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Inquinamento ambientale

Biossido di titanio, possibile minaccia per la nostra salute?

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Una ricerca del Road Research Centre del Belgio getta ombre sull'utilizzo di biossido di titanio (TiO2) quale catalizzatore per ripulire l'aria dalle particelle inquinanti.

Il biossido di titanio viene utilizzato steso come pellicola su molti materiali e prodotti usati in edilizia e nella costruzione di strade. Per esempio, le lastre di porfido dei marciapiedi e delle zone pedonali, sono spesso trattate con questa sostanza, che agisce da catalizzatore per le particelle inquinanti presenti nell'aria. In pratica, si comporta da filtro, attirando e catturando queste sostanze inquinanti.

La domanda che si sono posti i ricercatori belgi è se gli eventi atmosferici, in particolare le pioggie a cui sono ovviamente esposti marciapiedi, piazze e superfici pubbliche in genere, possano eventualmente comportare la perdita della forza catalizzatrice del TiO2, e quindi il rilascio degli inquinanti nell'ambiente circostante. In tal caso, potrebbero esserci impatto negativi per la salute dei cittadini?

L'istituto ha quindi preparato un test, che ha riguardato le corsie di parcheggio ad Anversa, in Belgio, la cui pavimentazione era stata, appunto, trattata con questa sostanza.

Il TiO2 utilizzato per ricoprire le superfici di cemento del parcheggio ha una dimensione di 15 nanometri. Al fine di aumentare l'effetto fotocatalitico viene fatto un impasto in cui il TiO2 si unisce a molecole di dimensioni maggiori. Questo processo di agglomerazione è molto importante per l'efficienza prodotti fotocatalitici. Il risultato è una molecola più grande, con una dimensione di 1,5 micron, che forma una spugna con molte cavità interne. Queste cavità occupano complessivamente una superficie notevole – 225 metri quadri per ogni grammo di TiO2 - in cui le sostanze inquinanti disperse nell'aria sono trasportate e decomposte.

Studi eseguiti negi Stati Uniti hanno segnalato che agglomerati di TiO2 di 700 nm di dimensioni possono finire nei polmoni, causando problemi di salute. Tuttavia, il procedimento di miscelazione usato in Belgio dà origine a molecole due volte più grandi, che secondo i responsabili del progetto non dovrebbero dare problemi di inalazione.

"Il TiO2 è uno dei prodotti utilizzati nei processi industriali ad acqua pulita. Il nostro focus è sul prodotto la decomposizione di sostanze inquinanti disperse nell'aria e il TiO2 con le particelle inquinanti che cattura, rimane in uno stato di legame con la matrice cementizi".

Ma gli agenti atmosferici potrebbero eventualmente rompere questo legame e liberare il TiO2, e soprattutto gli inquinanti catturati? Valutare la tossicità del TiO2 non è un compito facile. Il Dr. Anil Kumar Suresh e i suoi colleghi dell'Oak Ridge National Laboratory negli Stati Uniti, hanno studiato la tossicità delle diverse sostanze - come Ag, ZnO, CeO2 – con cui il TiO2 si lega.

"La tossicità di queste nanoparticelle dipende da tanti fattori. Per esempio, che tipo di sostanze chimiche sono state utilizzate nella produzione, cosa c'è sulla superficie delle nanoparticelle. Ogni particella è diversa. Ci sono molti modi per fare le nanoparticelle, ed ogni società di produzione ha una sua modalità di produzione". La maggior parte delle nanoparticelle di TiO2 che sono state studiate sono tossiche in una certa misura, ad eccezione di quelle prodotte con l'aiuto di batteri o funghi che rendono le particelle inerti. Al momento, le nanoparticelle sono prodotte da processi chimici.

È stato riportato che le radiazioni - anche quelle provenienti dal Sole - possono aumentare la tossicità delle nanoparticelle di TiO2 da 20 a 40 volte.

Le aziende spesso non forniscono informazioni circa la tossicità e la natura delle nanoparticelle che utilizzano nei loro prodotti. Non si conosce molto circa le modalità di trasporto di queste particelle e come si trasformano nell'ambiente. È quindi difficile prevedere cosa potrebbe succedere in caso di rilascio e, quindi, di un aumento della concentrazione nell'atmosfera.

"Chi lavora per queste industrie, che producono tonnellate e tonnellate di nanoparticelle di TiO2, dovrebbe pensarci due volte ", è il consiglio dei ricercatori. Oltre che per la produzione di blocchi di pavimentazione, i materiali contenenti TiO2 sono utilizzate anche per altre applicazioni come facciate, moquette del pavimento, pareti e soffitti, automobili, autobus e treni.

Fonte: 

http://www.greencity.it/news/3145/biossido-di-titanio-possibile-minaccia-per-la-nostra-salute-.html

 

Le centrali nucleari fanno ammalare di leucemia

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Nonostante manchino pochissimi giorni al Referendum sul Nucleare, mi rendo conto che l'informazione pubblica sulla realtà dei problemi legati al nucleare è stata ed è tuttora molto carente. In particolare un argomento è stato quasi del tutto trascurato durante questa già scarsa informazione. Mi riferisco all'impatto sulla salute umana delle centrali atomiche, non tanto durante gli incidenti (numerosi e di varia intensità) quanto in condizioni di normale funzionamento e manutenzione.

È ormai ampiamente riconosciuto che tutte le centrali atomiche emettono continuamente durante la loro vita un'ampio spettro di radionuclidi. Le dosi di radiazioni riscontrate nelle emissioni normali delle centrali vengono comunemente accettati perché dichiarati completamente innocui in quanto inferiori a 1000-100.000 volte alla dose ammessa dalle Agenzie di Radioprotezione Internazionali che è di 1 mSv/anno. Eppure, come riportato nel 14° Rapporto COMARE del 2011, i quantitativi di radiazioni emesse negli scarichi gassosi dalle centrali nucleari inglesi hanno raggiunto nel 1999 la concentrazione di circa 0,14 mSv annuali, che sarebbe solo 7 volte inferiore alla dose ammessa! Inoltre bisogna considerare che il valore di 1 mSv è una media annuale di valori che sono di varia intensità e con valori che possono essere anche molto alti in certi periodi. Nello stesso Rapporto vengono minuziosamente elencati tutti i quantitativi di differenti radionuclidi (C14, Co60, Cs137, Trizio) emessi dalle centrali Inglesi, tedesche, svizzere e francesi in tre anni (1999, 2000 e 2001). Questo a conferma della reale emissione di piccoli quantitativi continui di radionuclidi da parte degli impianti nucleari!

L'azione dei radionuclidi nel corpo umano va valutata considerando che questi, una volta emessi a piccole dosi dagli impianti nucleari, vengono dispersi in tutto l'ambiente circostante (aria, acqua, terra) dove permangono a lungo accumulandosi e da qui possono essere assunti, tramite gli alimenti e la respirazione, dagli organismi viventi, dove vengono concentrati progressivamente in organi critici del corpo. I radionuclidi accumulati nel corpo umano irraggiano i tessuti, emettendo radiazioni ionizzanti continue e per periodi di tempo anche molto lunghi (mesi/anni), determinati dalla loro emivita fisica e dalla loro ritenzione biologica all'interno del corpo. Le radiazioni rilasciate possono danneggiare le cellule causando aberrazioni cromosomiche, mutazioni geniche e alterazioni del ciclo cellulare: nelle cellule somatiche possono portare allo sviluppo del cancro, mentre nelle cellule staminali delle gonadi possono portare a malattie ereditarie e trasmissibili. Tali effetti variano a seconda delle dosi accumulate, dalla presenza di altri fattori di rischio (che possono avere un deleterio effetto addittivo) oltre che dalla variabilità genetica dell'individuo e dalla sua capacità naturale (età, sesso e stato di salute) di instaurare una risposta biologica alle radiazioni. Risposta che può aversi sia a livello del DNA, come meccanismi di riparazione del danno da rottura del DNA stesso causato dalle radiazioni, sia a livello cellulare e tissutale, come risposta infiammatoria e/o immunologica in grado di eliminare le cellule alterate dalle radiazioni. Pertanto, il differente accumulo dei radionuclidi e le variabili presenti negli individui comportano che non si possa definire il livello di rischio associato con l'esposizione a dosi molto basse di radiazioni.

È facile a questo punto comprendere la spiegazione dei risultati di tutti quegli studi presenti in letteratura che hanno dimostrato un aumento di tumori e in particolare di leucemie in bambini che vivono alle centrali nucleari.

Studi che evidenziano un incremento dei tumori nei bambini che vivono vicino alle centrali nucleari Sono numerosi gli studi fatti in varie parti del mondo (USA, Spagna, Inghilterra, Germania, Canada, Svezia, Francia, Giappone.) che hanno considerato la relazione tra insorgenza di vari tipi di tumore e vicinanza a centrali nucleari. Le prime evidenze di una correlazione tra leucemia e installazioni nucleari risalgono al 1983, quando si osservò che i bambini che abitavano vicino all'impianto di riprocessazione del combustibile nucleare di Sellafield (Inghilterra) sviluppavano leucemie. Dopo di allora ci furono molti altri studi epidemiologici che hanno dimostrato un aumento del rischio di contrarre la leucemia tra i giovani che vivevano vicino alle centrali nucleari. Così, nel 1986 è stato pubblicato uno studio in cui si dimostrava un incremento della leucemia nei bambini che vivevano vicino all'impianto nucleare di Dounreay in Scozia (1) Tra il 1987 e il 1989, altri studi inglesi riportarono un aumento significativo di leucemia in bambini sotto i 15 anni che vivevano entro le 10 miglia da impianti nucleari in Inghilterra e in Galles (2)(3) Nel 1992 in Germania si è evidenziato un incremento statisticamente significativo di leucemie infantili in bambini sotto i 5 anni che vivevano vicino ad alcune centali nucleari (4). Nel 1993 è stato effettuato uno studio sempre in Germania dove si evidenziava un aumento eccezionale di leucemia in bambini insieme ad un aumento significativo di leucemia negli adulti dopo l'apertura della centrale nucleare di Krimmel (5). Nel 1995 è staro riscontrato un eccesso di casi di leucemia tra i giovani che vivevano vicino all'impianto di riprocessazione di La Hague (6). In tal caso è stata ipotizzata la causa nell'ambiente marino (sabbia con cui giocavano i bambini, pesci e frutti di mare) contaminato da radionuclidi emessi dall'impianto nucleare.(7) Tutti questi risultati hanno stimolato una lunga serie di studi con risultati molto controversi, tendenti a non riconoscere il fatto che le emissioni ionizzanti durante il funzionamento di centrali nucleari potessero aumentare il rischio di leucemie nei bambini, adducendo motivi di scarso valore statistico. Le dosi emesse dalle centrali sono in effetti molto inferiori a quelle ammesse dalla normativa per la sicurezza nucleare e si è cercato in ogni modo di minimizzare gli effetti delle radiazioni sull'incremento riscontrato delle leucemie, imputando tale incremento ad altri agenti causali (inquinanti, virali etc.).

Per risolvere queste controversie il Governo Federale Tedesco nel 2003 finanziò uno studio caso-controllo commissionandolo all'Università di Mainz. Lo studio è noto come studio KiKK (Kinderkrebs in der Umgebung von KernKraftwerken = Childhood Cancer in the Vicinity of Nuclear Power Plants)- Lo studio ha analizzato tutti i casi di tumore (1592 casi verso 4.735 controlli) e di leucemie ( 593 casi verso 1776 controlli) in bambini sotto i 5 anni che vivevano vicino a tutte le 16 centrali tedesche ed è riferito a un arco di tempo di oltre 20 anni (dal 1980 al 2003). I risultati dimostrano che in questi bambini le Leucemie hanno un incremento statisticamente significativo di 2,19 volte a una distanza dalla centrale di 5 km e di 1,33 volte a una distanza di 10 km, con un effetto quindi inversamente proporzionale alla distanza (8), mentre gli altri tumori solidi hanno un incremento statisticamente significativo di 1,61 volte a una distanza dalla centrale di 5 km e di 1,18 volte a una distanza di 10 km (9). Gli autori tuttavia non spiegano i motivi per cui le radiazioni emesse da un reattore normalmente funzionante, inferiori a quelle naturali (terrestri, cosmiche) potrebbero indurre leucemie o altri tumori nei bambini molto piccoli. La spiegazione dei risultati viene invece fornita da un successivo studio inglese del 2009 che indica come causa dell'incremento di leucemie nei bambini l'effetto teratogenico dei radionuclidi emessi dai reattori e incorporati dalla madre durante la gestazione. I tessuti ematopietici del feto e dell'embrione sono molto più radiosensibili di quelli dei bambini. La contaminazione progressiva dell'embrione e del feto nel grembo materno diminuisce con la distanza dalla centrale (10). Lo studio KIKK con la sua autorevolezza, con la sua significatività statistica e con l'ampiezza dei casi trattati, conferma che esiste una correlazione tra la distanza dalle centrali nucleari e il rischio di sviluppare un cancro (in particolare leucemia) nei bambini con meno di 5 anni, avvalorando così tutti i risultati ottenuti nei venti anni precedenti. Ad ulteriore conferma ricordo un lavoro di meta-analisi dove si analizzano dati di 17 lavori di ricerca su 136 siti nucleari in UK, Canada, Francia, USA, Giappone, Spagna e Germania. I risultati statisticamente significativi mostrano anche qui un elevato rischio di leucemia e di casi mortali di leucemia in bambini che vivono vicino a centrali nucleari (11). Lo stesso dato è stato evidenziato anche vicino alla centrale nucleare di Amburgo (12)

* Prof. Ass. Immunologia ed Immunopatologia Fac. Medicina
Univ. La Sapienza Roma


BIBLIOGRAFIA

1) Heasman MA et al. Childhood leukaemia in Northern Scotland. Lancet 1986;i:266 and 355
2) Forman D, Cook-Mozaffari P, Darby S, Davey G, Stratton I, Doll R,Pike M. Cancer near nuclear installations. Nature 1987;329:499-505.
3) Cook-Mozaffari PJ, Darby SC, Doll R, Forman D, Hermon C, PikeMC, Vincent T. Geographical variation in mortality from leukaemia and other cancers in England and Wales in relation to proximity to nuclear installation, 1969-78. Br J Cancer 1989;59:476-85.
4) Michaelis J, Keller B, Haaf G, Kaatsch P. Incidence of childhood malignancies in the vicinity of west German nuclear power plants . Cancer Causes Control 1992;3:255-63.16.
5) Leukemia in the Proximity of a German Boiling-water Nuclear Reactor: Evidence of Population Exposure by Chromosome Studies and Environmental Radioactivity, Inge Schmitz-Feuerhake et al: Environ Health Perspect 105(Suppl 6):1499-1 504 (1997)
6) Carre A. Incidence of leukaemia in young people around the La Hague nuclear waste reprocessing plant: a sensitivity analysis. Stat Med 1995; 14:2459-72
7) Viel JF, Pobel D . Case-control study of leukaemia among young people near La Hague nuclear reprocessing plant: the environmental hypothesis revisited. BMJ 314 : 101 January 1997
8) Kaatsch P, Spix C, Schulze-Rath R, Schmiedel S, Blettner M: Leukemias in young children living in the vicinity of German nuclear power plants. Int J Cancer 2008, 122:721-726.)
9) Spix C, Schmiedel S, Kaatsch P, Schulze-Rath R, Blettner M. Casecontrolstudy on childhood cancer in the vicinity of nuclear powerplants in Germany 1980-2003. Eur J Cancer, 44 (2008) 275 -284
10) Ian Fairlie. Commentary: childhood cancer near nuclear power stations, Environmental Health 2009, 8:43)
11) Baker PJ, Hoel D: Meta-analysis of standardized incidence and mortality rates of childhood leukemias in proximity to nuclear facilities. Eur J Cancer Care 2007, 16:355-363)
12) Hofmann W, Terschueren C, Richardson DB. Childhood leukemia in the vicinity of the Geesthacht nuclear establishments near Hamburg, Germany. Environ Health Perspect 2007,115:947-52

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fonte: http://affaritaliani.libero.it/green/salute_centrali_nucleari_fanno_ammalare090611.html

 

13 febbraio in diretta web Maratona dei beni comuni. Taranto chiama Italia

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TARANTO CHIAMA ITALIA

Maratona dei beni comuni
13 febbraio dalle ore 14 alle ore 20,30
In diretta web esclusiva su www.perilbenecomune.net

 

Mentre parte degli Italiani si sta dando “spintaneamente” appuntamento in piazza “per la dignità delle donne” rispetto a Berlusconi, Per il Bene Comune ha organizzato un’altra piazza virtuale, rispetto alla quale, chissà perché non ci sono mai stati partiti e sindacati o gruppi sedicenti “dal basso” che abbiano spinto alla mobilitazione. Il 13 febbraio dalle ore 14 alle 20,30 suhttp://www.perilbenecomune.net/ sarà possibile seguire una maratona web nella quale interverranno medici, esperti, giornalisti per denunciare la situazione ambientale e i connessi problemi alla salute che affliggono centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini: tumori, malformazioni fetali, malattie autoimmuni. In collegamento da 14 diverse città italiane, sparse in tutto il Paese, questa sorta di maratona dei beni comuni costituirà realmente una “piazza” diversa dove dare appuntamento a coloro che sfuggono al teatrino della politica, ribaltando così lo slogan: “Difesa della salute, dell’ambiente, dell’ocpazione e del territorio: se non ora, quando?”

Tutte le informazioni e l’elenco degli interventi qui:
http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24%3A6%3A2%3A119%3A362

condividete la
pagina evento su facebook
http://www.facebook.com/event.php?eid=149671538425079

Per seguire l’evento, basterà collegarsi suhttp://www.perilbenecomune.net/
e cliccare sul banner dedicato alla diretta web. 

Domenica 13 febbraio dalle 14 alle 20,30 si svolgerà la maratona dei beni comuni (ambiente, salute, occupazione, territorio) – Taranto chiama Italia, in diretta da tutto il paese: l'evento potrà essere seguito direttamente da casa, con il proprio computer su www.perilbenecomune.net
Interverranno medici, esperti, giornalisti, oltre a rappresentanti di comitati
Presentazione dell’evento ed elenco degli interventi - http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:6:2:119:362
Video spot - http://www.youtube.com/watch?v=GCrNpWniQ6k

Lo scopo di questa iniziativa è quello di presentare agli Italiani le condizioni dei vari territori (ci collegheremo con 14 diverse città italiane), facendo un po' di "sana informazione" - grazie al contributo appunto di medici, fisici, giornalisti, esperti e testimonianze locali. Sarà appunto un'informazione indipendente che sfugge ai soliti meccanismi del sistema, non filtrata o censurata dai media, ma drammaticamente reale.

Per la prima volta, da tutta Italia e per tutti gli Italiani una lunga trasmissione in diretta, completamente gratuita e senza spot pubblicitari, per conoscere, per essere consapevoli, per essere più uniti e partecipi contro le ingiustizie e le scelte sbagliate che colpiscono la nostra salute, il nostro ambiente, il nostro futuro.Taranto. Città dove si assommano una serie enorme di problematiche legate alla salute, all’ambiente, all’occupazione, alle scelte politiche sbagliate. Da qui partirà un viaggio virtuale, con interventi in diretta da numerose città italiane e con due iniziative regionali in Liguria e nelle Marche.
Numerosi i temi che ci prefiggiamo di affrontare: : ILVA, petrolchimico, cementifici, discariche, rifiuti, inceneritori, tumori, diossine, criminalità, speculazioni, ipocrisie dei partiti, rifiuti tossici in mare, transizione, cementificazione, grandi opere (TAV, Mose, ponte sullo stretto, autostrade), battaglie di comitati locali in difesa del proprio territorio, rigassificatori, centrali a carbone, turbogas, biomasse, geotermia, nucleare, (dis)informazione, alimentazione e salute.
Altrettanto numerosi e di assoluta rilevanza gli ospiti presenti (medici, giornalisti, esperti, rappresentanti di comitati) qui suddivisi in base alla sede di trasmissione:
Sede di Taranto:
Saverio De Florio (Associazione malati cronici e immunitari di Taranto) – Le fabbriche degli ammalati
Adele Dentice (coordinatrice regionale PBC Puglia) – Panoramica sulla regione Puglia
Gianmario Leone (redattore Tarantoggi) – Inquinamento: ricatto lavorativo e sociale
Gianni Lannes (giornalista) – Relitti velenosi (inquinamento dei mari)
Fernando Rossi (ex senatore, responsabile nazionale settore “Economia” di PBC) –  Interrogazioni parlamentari ambiente/salute

Sede della Val di Susa (TO):
Elvio Arancio (coordinatore regionale PBC Piemonte) – Panoramica sulla regione Piemonte
Prof. Luigi Sertorio (fisico, professore di ecofisica  all’università di Torino) – Nucleare, ecosistema
Marco Cedolin (blogger – Il Corrosivo, resp. naz. Settore “Ambiente” di PBC) – grandi opere
Leonardo Capella (consigliere comunale Per il Bene di Meana) - TAV

Sede di Genova:
Massimo Autelitano (referente regionale PBC Liguria) – Breve panoramica sulla regione Liguria
Gian Paolo Cavallaro (radiologo Osp. Gallieria) – Un portale di informazione sulle lobbies farmaceutiche
Francesco De Domenico (Comitato No Gronda S.Biagio-Serro) – Impegno del comitato rispetto alla Gronda
 Christian Abbondanza (Casa della Legalità) – Criminalità e ambiente

Ed inoltre, interverranno all’iniziativa pubblica regionale a Genova:
Felice Airoldi (Comitato per Scarpino), Michele Ruggeri (Meetup Valpocevera – GE), Daniele Severini (Meetup 20 Genova), Andrea Pescino (associazione Oras Genova)

Sede di Campi Bisenzio (FI):
Massimo Soroga (coordinatore regionale PBC Toscana) – Panoramica sulla regione Toscana
Dott. Michelangiolo Bolognini (Medicina Democratica) – Geotermia e arsenico
                              
Sede di Rubano (PD) : Nikola Duper (esperto comunicazione televisiva, coordinatore regionale PBC Veneto) – (dis)informazione
                              
Sede di Lomazzo (CO) :
Ezio Prandini (aderente PBC) – Transizione e resilienza

Sede di Bologna:
Dott. Franco Verzella (medico che collabora con l’Autism Research Institute di San Diego dal 2004, presidente del DAN!Europe) - Mercurio e salute

Sede di Corridonia (MC):
Giuseppe Dantini (coordinatore regionale PBC Marche) – Panoramica sulla regione Marche
Adriano Mei (Marche per Rifiuti Zero) e Massimo Giannangeli (Comitato di Jesi) – vertenza PM10

Sede di Viterbo :
Dott. Giovanni Ghirga* (ISDE, Medici Alto Lazio) – Centrali a carbone, emissioni di inquinanti e malattie (videomessaggio)

Sede di Napoli:
Prof. Angelo Genovese (giornalista, professore aggregato di Zoologia) – Panoramica sulla regione Campania

Sede di Avellino:
Francesco Nappi (aderente PBC) – Acqua pubblica

Sede di Siracusa:
Lorella Rossitto (coordinatrice regionale PBC Sicilia) – Panoramica sulla regione Sicilia
Rappresentante del comitato No Ponte – impegno del comitato relativamente al Ponte sullo Stretto          
Rappresentante del comitato No Rigassificatore di Melilli e Priolo  -  impegno del comitato in merito al rigassificatore        
        
Sede di Norbello (NU):
Rita De Sario (referente regionale PBC Sardegna) – Panoramica sulla regione Sardegna
        
Videomessaggio Dott.ssa Patrizia Gentilini (oncoematologa, ISDE, Forlì) - Danno che all'infanzia e veleni nei nostri corpi e nel latte materno

Per informazioni:
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Tel. /fax. 0532 733656

Perché una maratona dei beni comuni? Perché “Taranto chiama Italia”?

Buonanotte all’Italia, se continua a dormire…Ma la realtà può essere peggiore di un incubo.
Poco tempo fa, recandoci a Taranto, abbiamo avuto modo di vedere come in una stessa città si assommano una serie enorme di problematiche, alcune delle quali ci erano già note perché affliggono varie parti del paese. Da questa esperienza è nata l’idea di una sorta di “Taranto chiama Italia”, una “maratona” in diretta web da tutto lo stivale, che può essere seguita comodamente in tutta Italia, con un semplice “click” su www.perilbenecomune.net.
Lo scopo di questa iniziativa, che si svolgerà domenica 13 febbraio dalle 14 alle 20,30, è quello di presentare agli Italiani le condizioni dei vari territori (ci collegheremo con 13 diverse città italiane, sparse in tutto lo Stivale), facendo un po’ di “sana informazione” – grazie al contributo di medici, fisici, giornalisti, esperti e testimonianze locali.
Sarà appunto un’informazione indipendente che sfugge ai soliti meccanismi del sistema, non filtrata o censurata dai media, ma drammaticamente reale.
Oltre alla maratona web in diretta, a Genova e a Macerata si organizzeranno incontri pubblici e dalle ore 17,30 circa le iniziative assumeranno un carattere regionale, dedicando discussione e dibattito alle rilevanze territoriali. Nel frattempo, chi è collegato da casa, potrà continuare a seguire la diretta nazionale, senza alcuna interruzione oppure scegliere di seguire, in base al proprio interesse, i lavori degli incontri pubblici liguri o marchigiani.
Per la prima volta, da tutta Italia e per tutti gli Italiani una lunga trasmissione in diretta, completamente gratuita e senza spot pubblicitari, per conoscere, per essere consapevoli, per essere più uniti e partecipi contro le ingiustizie e le scelte sbagliate che colpiscono la nostra salute, il nostro ambiente, il nostro futuro.

Domenica 13 febbraio, correte davanti al vostro computer: vi aspetta la maratona dei beni comuni!
Taranto chiama Italia: in diretta web su www.perilbenecomune.net dalle ore 14 alle 20,30. 

Last Updated (Thursday, 10 February 2011 13:41)

 

Più benzo(a)pirene per tutti. Raccolta firme contro la decisione di rimuovere il limite alle concentrazioni

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Oggi Mercoledì 2 febbraio presso l'Archivio Disarmo (ore 15-18) in Piazza Cavour 17 a ROMA PeaceLink organizza un incontro per coordinare la campagna benzo(a)pirene. Sono invitati tutti gli interessati, anche provenienti da varie città d'Italia.

L'obiettivo è quello di creare un RETE di città contro il benzo(a)pirene.

L'adesivo della campagna di PeaceLink

Benzo(a)pirene: scelta irresponsabile della maggioranza
L'on. Zamparutti e l'on. Bratti dichiarano: "E’ grave che la maggioranza non abbia ritenuto, a distanza ormai di mesi dalla presentazione delle nostre risoluzioni, di far assumere al governo un impegno sul ripristino della normativa precedente il decreto 155/2010".
2 febbraio 2011
AMBIENTE/BENZO(A)PIRENE: LA MAGGIORANZA RIFIUTA DI RIPRISTINARE NORMATIVA PRECEDENTE

Zamparutti (Radicali) e Bratti (Pd): "Scelta irresponsabile". Domani conferenza stampa

Roma, 1° febbraio 2011

Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale, e Alessandro Bratti, deputato del PD, co-promotori della risoluzione per il ripristino della normativa precedente sul benzo(a)pirene, in merito alla votazione che si è tenuta quest’oggi in Commissione Ambiente, dichiarano:

"E’ grave che la maggioranza non abbia ritenuto, a distanza ormai di mesi dalla presentazione delle nostre risoluzioni, di far assumere al governo un impegno sul ripristino della normativa precedente il decreto 155/2010. E’ una scelta irresponsabile - continuano i due parlamentari - rispetto alla quale occorre rafforzare una lotta che attiene alla legalità, alla salute e all’ambiente. Diamo atto alle opposizioni di averci sostenuto e ai comitati di aver svolto un importante lavoro. Si tratta ora di continuare una battaglia che di certo non finisce oggi".

Su questo tema Elisabetta ZAMPARUTTI e Alessandro BRATTI annunciano una conferenza stampa per domani, mercoledì 2 febbraio, dalle ore 11.30 alle 12.30 presso la sala stampa della Camera dei deputati (via della Missione, 4 – Roma), alla quale parteciperanno anche Maurizio TURCO, deputato Radicale membro della Commissione Affari Costituzionali; Sandra ZAMPA, deputato Pd in Commissione Infanzia; Alessandro MARESCOTTI, Presidente di Peacelink; la dott.ssa Lidia GIANNOTTI, responsabile del settore giuridico di Peacelink e Alda SANCIN dell’Ass.ne “No smog” Trieste.

http://www.peacelink.it/ecologia/a/33265.html

Relazione dottoressa Annamaria Moschetti (pediatra) (1748 Kb - Formato pdf)

Last Updated (Thursday, 03 February 2011 11:10)

 

Colleferro. Moria di animali da rifiuti tossici. Latte e carne contaminati continuano ad essere venduti

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A Colleferro è allarme per l'inquinamento del terreno che sta provocando una strage negli allevamenti di vitelli e agnelli. Qui, una sostanza o più, sarebbe penetrata nel terreno contaminandolo tanto da provocare la strage tra gli animali d'allevamento. Il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha incaricato i Nas di verificare quale agente inquinante stia avvelenando il terreno e gli animali nella zona.

A seguito della notizia e delle immagini riportate da alcuni organi di stampa di animali che "muoiono tra atroci sofferenze e con la bava alla bocca", la sottosegretario ha detto di ritenere che "vi sia una contaminazione del territorio che sta portando a una situazione grave per gli animali, ma anche per tutta la filiera alimentare", e potenzialmente anche per l'uomo. La Martini ha precisato di aver chiamato il generale dei Nas Cosimo Piccinno per essere informata, studiare quali soluzioni prendere e verificare al più presto quale agente contaminante del territorio stia avvelenando gli animali a Colleferro. "Già domani - assicura la Martini - dovremmo avere qualche risultanza. La situazione è di massima allerta".
http://www.romatoday.it/cronaca/allarme-inquinamento-terreno-greggi-colleferro.html#

Secondo la testimonianza dell'allevatore Raimondo Fadda intervistato dalle televisioni, il bestiame in buone condizioni, dopo aver iniziato ad alimentarsi con l'erba che spunta alla fine dell'inverno, a febbraio marzo, dopo alcuni giorni cominciano a barcollare, e ad aprile cominciano a soffrire di diarrea e dissenteria, dimagriscono e poi muoiono. Le riserve di acqua che si creano raccolgono l'inquinamento generato da scarti di stabilimenti il cui interramento risale agli anni '80. Si tratta, ad esempio di una poltiglia biancastra che al contatto con la pioggia diventa grigia e alla sola inalazione provoca strani sintomi alla bocca e tachicardia L'allevatore lamenta il fatto che non siano stati informati gli allevatori e non sia stato dunque impedito loro di distribuire sul mercato latte e carne contaminati, danneggiando la salute dei consumatori e delle famiglie degli stessi allevatori. Dal 2005 all'allevatore sono morti 800 capi di bestiame, di cui 200 solo nell'ultima estate. Le carcasse vengono abbandonate dall'allevatore in un fossato profondo 5 metri e largo 4. Gli animali al momento della morte hanno il fegato spappolato altri mostrano segni di insufficienza respiratoria. Evidenti sono i segni di deformità del bestiame. Molti nascono 4-5 volte più grandi del normale. Alcuni addirittura perdono totalmente le sembianze della propria specie: nascono sostanzialmente privi di tessuti muscolari ed ossei ed appaiono gonfi solo di liquidi.

L'allevatore denuncia anche lo stato di salute di suo figlio che è nato nel 2005 affetto da mutismo e soffre di obesità.

Persino il fieno prelevato dal suo terreno e che 3 anni fa l'allevatore ha venduto ha provocato nell'allevamento di mucche dell'acquirente morie di bestiame nel giro di due settimane.

La ASL è stata contattata dall'allevatore, che ha anche scavato delle buche per mostrare la poltiglia inquinante ma si è visto rispondere, a suo dire, con disinteresse. L'allevatore dichiara che pertanto carne e latte del suo allevamento continuano ad essere venduti e consumati.

Uno studio sulle conseguenze dell'inquinamento nella zona industriale di Colleferro è stato pubblicato sul sito internet del National Center for Biotechnology Information (NCBI)

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11233575


Lo studio descrive l'insorgenza di mesotelioma peritoneale e pleurico maligno nella zona industriale di Colleferro (Provincia di Roma, 9 comuni, 63.000 abitanti, periodo 1993-98), che è il sito di un grande impianto chimico di produzione di sostanze chimiche organiche, miscele di acido, insetticidi, esplosivi e dinamite, e fu coinvolto nella produzione / manutenzione del materiale rotabile ferroviario. L'amianto è stato ampiamente utilizzato in questo insediamento in passato. Sono stati esaminati i casi di mesotelioma nei dati relativi alle patologie, ai ricoveri, alle dimissioni, ai certificati di morte registrati nel registro delle autorità sanitarie locali. 23 sono stati i casi per i quali sono state esaminate le cartelle cliniche. Una valutazione multidisciplinare di tutte le informazioni raccolte confermaa 18 casi di mesotelioma maligno (pleurico / peritoneale rapporto di 2.75:1) tra i residenti e / o lavoratori. I restanti 5 casi non sono stati classificati tra i casi di mesotelioma, ma due di essi erano casi di cancro al polmone (riferiti a persone professionalmente esposte all'amianto). Tutti i soggetti con mesotelioma maligno sono stati esposti all'amianto (14 maschi e 3 femmine), tranne uno. Nessun caso di mesotelioma è attribuibile all'esposizione ambientale. Dei 17 casi con esposizione all'amianto sul lavoro, 15 hanno riguardato lavoratori impiegati nella produzione / manutenzione del materiale rotabile ferroviario (3 casi), servizi di manutenzione generale (5 casi), o nel settore degli armamenti (7 casi) e 2 nei residenti. Il tasso di incidenza nei residenti dei 9 comuni, è stata di 5.5 nei maschi e 1,3 nelle femmine (standardizzato sulla popolazione italiana x100, 000, censimento 1981). Per il solo comune Colleferro, l'incidenza è del 10,1 nei maschi e 4,1 nelle femmine, che sono i più alti tassi segnalati finora in Italia. Oltre a ribadire il rischio di mesotelioma nella produzione di materiale rotabile ferroviario e amianto, questo studio identifica un una incidenza significativa del mesotelioma maligno nei lavoratori addetti alla produzione di esplosivi.

Last Updated (Monday, 31 January 2011 15:22)

 
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