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Patogenicità delle micro e nanoparticelle inorganiche

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Il giornalista Bruno Picozzi residente a Berlino ha tentato invano di pubblicare il seguente articolo in vari giornali italiani, compreso uno che si autodefinisce ambientalista. In mancanza d'altro, lo pubblico io di seguito:

 

Antonietta Gatti e Stefano Montanari fanno ricerca da anni sulla patogenicità delle micro e nanoparticelle inorganiche, cioè sulla capacità di polveri inorganiche di indurre delle malattie. Hanno messo a punto un metodo di ricerca nell'ambito di un progetto europeo chiamato Nanopathology, che è terminato nel 2005, hanno esaminato diverse centinaia di prodotti alimentari che sono risultati inquinati da nanoparticelle e hanno fatto questo al fine di denunciare che la legge non fa assolutamente niente per regolare questo inquinamento.

Questi inquinanti derivano in parte dagli inceneritori  - cosiddetti termovalorizzatori - che buttano nell'aria migliaia di migliaia di tonnellate di polveri sottilissime terribilmente patogeniche. Ma è altrettanto vero che polveri di questo genere vengono dal traffico, vengono dalle fonderie, vengono dai cementifici, spesso utilizzati come inceneritori, vengono da tantissime fonti di inquinamento.

Le ricerche del duo Montanari Gatti sono state possibili grazie a un microsopio elettronico a scansione ambientale del costo di oltre 350.000 euro, che gli fu tolto nel giugno 2006 "perché dava fastidio a qualche personaggio all'interno dell'università che non gradiva queste ricerche". Parole di Montanari. "Scoperchiare certi pentoloni in cui bollono inceneritori, acciaierie e centrali elettriche ad olio pesante, e fare ombra a tromboni e pseudoscienziati sono attività che non attirano simpatie." Questo diceva Grillo nel 2006.

Lo strumento rimase imballato per nove mesi all'università di Modena, poi fu riassemblato a spese loro e utilizzato dalla dottoressa Gatti per un altro progetto europeo.
"Intanto i due hanno scoperto i meccanismi con cui le nanoparticelle prodotte dalle combustioni sono capaci di uccidere, e con questo il perché delle malattie che colpiscono i reduci dalle guerre del Golfo e dei Balcani, come funziona la truffa scientifica che sta dietro gli inceneritori, che cosa viene scaricato nell’ambiente dai tre milioni di tonnellate di oli pesanti bruciati ogni anno da una centrale elettrica e un sacco di altre cosette che hanno aperto una strada del tutto nuova nel campo della medicina." Ancora parole di Grillo.

Grillo

avviò una sottoscrizione nel 2006 e a marzo 2007 un nuovo strumento del costo di 378.000 Euro fu acquistato da parte della Associazione Carlo Bortolani Onlus che era stata il collettore delle donazioni designata da Montanari.

A distanza di due anni e più succede che la Carlo Bortolani Onlus decide di donare il microscopio all'università di Urbino, sottraendolo di fatto alle disponibilità dei due scienziati. Di questo atto non viene data spiegazione alcuna e questo è il motivo alla base di tutto il baccano che sta succedendo. Un baccano che comunque cade nel silenzio.

 

Note biografiche.

Dottor Stefano Montanari
Autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della chirurgia vascolare, della pneumologia e progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia, ha eseguito consulenze scientifiche per varie aziende, dirigendo, tra l’altro, un progetto per la realizzazione di una valvola cardiaca biologica. Dal 1979 collabora con la Dottoressa Antonietta Gatti in numerose ricerche sui biomateriali. Dal 2004 è Direttore Scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena. Docente in diversi master nazionali ed internazionali, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie, soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini.

Dottoressa Antonietta Morena Gatti
Scopritrice delle nano-particelle assieme al dott. Stefano Montanari. Ricercatrice e Responsabile del Laboratorio di Biomateriali, Dipartimento di Neuroscienze, presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Lavora come esperto scientifico e consulente per la Commissione Europea e per la Commissione Senatoriale sulle patologie da uranio impoverito e nanoparticelle. Con circa 150 pubblicazioni scientifiche a suo nome, è anche una collaboratrice di diverse riviste scientifiche internazionali e membro d’importanti comunità scientifiche, compresa la European Society of Biomaterials. Collabora con il Ministero della Difesa per gli studi sui danni per la salute umana causati dall’uranio impoverito.


- Lei, insieme con la dottoressa Gatti, si occupa di nanopatologie e polveri sottili. In che modo le Sue ricerche sono utili alla vita quotidiana dei cittadini?
Per prima cosa le nanopatologie sono una scoperta nostra e, segnatamente, di mia moglie cui si deve addirittura il loro nome. Le polveri fini ed ultrafini sono un argomento spesso trattato da politici e media senza cognizione di causa, il che genera fraintendimenti e rende impossibile trovare soluzioni al problema. Le nostre scoperte, da subito osteggiate dall’accademia nostrana e oggi alla ribalta della scienza, hanno dimostrato che queste polveri sono capaci di entrare, attraverso diversi meccanismi, nel nostro organismo e di innescare una lunga serie di malattie, non poche delle quali finora classificate come “di origine sconosciuta”. E le stesse nostre ricerche hanno dimostrato quali siano le origini di quelle polveri, come si possano rintracciare quelle origini e quali siano i fattori di pericolosità. È solo conoscendo l’origine del problema che si può porvi rimedio o, almeno, tentare di farlo.


- Da scienziato, qual è il Suo giudizio sui termovalorizzatori? E quali alternative propone?
“Termovalorizzatore” è una parola buffa che non ha riscontro in nessuna lingua, inventata da chi cerca di gabbare il contribuente rendendogli accettabile un prodotto improponibile. È dal 1786, da quando, cioè, Lavoisier scoprì il principio di conservazione della massa che la scienza sa dell’impossibilità di distruggere un solo grammo di materia. Dunque, non esistono dubbi sul fatto che gl’inceneritori - ché quello è il nome di quegl’impianti - sono basati sul gioco di prestigio di rendere invisibili all’occhio i rifiuti. Se, poi, si considera che, per motivi tecnici, ad ogni tonnellata d’immondizia trattata va aggiunta un’altra tonnellata di sostanze chimiche (metano, carbone, acqua, ammoniaca, bicarbonato, calce, ecc.), risulta chiaro che la massa di ciò che viene immesso nell’ambiente è doppia rispetto a quella che si sarebbe dovuto far “scomparire”. Poi, come è noto in campo scientifico, la combustione genera nella maggior parte dei casi prodotti ben più tossici se paragonati a quelli di partenza. Dunque, raddoppio dei rifiuti di fatto presenti nell’ambiente e rifiuti resi più aggressivi. Quanto alle alternative, come può esserci alternativa ad una follia? Se per alternative s’intende il trattamento intelligente dei rifiuti, allora di alternative ce n’è una lunga lista di cui ho ampiamente trattato nei libri “Il Girone delle Polveri Sottili” (Macro Edizioni) e “Rifiuto: Riduco e Riciclo” (Arianna Editrice). In termini brevissimi, occorre evitare di produrre e acquistare ciò che non serve davvero e occorre una progettazione dei prodotti tenendo a mente la loro compatibilità ambientale e le loro possibilità di reimpiego. Ma prima di tutto occorrono conoscenza a livello personale e una classe politica all’altezza, due cose di cui siamo davvero a corto.


- Grazie a una sottoscrizione lanciata da Beppe Grillo nel marzo 2006, l'Associazione Carlo Bortolani Onlus poté acquistare un microscopio elettronico al costo di 378mila euro per consentire le Sue ricerche. Che fine ha fatto questo strumento?
Per motivi tutti da chiarire, la Onlus Bortolani decise di “donare” lo strumento all’Università di Urbino, agendo in modo tale che io fossi completamente all’oscuro della vicenda. Io non so quali interessi reali si celino sotto una manovra sulla cui moralità e legalità preferisco non pronunciarmi perché di questo si occuperà la giustizia istituzionale. Posso solo far notare come la manovra non trovi alcuna giustificazione di fronte a chi donò denaro perché mia moglie ed io fossimo dotati dell’apparecchio e, al colmo dell’assurdità, come il microscopio sia stato destinato proprio all’Università di Urbino, un ente che presta consulenze a chi costruisce inceneritori cosiddetti a biomasse. Contro questi io mi sono battuto fermando un progetto a pochi chilometri da Urbino e ottenendo, sia detto a margine, la cittadinanza onoraria del Comune di Montemaggiore (Pesaro-Urbino). Quanto a Beppe Grillo, a sorpresa per chi non conosce il comico, a fiancheggiare la manovra per imbavagliare la ricerca c’è lui.


- Anche grazie al Suo ruolo di consulente presso alcune Commissioni parlamentari, lo scorso gennaio il Ministero della Difesa ha stanziato 30 milioni di euro per risarcire i soldati esposti a polveri sottili e uranio impoverito durante le missioni all'estero. Il Suo lavoro ha dunque ottenuto autorevoli riconoscimenti. Da dove parte questo tentativo di boicottaggio?
Non a me ma mia moglie si deve questo successo. Personalmente credo che il riconoscimento da parte dello Stato delle polveri sottili e ultrasottili come agente patogeno abbia dato non poco fastidio a tutti coloro che maneggiano i rifiuti con gl’inceneritori e affini. Inoltre io devo essere punito per la mia opposizione alle cosiddette Grandi Opere, dal TAV al Mose a quella farsa ignobile che è il Ponte sullo Stretto. Dunque, devo essere fermato al più presto per evitare che io faccia danni a business enormi. Come ogni uomo di mondo sa, una fetta ragguardevole di quella che in Italia viene grottescamente chiamata politica condivide quegl’interessi e, per questo, non alza un dito, ben contenta che due rompiscatole si tolgano di mezzo. Potrebbe essere oggetto di meditazione il fatto che le manovre segrete per privarci del microscopio coincisero esattamente con la mia candidatura a premier del 2008.


- Il Comune di Roma ha provato a mettere in campo un apparecchio per la riduzione delle polveri sottili chiamato Luft, che ha subito molti attacchi. E gli attacchi hanno colpito anche Lei e la dottoressa Gatti. Ce ne può spiegare il perché?
Definire quegli attacchi teneramente ridicoli è il minimo che si possa fare. Da parte nostra, noi ci siamo limitati ad eseguire delle analisi sulla capacità di cattura del sistema e abbiamo costatato che questo è capace di bloccare non solo le polveri grossolane, quelle che costituiscono il grosso delle PM10, ma anche le immensamente più aggressive polveri al di sotto del micron. Le critiche partono da un personaggio pittoresco che non ha alcuna conoscenza scientifica nel settore e, per giunta, non ha la più pallida idea di come il sistema sia concepito. Dunque, si tratta di critiche basate su presupposti del tutto fantasiosi. Comunque, per completezza d’informazione, aggiungo che l’ENEA ha confermato alla virgola i nostri risultati. Sul perché di questi attacchi si potrebbe collegare alle risposte appena date ma anche ad un fatto che definirei sociologico. Quando Grillo iniziò a farmi partecipare ai suoi spettacoli mi disse subito che tra il milione o giù di lì di persone che mi avrebbero in qualche modo conosciuto avrei trovato una manciata di psicopatici che mi avrebbero tormentato. E così è stato.


- Nel 2008 Lei si è candidato alle legislative con la lista Per il Bene Comune, ottenendo scarsi risultati e sberleffi da parte di Bruno Vespa. In cosa ritiene di aver fallito?
Non posso dire di essermi sopravvalutato, ma valutato male, sì. Quella che da noi è chiamata politica non ha nulla a che fare con ciò che la politica vera è, vale a dire la conduzione virtuosa dello stato. Chi in Italia fa “politica” - e, la prego, metta le virgolette - è disposto senza remore al compromesso, quando non all’intrallazzo e, comunque, non opera certo per il bene comune con lettera minuscola. Inoltre, la promozione di un partito è sovrapponibile al lancio di qualunque prodotto e se non si hanno i fondi necessari per la pubblicità e l’appoggio, comunque ottenuto, dei grandi media, è meglio lasciar perdere. Se, per avventura, io fossi finito in Parlamento, non sarei sopravvissuto più di qualche settimana, cosa di cui mi sto rendendo conto adesso da consigliere comunale del Comune di Nonantola: quindicimila abitanti alle porte di Modena. Lo schifo al quale assisto nella più totale impotenza nonostante i miei strilli è frustrante. Faccia la proporzione: quindicimila abitanti a Nonantola contro sessanta milioni a Roma e tragga le conclusioni. Quanto a Vespa, temo che gli sberleffi gli siano ricaduti addosso come se avesse sputato in cielo. La sua trasmissione è un monumento faraonico alla sottocultura e alla piaggeria verso il potente di turno, monumento peraltro ottimamente intonato al clima italiota.

Fonte:
http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/1908-unintervista-rifiutata.html

Last Updated (Monday, 21 June 2010 06:42)

 

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