et al., 2003).

Tutto ciò è anche confermato da osservazioni cliniche, pubblicate nell’arco di 10 anni, che mostrano che la maggior parte dei tumori si sviluppa a livello del margine superiore esterno del seno, cioè in corrispondenza della zona in cui viene maggiormente applicato il deodorante (Haagensen et al., 1971).

Anche se la maggior parte degli studi hanno evidenziato che i parabeni non sono mutageni (Elder et al., 1984), alcuni hanno dimostrato, invece, che essi possono provocare alterazioni cromosomiche (Ishidate et al., 1978) ed in particolare è stato osservato che la somministrazione sottocutanea di metilparabeni è causa dell’insorgenza di adenocarcinomi mammari nei ratti (Mason et al., 1971).

E’ stato mostrato, inoltre, che i parabeni sono anche in grado di distruggere la funzionalità cellulare mediante l’inibizione della secrezione di enzimi lisosomiali (Bairati et al., 1994).

Altri studi hanno, inoltre, evidenziato che la maggior parte del deodorante applicato rimane intrappolato nei peli ascellari. Questo suggerisce, dunque, che i deodoranti non dovrebbero mai essere utilizzati subito dopo la depilazione in quanto i parabeni potrebbero facilmente penetrare nel corpo attraverso microscopiche lesioni originatesi dalla rasatura (Darbre et al., 2003).

NECESSARI APPROFONDIMENTI

Comunque, in realtà il legame diretto tra parabeni e cancro è ancora solo un’ipotesi che dovrebbe essere confermata da studi epidemiologici a lungo termine e soprattutto condotti su un maggior numero di campioni.

Occorre anche dimostrare la presenza di basse concentrazioni di parabeni nelle donne che non usano deodoranti o la presenza di questi composti anche nei tessuti di seno sano (Darbre et al., 2004).

Se, infatti, si trovassero analoghi livelli di parabeni anche nei tessuti sani di donne che usano regolarmente i deodoranti sarebbe possibile escludere un legame tra l’insorgenza del cancro e l’uso di questi prodotti.

Bisogna, però, anche sottolineare il fatto che ritrovare tracce di essi nei tessuti tumorali non avrebbe, comunque, alcun significato se i livelli raggiunti non risultassero essere sufficienti ad indurre conseguenze biologiche.

Sono stati, inoltre, sollevati dei dubbi sul processo di assorbimento “diretto” dei parabeni attraverso la pelle in quanto l’epidermide è in grado di metabolizzare, almeno in parte, le sostanze con cui viene a contatto, motivo per cui qualsiasi loro traccia, penetrata nella cute, dovrebbe essere degradata dalle cellule epidermiche in sostanze innocue (Darbre et al., 2003).

Alcuni studi condotti successivamente su animali hanno, però, dimostrato che i parabeni possono essere rapidamente assorbiti attraverso la pelle (Whitworth et al., 1973; Fischmeister et al., 1975; Komatsu et al., 1979) a causa della presenza nei deodoranti di sostanze che facilitano la penetrazione del prodotto nell’organismo (Kitagawa et al., 1997) e anche perché nella pelle e nei tessuti adiposi sottocutanei sono presenti sostanze, in particolare carbossilesterasi, che favoriscono l’idrolisi dei parabeni ad acido p-idrossibenzoico che viene più facilmente assorbito (Lobemeier et al., 1996; Bando et al., 1997). Essi, inoltre, vengono rapidamente assorbiti anche dal tratto gastrointestinale, idrolizzati ad acido p-idrossibenzoico, coniugati ed infine rapidamente escreti con l’urina (Jones et al., 1957; Heim et al., 1957; Tsukamoto et al., 1960, 1962, 1964; Derache et al., 1963; Philips et al. ,1978; Kiwadw et al., 1979).

ALTRE SOSTANZE POTENZIALMENTE DANNOSE

Oltre ai parabeni altri due composti, presenti nella maggior parte dei deodoranti sono ritenuti responsabili di causare alcuni problemi per la salute (morbo di Alzheimer, cancro al seno, granulomi e patologie del SNC): l’alluminio e lo zirconio (Laden et al, 1988; Exley et al., 1998). Ciò sembra essere collegato al fatto che questi composti sono normalmente presenti in elevate concentrazioni nei prodotti per l’igiene del corpo, in effetti:

il cloridrato di alluminio è permesso a concentrazioni fino al 25% (Flick et al., 1989); 
il cloruro di alluminio fino al 15% (Flick et al., 1989); 
il cloridrato di alluminio-zirconio fino al 20% (Flick et al., 1989); 
In particolare è stato osservato che alcuni sali, quali il cloruro ed il cloridrato di alluminio o i sali di zirconio (zirconio idrati) sono in grado di ostruire i canali sudoripari ed inibire, quindi, il normale processo di traspirazione (Darbre et al., 2003). Inoltre, a causa delle loro piccole dimensioni questi composti vengono facilmente assorbiti e potrebbero, con il tempo, accumularsi nell’organismo, attaccare e danneggiare il DNA e la sua capacità di autoripararsi.

In particolare essi sono in grado di indurre alterazioni dei geni BRCA-1 e BRCA-2 che sono responsabili della riparazione del DNA, cioè agiscono come geni “tumour-suppressor” (Hilakivi-Clarke et al., 2002).

L’azione cancerogena è supportata anche dalla capacità di questi composti di interferire con i processi che regolano la crescita cellulare; in particolare è stato osservato che l’alluminio è anche in grado di modulare la topologia del DNA inducendo cambiamenti nelle triplette CCG-12 (Latha et al., 2002).


Nel 2003 un altro studio ha ipotizzato possibili meccanismi responsabili dell’insorgenza di cancro al seno (Darbre et al., 2003). E’ possibile, infatti, che essi agiscano non solo bloccando i condotti del sudore ma anche rendendo impraticabili i condotti adiacenti al seno, dando così luogo alla formazione di cisti.

La carcinogenesi del seno può, inoltre, essere il risultato di una combinazione di costituenti chimici presenti negli antitraspiranti (fitoestrogeni, xenoestrogeni, estrogeni fisiologici o farmacologici) che prima danneggiano le cellule e poi ne promuovono la proliferazione. Tutto questo ha come conseguenza l’insorgenza di tumore benigno o maligno al seno.Occore, però, anche ricordare che nel 2002 è stato pubblicato uno studio epidemiologico (Mirick et al., 2002) che non ha riscontrato alcuna associazione tra l’utilizzo dei deodoranti e la comparsa di cancro al seno.

Occorre, però, anche ricordare che nel 2002 è stato pubblicato uno studio epidemiologico (Mirick et al., 2002) che non ha riscontrato alcuna associazione tra l’utilizzo dei deodoranti e la comparsa di cancro al seno.

Infine è importante sottolineare che nonostante le sostanze contenute nei deodoranti rispondano alle linee guida sulla sicurezza dei farmaci (Laden et al., 1988) esse non presentano sul contenitore indicazioni riguardo alla quantità da utilizzare o alla frequenza delle applicazioni, come invece accade per i prodotti farmaceutici.

Questo fa si che si pensi, erroneamente, che tali prodotti possano essere usati in quantità illimitate e ad elevata frequenza senza invece neppure lontanamente immaginare che un prodotto che all’apparenza sembra cosi’ innocuo potrebbe essere dannoso per la salute. Sarebbe, quindi, opportuna una valutazione retrospettiva sugli effetti a lungo termine dei deodoranti sulla popolazione.

Per approdonfondimenti e bibliografia: http://www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/corso/0406-04.asp.

Last Updated (Tuesday, 01 June 2010 11:13)

 
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