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Borse cinesi al cromo esavalente, zirconio, etc.

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Strafalcione sull’etichetta
smascherate 3500 borse tossiche
Indagati 17 cinesi, giro d’affari di 4 milioni. Sequestri a Firenze. Il marchio della pelle vegetale «Genuine» era diventato «Genune»


VENEZIA — A incastrarli è stato uno strafalcione in inglese. L'indagine della polizia municipale locale di Venezia che ha smascherato una massiccia attività di contraffazione di marchi di qualità per prodotti in pelle, per un giro d’affari di 4 milioni di euro, è partita da un banale refuso nell'etichetta. I prodotti che esponevano il marchio «Consorzio vera pelle italiana conciata al vegetale», sull'etichetta riportavano la parola «Genune». Una storpiatura di «Genuine» (genuino, inteso come naturale). Da lì sono iniziati i sospetti che hanno dato vita all’operazione «Frode vegetale», condotta in collaborazione con i colleghi di Bologna e Firenze e coordinata dal pm lagunare Federico Bressan, che ha portato alla denuncia di 17 persone di nazionalità cinese e al sequestro di 3500 borse contraffatte e 85 mila certificati di garanzia falsi. Le indagini erano cominciate nel giugno del 2010, in 13 negozi gestiti da cinesi in centro storico a Venezia tra San Marco, San Luca e Cannaregio.

Gli agenti del comandante Luciano Marini si sono insospettiti nel vedere quelle etichette e i prezzi—70 euro— decisamente troppo bassi. Il marchio di conceria vegetale, infatti, garantisce una lavorazione con la pelle dei bovini destinati all'industria alimentare. Un processo che, inevitabilmente, fa lievitare il costo del prodotto. Le borse sequestrate nei negozi veneziani, invece, presentavano valori sopra la norma di cromo, alluminio, titanio, zirconio, cromo esavalente. Morale della favola: per la lavorazione della pelle era stata usata la tecnica (più economica) della conceria minerale. Un trucchetto che permetteva ai negozianti di rivendere la merce a un prezzo dieci volte superiore rispetto al costo di 7 euro l'una. L'indagine è proseguita fino alla fonte, con la perquisizione di uno stabilimento a Campi Bisenzio, zona industriale di Firenze. Il capannone, gestito da due imprenditori cinesi, presentava condizioni igieniche e «abitative» (i 10 dipendenti vivevano all'interno dello stabilimento) completamente fuori norme. Avanzi di cibo, topi ovunque, letti a castello e culle per neonati. Tutto nello stesso locale in cui si trovavano i macchinari per la lavorazione della pelle. Gli agenti hanno trovato anche 85 mila certificati di garanzia contraffatti e 3500 borse già imballate e pronte per essere spedite in Italia, Francia, Austria e Repubblica Ceca. Le indagini ora proseguono su un altro versante: le analisi sulle borse sequestrate diranno se i prodotti falsificati sono tossici. Se, cioè, i metalli pesanti utilizzati per la lavorazione possano aver creato danni alla salute. In tal caso, la posizione degli indagati si aggraverebbe.

Davide Tamiello
07 maggio 2011

Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/cronaca/2011/7-maggio-2011/strafalcione-sull-etichetta-smascherate-3500-borse-tossiche-190588362644.shtml

Last Updated (Tuesday, 24 May 2011 20:39)

 
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