Inquinamento ambientale
Biossido di titanio, possibile minaccia per la nostra salute?There are no translations available. Una ricerca del Road Research Centre del Belgio getta ombre sull'utilizzo di biossido di titanio (TiO2) quale catalizzatore per ripulire l'aria dalle particelle inquinanti. Il biossido di titanio viene utilizzato steso come pellicola su molti materiali e prodotti usati in edilizia e nella costruzione di strade. Per esempio, le lastre di porfido dei marciapiedi e delle zone pedonali, sono spesso trattate con questa sostanza, che agisce da catalizzatore per le particelle inquinanti presenti nell'aria. In pratica, si comporta da filtro, attirando e catturando queste sostanze inquinanti. La domanda che si sono posti i ricercatori belgi è se gli eventi atmosferici, in particolare le pioggie a cui sono ovviamente esposti marciapiedi, piazze e superfici pubbliche in genere, possano eventualmente comportare la perdita della forza catalizzatrice del TiO2, e quindi il rilascio degli inquinanti nell'ambiente circostante. In tal caso, potrebbero esserci impatto negativi per la salute dei cittadini? L'istituto ha quindi preparato un test, che ha riguardato le corsie di parcheggio ad Anversa, in Belgio, la cui pavimentazione era stata, appunto, trattata con questa sostanza. Il TiO2 utilizzato per ricoprire le superfici di cemento del parcheggio ha una dimensione di 15 nanometri. Al fine di aumentare l'effetto fotocatalitico viene fatto un impasto in cui il TiO2 si unisce a molecole di dimensioni maggiori. Questo processo di agglomerazione è molto importante per l'efficienza prodotti fotocatalitici. Il risultato è una molecola più grande, con una dimensione di 1,5 micron, che forma una spugna con molte cavità interne. Queste cavità occupano complessivamente una superficie notevole – 225 metri quadri per ogni grammo di TiO2 - in cui le sostanze inquinanti disperse nell'aria sono trasportate e decomposte. Studi eseguiti negi Stati Uniti hanno segnalato che agglomerati di TiO2 di 700 nm di dimensioni possono finire nei polmoni, causando problemi di salute. Tuttavia, il procedimento di miscelazione usato in Belgio dà origine a molecole due volte più grandi, che secondo i responsabili del progetto non dovrebbero dare problemi di inalazione. "Il TiO2 è uno dei prodotti utilizzati nei processi industriali ad acqua pulita. Il nostro focus è sul prodotto la decomposizione di sostanze inquinanti disperse nell'aria e il TiO2 con le particelle inquinanti che cattura, rimane in uno stato di legame con la matrice cementizi". Ma gli agenti atmosferici potrebbero eventualmente rompere questo legame e liberare il TiO2, e soprattutto gli inquinanti catturati? Valutare la tossicità del TiO2 non è un compito facile. Il Dr. Anil Kumar Suresh e i suoi colleghi dell'Oak Ridge National Laboratory negli Stati Uniti, hanno studiato la tossicità delle diverse sostanze - come Ag, ZnO, CeO2 – con cui il TiO2 si lega. "La tossicità di queste nanoparticelle dipende da tanti fattori. Per esempio, che tipo di sostanze chimiche sono state utilizzate nella produzione, cosa c'è sulla superficie delle nanoparticelle. Ogni particella è diversa. Ci sono molti modi per fare le nanoparticelle, ed ogni società di produzione ha una sua modalità di produzione". La maggior parte delle nanoparticelle di TiO2 che sono state studiate sono tossiche in una certa misura, ad eccezione di quelle prodotte con l'aiuto di batteri o funghi che rendono le particelle inerti. Al momento, le nanoparticelle sono prodotte da processi chimici. È stato riportato che le radiazioni - anche quelle provenienti dal Sole - possono aumentare la tossicità delle nanoparticelle di TiO2 da 20 a 40 volte. Le aziende spesso non forniscono informazioni circa la tossicità e la natura delle nanoparticelle che utilizzano nei loro prodotti. Non si conosce molto circa le modalità di trasporto di queste particelle e come si trasformano nell'ambiente. È quindi difficile prevedere cosa potrebbe succedere in caso di rilascio e, quindi, di un aumento della concentrazione nell'atmosfera. "Chi lavora per queste industrie, che producono tonnellate e tonnellate di nanoparticelle di TiO2, dovrebbe pensarci due volte ", è il consiglio dei ricercatori. Oltre che per la produzione di blocchi di pavimentazione, i materiali contenenti TiO2 sono utilizzate anche per altre applicazioni come facciate, moquette del pavimento, pareti e soffitti, automobili, autobus e treni. Fonte: http://www.greencity.it/news/3145/biossido-di-titanio-possibile-minaccia-per-la-nostra-salute-.html |
Le centrali nucleari fanno ammalare di leucemiaThere are no translations available. Nonostante manchino pochissimi giorni al Referendum sul Nucleare, mi rendo conto che l'informazione pubblica sulla realtà dei problemi legati al nucleare è stata ed è tuttora molto carente. In particolare un argomento è stato quasi del tutto trascurato durante questa già scarsa informazione. Mi riferisco all'impatto sulla salute umana delle centrali atomiche, non tanto durante gli incidenti (numerosi e di varia intensità) quanto in condizioni di normale funzionamento e manutenzione. È ormai ampiamente riconosciuto che tutte le centrali atomiche emettono continuamente durante la loro vita un'ampio spettro di radionuclidi. Le dosi di radiazioni riscontrate nelle emissioni normali delle centrali vengono comunemente accettati perché dichiarati completamente innocui in quanto inferiori a 1000-100.000 volte alla dose ammessa dalle Agenzie di Radioprotezione Internazionali che è di 1 mSv/anno. Eppure, come riportato nel 14° Rapporto COMARE del 2011, i quantitativi di radiazioni emesse negli scarichi gassosi dalle centrali nucleari inglesi hanno raggiunto nel 1999 la concentrazione di circa 0,14 mSv annuali, che sarebbe solo 7 volte inferiore alla dose ammessa! Inoltre bisogna considerare che il valore di 1 mSv è una media annuale di valori che sono di varia intensità e con valori che possono essere anche molto alti in certi periodi. Nello stesso Rapporto vengono minuziosamente elencati tutti i quantitativi di differenti radionuclidi (C14, Co60, Cs137, Trizio) emessi dalle centrali Inglesi, tedesche, svizzere e francesi in tre anni (1999, 2000 e 2001). Questo a conferma della reale emissione di piccoli quantitativi continui di radionuclidi da parte degli impianti nucleari! L'azione dei radionuclidi nel corpo umano va valutata considerando che questi, una volta emessi a piccole dosi dagli impianti nucleari, vengono dispersi in tutto l'ambiente circostante (aria, acqua, terra) dove permangono a lungo accumulandosi e da qui possono essere assunti, tramite gli alimenti e la respirazione, dagli organismi viventi, dove vengono concentrati progressivamente in organi critici del corpo. I radionuclidi accumulati nel corpo umano irraggiano i tessuti, emettendo radiazioni ionizzanti continue e per periodi di tempo anche molto lunghi (mesi/anni), determinati dalla loro emivita fisica e dalla loro ritenzione biologica all'interno del corpo. Le radiazioni rilasciate possono danneggiare le cellule causando aberrazioni cromosomiche, mutazioni geniche e alterazioni del ciclo cellulare: nelle cellule somatiche possono portare allo sviluppo del cancro, mentre nelle cellule staminali delle gonadi possono portare a malattie ereditarie e trasmissibili. Tali effetti variano a seconda delle dosi accumulate, dalla presenza di altri fattori di rischio (che possono avere un deleterio effetto addittivo) oltre che dalla variabilità genetica dell'individuo e dalla sua capacità naturale (età, sesso e stato di salute) di instaurare una risposta biologica alle radiazioni. Risposta che può aversi sia a livello del DNA, come meccanismi di riparazione del danno da rottura del DNA stesso causato dalle radiazioni, sia a livello cellulare e tissutale, come risposta infiammatoria e/o immunologica in grado di eliminare le cellule alterate dalle radiazioni. Pertanto, il differente accumulo dei radionuclidi e le variabili presenti negli individui comportano che non si possa definire il livello di rischio associato con l'esposizione a dosi molto basse di radiazioni. È facile a questo punto comprendere la spiegazione dei risultati di tutti quegli studi presenti in letteratura che hanno dimostrato un aumento di tumori e in particolare di leucemie in bambini che vivono alle centrali nucleari. Studi che evidenziano un incremento dei tumori nei bambini che vivono vicino alle centrali nucleari Sono numerosi gli studi fatti in varie parti del mondo (USA, Spagna, Inghilterra, Germania, Canada, Svezia, Francia, Giappone.) che hanno considerato la relazione tra insorgenza di vari tipi di tumore e vicinanza a centrali nucleari. Le prime evidenze di una correlazione tra leucemia e installazioni nucleari risalgono al 1983, quando si osservò che i bambini che abitavano vicino all'impianto di riprocessazione del combustibile nucleare di Sellafield (Inghilterra) sviluppavano leucemie. Dopo di allora ci furono molti altri studi epidemiologici che hanno dimostrato un aumento del rischio di contrarre la leucemia tra i giovani che vivevano vicino alle centrali nucleari. Così, nel 1986 è stato pubblicato uno studio in cui si dimostrava un incremento della leucemia nei bambini che vivevano vicino all'impianto nucleare di Dounreay in Scozia (1) Tra il 1987 e il 1989, altri studi inglesi riportarono un aumento significativo di leucemia in bambini sotto i 15 anni che vivevano entro le 10 miglia da impianti nucleari in Inghilterra e in Galles (2)(3) Nel 1992 in Germania si è evidenziato un incremento statisticamente significativo di leucemie infantili in bambini sotto i 5 anni che vivevano vicino ad alcune centali nucleari (4). Nel 1993 è stato effettuato uno studio sempre in Germania dove si evidenziava un aumento eccezionale di leucemia in bambini insieme ad un aumento significativo di leucemia negli adulti dopo l'apertura della centrale nucleare di Krimmel (5). Nel 1995 è staro riscontrato un eccesso di casi di leucemia tra i giovani che vivevano vicino all'impianto di riprocessazione di La Hague (6). In tal caso è stata ipotizzata la causa nell'ambiente marino (sabbia con cui giocavano i bambini, pesci e frutti di mare) contaminato da radionuclidi emessi dall'impianto nucleare.(7) Tutti questi risultati hanno stimolato una lunga serie di studi con risultati molto controversi, tendenti a non riconoscere il fatto che le emissioni ionizzanti durante il funzionamento di centrali nucleari potessero aumentare il rischio di leucemie nei bambini, adducendo motivi di scarso valore statistico. Le dosi emesse dalle centrali sono in effetti molto inferiori a quelle ammesse dalla normativa per la sicurezza nucleare e si è cercato in ogni modo di minimizzare gli effetti delle radiazioni sull'incremento riscontrato delle leucemie, imputando tale incremento ad altri agenti causali (inquinanti, virali etc.). Per risolvere queste controversie il Governo Federale Tedesco nel 2003 finanziò uno studio caso-controllo commissionandolo all'Università di Mainz. Lo studio è noto come studio KiKK (Kinderkrebs in der Umgebung von KernKraftwerken = Childhood Cancer in the Vicinity of Nuclear Power Plants)- Lo studio ha analizzato tutti i casi di tumore (1592 casi verso 4.735 controlli) e di leucemie ( 593 casi verso 1776 controlli) in bambini sotto i 5 anni che vivevano vicino a tutte le 16 centrali tedesche ed è riferito a un arco di tempo di oltre 20 anni (dal 1980 al 2003). I risultati dimostrano che in questi bambini le Leucemie hanno un incremento statisticamente significativo di 2,19 volte a una distanza dalla centrale di 5 km e di 1,33 volte a una distanza di 10 km, con un effetto quindi inversamente proporzionale alla distanza (8), mentre gli altri tumori solidi hanno un incremento statisticamente significativo di 1,61 volte a una distanza dalla centrale di 5 km e di 1,18 volte a una distanza di 10 km (9). Gli autori tuttavia non spiegano i motivi per cui le radiazioni emesse da un reattore normalmente funzionante, inferiori a quelle naturali (terrestri, cosmiche) potrebbero indurre leucemie o altri tumori nei bambini molto piccoli. La spiegazione dei risultati viene invece fornita da un successivo studio inglese del 2009 che indica come causa dell'incremento di leucemie nei bambini l'effetto teratogenico dei radionuclidi emessi dai reattori e incorporati dalla madre durante la gestazione. I tessuti ematopietici del feto e dell'embrione sono molto più radiosensibili di quelli dei bambini. La contaminazione progressiva dell'embrione e del feto nel grembo materno diminuisce con la distanza dalla centrale (10). Lo studio KIKK con la sua autorevolezza, con la sua significatività statistica e con l'ampiezza dei casi trattati, conferma che esiste una correlazione tra la distanza dalle centrali nucleari e il rischio di sviluppare un cancro (in particolare leucemia) nei bambini con meno di 5 anni, avvalorando così tutti i risultati ottenuti nei venti anni precedenti. Ad ulteriore conferma ricordo un lavoro di meta-analisi dove si analizzano dati di 17 lavori di ricerca su 136 siti nucleari in UK, Canada, Francia, USA, Giappone, Spagna e Germania. I risultati statisticamente significativi mostrano anche qui un elevato rischio di leucemia e di casi mortali di leucemia in bambini che vivono vicino a centrali nucleari (11). Lo stesso dato è stato evidenziato anche vicino alla centrale nucleare di Amburgo (12)
* Prof. Ass. Immunologia ed Immunopatologia Fac. Medicina
1) Heasman MA et al. Childhood leukaemia in Northern Scotland. Lancet 1986;i:266 and 355 " ATTENZIONE: I RESPONSABILI DEI MESSAGGI E DEL SITO INVITANO TUTTE LE PERSONE CHE PRIMA DI INTRAPRENDERE I TRATTAMENTI CON GLI ALIMENTI DA NOI CONSIGLIATI DI RIVOLGERSI AL PROPRIO MEDICO DI FIDUCIA". Ti aggiungo il mio motto "Meglio morire informato che vivere malato disinformato".
NOTA - ai sensi dell'art. 13 legge 31/12/96 n. 675 e succ.: questo messaggio è stato spedito da un database creato contattando precedentemente questo indirizzo, e si può richiedere cancellazione se non si gradisce ricevere messaggi dalla nostra organizzazione.
fonte: http://affaritaliani.libero.it/green/salute_centrali_nucleari_fanno_ammalare090611.html 13 febbraio in diretta web Maratona dei beni comuni. Taranto chiama ItaliaThere are no translations available. TARANTO CHIAMA ITALIA
Maratona dei beni comuni
Mentre parte degli Italiani si sta dando “spintaneamente” appuntamento in piazza “per la dignità delle donne” rispetto a Berlusconi, Per il Bene Comune ha organizzato un’altra piazza virtuale, rispetto alla quale, chissà perché non ci sono mai stati partiti e sindacati o gruppi sedicenti “dal basso” che abbiano spinto alla mobilitazione. Il 13 febbraio dalle ore 14 alle 20,30 suhttp://www.perilbenecomune.net/ sarà possibile seguire una maratona web nella quale interverranno medici, esperti, giornalisti per denunciare la situazione ambientale e i connessi problemi alla salute che affliggono centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini: tumori, malformazioni fetali, malattie autoimmuni. In collegamento da 14 diverse città italiane, sparse in tutto il Paese, questa sorta di maratona dei beni comuni costituirà realmente una “piazza” diversa dove dare appuntamento a coloro che sfuggono al teatrino della politica, ribaltando così lo slogan: “Difesa della salute, dell’ambiente, dell’ocpazione e del territorio: se non ora, quando?”
Domenica 13 febbraio dalle 14 alle 20,30 si svolgerà la maratona dei beni comuni (ambiente, salute, occupazione, territorio) – Taranto chiama Italia, in diretta da tutto il paese: l'evento potrà essere seguito direttamente da casa, con il proprio computer su www.perilbenecomune.net Lo scopo di questa iniziativa è quello di presentare agli Italiani le condizioni dei vari territori (ci collegheremo con 14 diverse città italiane), facendo un po' di "sana informazione" - grazie al contributo appunto di medici, fisici, giornalisti, esperti e testimonianze locali. Sarà appunto un'informazione indipendente che sfugge ai soliti meccanismi del sistema, non filtrata o censurata dai media, ma drammaticamente reale.
Per la prima volta, da tutta Italia e per tutti gli Italiani una lunga trasmissione in diretta, completamente gratuita e senza spot pubblicitari, per conoscere, per essere consapevoli, per essere più uniti e partecipi contro le ingiustizie e le scelte sbagliate che colpiscono la nostra salute, il nostro ambiente, il nostro futuro.Taranto. Città dove si assommano una serie enorme di problematiche legate alla salute, all’ambiente, all’occupazione, alle scelte politiche sbagliate. Da qui partirà un viaggio virtuale, con interventi in diretta da numerose città italiane e con due iniziative regionali in Liguria e nelle Marche.
Sede della Val di Susa (TO):
Sede di Genova:
Ed inoltre, interverranno all’iniziativa pubblica regionale a Genova:
Sede di Campi Bisenzio (FI):
Sede di Bologna:
Sede di Corridonia (MC):
Sede di Viterbo :
Sede di Napoli:
Sede di Avellino:
Sede di Siracusa:
Per informazioni: Perché una maratona dei beni comuni? Perché “Taranto chiama Italia”?
Buonanotte all’Italia, se continua a dormire…Ma la realtà può essere peggiore di un incubo.
Domenica 13 febbraio, correte davanti al vostro computer: vi aspetta la maratona dei beni comuni! Add new comment
Last Updated (Thursday, 10 February 2011 13:41) Più benzo(a)pirene per tutti. Raccolta firme contro la decisione di rimuovere il limite alle concentrazioniThere are no translations available.
Last Updated (Thursday, 03 February 2011 11:10) Colleferro. Moria di animali da rifiuti tossici. Latte e carne contaminati continuano ad essere vendutiThere are no translations available. A Colleferro è allarme per l'inquinamento del terreno che sta provocando una strage negli allevamenti di vitelli e agnelli. Qui, una sostanza o più, sarebbe penetrata nel terreno contaminandolo tanto da provocare la strage tra gli animali d'allevamento. Il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha incaricato i Nas di verificare quale agente inquinante stia avvelenando il terreno e gli animali nella zona.
A seguito della notizia e delle immagini riportate da alcuni organi di stampa di animali che "muoiono tra atroci sofferenze e con la bava alla bocca", la sottosegretario ha detto di ritenere che "vi sia una contaminazione del territorio che sta portando a una situazione grave per gli animali, ma anche per tutta la filiera alimentare", e potenzialmente anche per l'uomo. La Martini ha precisato di aver chiamato il generale dei Nas Cosimo Piccinno per essere informata, studiare quali soluzioni prendere e verificare al più presto quale agente contaminante del territorio stia avvelenando gli animali a Colleferro. "Già domani - assicura la Martini - dovremmo avere qualche risultanza. La situazione è di massima allerta". Secondo la testimonianza dell'allevatore Raimondo Fadda intervistato dalle televisioni, il bestiame in buone condizioni, dopo aver iniziato ad alimentarsi con l'erba che spunta alla fine dell'inverno, a febbraio marzo, dopo alcuni giorni cominciano a barcollare, e ad aprile cominciano a soffrire di diarrea e dissenteria, dimagriscono e poi muoiono. Le riserve di acqua che si creano raccolgono l'inquinamento generato da scarti di stabilimenti il cui interramento risale agli anni '80. Si tratta, ad esempio di una poltiglia biancastra che al contatto con la pioggia diventa grigia e alla sola inalazione provoca strani sintomi alla bocca e tachicardia L'allevatore lamenta il fatto che non siano stati informati gli allevatori e non sia stato dunque impedito loro di distribuire sul mercato latte e carne contaminati, danneggiando la salute dei consumatori e delle famiglie degli stessi allevatori. Dal 2005 all'allevatore sono morti 800 capi di bestiame, di cui 200 solo nell'ultima estate. Le carcasse vengono abbandonate dall'allevatore in un fossato profondo 5 metri e largo 4. Gli animali al momento della morte hanno il fegato spappolato altri mostrano segni di insufficienza respiratoria. Evidenti sono i segni di deformità del bestiame. Molti nascono 4-5 volte più grandi del normale. Alcuni addirittura perdono totalmente le sembianze della propria specie: nascono sostanzialmente privi di tessuti muscolari ed ossei ed appaiono gonfi solo di liquidi. L'allevatore denuncia anche lo stato di salute di suo figlio che è nato nel 2005 affetto da mutismo e soffre di obesità. Persino il fieno prelevato dal suo terreno e che 3 anni fa l'allevatore ha venduto ha provocato nell'allevamento di mucche dell'acquirente morie di bestiame nel giro di due settimane. La ASL è stata contattata dall'allevatore, che ha anche scavato delle buche per mostrare la poltiglia inquinante ma si è visto rispondere, a suo dire, con disinteresse. L'allevatore dichiara che pertanto carne e latte del suo allevamento continuano ad essere venduti e consumati.
Uno studio sulle conseguenze dell'inquinamento nella zona industriale di Colleferro è stato pubblicato sul sito internet del National Center for Biotechnology Information (NCBI) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11233575
Last Updated (Monday, 31 January 2011 15:22) |