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Colleferro. Moria di animali da rifiuti tossici. Latte e carne contaminati continuano ad essere venduti

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A Colleferro è allarme per l'inquinamento del terreno che sta provocando una strage negli allevamenti di vitelli e agnelli. Qui, una sostanza o più, sarebbe penetrata nel terreno contaminandolo tanto da provocare la strage tra gli animali d'allevamento. Il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha incaricato i Nas di verificare quale agente inquinante stia avvelenando il terreno e gli animali nella zona.

A seguito della notizia e delle immagini riportate da alcuni organi di stampa di animali che "muoiono tra atroci sofferenze e con la bava alla bocca", la sottosegretario ha detto di ritenere che "vi sia una contaminazione del territorio che sta portando a una situazione grave per gli animali, ma anche per tutta la filiera alimentare", e potenzialmente anche per l'uomo. La Martini ha precisato di aver chiamato il generale dei Nas Cosimo Piccinno per essere informata, studiare quali soluzioni prendere e verificare al più presto quale agente contaminante del territorio stia avvelenando gli animali a Colleferro. "Già domani - assicura la Martini - dovremmo avere qualche risultanza. La situazione è di massima allerta".
http://www.romatoday.it/cronaca/allarme-inquinamento-terreno-greggi-colleferro.html#

Secondo la testimonianza dell'allevatore Raimondo Fadda intervistato dalle televisioni, il bestiame in buone condizioni, dopo aver iniziato ad alimentarsi con l'erba che spunta alla fine dell'inverno, a febbraio marzo, dopo alcuni giorni cominciano a barcollare, e ad aprile cominciano a soffrire di diarrea e dissenteria, dimagriscono e poi muoiono. Le riserve di acqua che si creano raccolgono l'inquinamento generato da scarti di stabilimenti il cui interramento risale agli anni '80. Si tratta, ad esempio di una poltiglia biancastra che al contatto con la pioggia diventa grigia e alla sola inalazione provoca strani sintomi alla bocca e tachicardia L'allevatore lamenta il fatto che non siano stati informati gli allevatori e non sia stato dunque impedito loro di distribuire sul mercato latte e carne contaminati, danneggiando la salute dei consumatori e delle famiglie degli stessi allevatori. Dal 2005 all'allevatore sono morti 800 capi di bestiame, di cui 200 solo nell'ultima estate. Le carcasse vengono abbandonate dall'allevatore in un fossato profondo 5 metri e largo 4. Gli animali al momento della morte hanno il fegato spappolato altri mostrano segni di insufficienza respiratoria. Evidenti sono i segni di deformità del bestiame. Molti nascono 4-5 volte più grandi del normale. Alcuni addirittura perdono totalmente le sembianze della propria specie: nascono sostanzialmente privi di tessuti muscolari ed ossei ed appaiono gonfi solo di liquidi.

L'allevatore denuncia anche lo stato di salute di suo figlio che è nato nel 2005 affetto da mutismo e soffre di obesità.

Persino il fieno prelevato dal suo terreno e che 3 anni fa l'allevatore ha venduto ha provocato nell'allevamento di mucche dell'acquirente morie di bestiame nel giro di due settimane.

La ASL è stata contattata dall'allevatore, che ha anche scavato delle buche per mostrare la poltiglia inquinante ma si è visto rispondere, a suo dire, con disinteresse. L'allevatore dichiara che pertanto carne e latte del suo allevamento continuano ad essere venduti e consumati.

Uno studio sulle conseguenze dell'inquinamento nella zona industriale di Colleferro è stato pubblicato sul sito internet del National Center for Biotechnology Information (NCBI)

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11233575


Lo studio descrive l'insorgenza di mesotelioma peritoneale e pleurico maligno nella zona industriale di Colleferro (Provincia di Roma, 9 comuni, 63.000 abitanti, periodo 1993-98), che è il sito di un grande impianto chimico di produzione di sostanze chimiche organiche, miscele di acido, insetticidi, esplosivi e dinamite, e fu coinvolto nella produzione / manutenzione del materiale rotabile ferroviario. L'amianto è stato ampiamente utilizzato in questo insediamento in passato. Sono stati esaminati i casi di mesotelioma nei dati relativi alle patologie, ai ricoveri, alle dimissioni, ai certificati di morte registrati nel registro delle autorità sanitarie locali. 23 sono stati i casi per i quali sono state esaminate le cartelle cliniche. Una valutazione multidisciplinare di tutte le informazioni raccolte confermaa 18 casi di mesotelioma maligno (pleurico / peritoneale rapporto di 2.75:1) tra i residenti e / o lavoratori. I restanti 5 casi non sono stati classificati tra i casi di mesotelioma, ma due di essi erano casi di cancro al polmone (riferiti a persone professionalmente esposte all'amianto). Tutti i soggetti con mesotelioma maligno sono stati esposti all'amianto (14 maschi e 3 femmine), tranne uno. Nessun caso di mesotelioma è attribuibile all'esposizione ambientale. Dei 17 casi con esposizione all'amianto sul lavoro, 15 hanno riguardato lavoratori impiegati nella produzione / manutenzione del materiale rotabile ferroviario (3 casi), servizi di manutenzione generale (5 casi), o nel settore degli armamenti (7 casi) e 2 nei residenti. Il tasso di incidenza nei residenti dei 9 comuni, è stata di 5.5 nei maschi e 1,3 nelle femmine (standardizzato sulla popolazione italiana x100, 000, censimento 1981). Per il solo comune Colleferro, l'incidenza è del 10,1 nei maschi e 4,1 nelle femmine, che sono i più alti tassi segnalati finora in Italia. Oltre a ribadire il rischio di mesotelioma nella produzione di materiale rotabile ferroviario e amianto, questo studio identifica un una incidenza significativa del mesotelioma maligno nei lavoratori addetti alla produzione di esplosivi.

Last Updated (Monday, 31 January 2011 15:22)

 

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