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Odontoiatria

Dalle protesi ai rubinetti, il cromo-cobalto ci circonda

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La Sanità contro la salute del consumatore. L'intervista del responsabile della salute Dott.ssa Marcella Marletta riguardo la tossicità delle leghe al cromo-cobalto per dispositivi protesici in ambito ortopedico fa suonare il campanello d'allarme anche in campo odontoprotesico. (www.odontotecnicanaturale.it)

Dopo la diffusione della notizia da parte di TG1 RAI e STRISCIA LA NOTIZIA per non creare allarme totale in tutti gli ambiti sanitari e produttivi, la dott.ssa Marletta mette sotto accusa solo le due aziende, quella americana e quella francese.

Il problema è molto più grande di quel che sembra, in quanto qualsiasi tipo di produzione sia a livello industriale che artigianale fonte di tossicità è responsabile di effetti collaterali, in quanto è il materiale stesso un materiale ad essere non idoneo alla produzione di qualsiasi strumento o dispositivo progettato per il contatto e l’invasività prolungata con un sistema fisiologico biologico regolato da un Ph acido.

Come in ambito ortopedico, così anche nel dentale e in tutti gli ambiti sanitari, dopo tantissime sofferenze, tantissime patologie, tantissimi morti e tanti esposti riguardo la tossicità del cromo-cobalto e del titanio, il responsabile della salute della sanità la D.tt.ssa Marcella Marletta al TG1 RAI e a Striscia la Notizia ha dichiarato che il cromo-cobalto è tossico per l'uomo.

http://www.soldionline.it/notizie/mercati-esteri/focus-sulzer-sulzer-medica

-in-calo-dopo-annuncio-su-costi-ritiro-protesi

 

http://www.newnotizie.it/2012/01/striscia-la-notizia-attenzione
-alle-protesi-danca-correte-dal-vostro-medico/

 

http://notizie.tiscali.it/regioni/abruzzo/feeds/11/04/27/t
_01_01_2011-04-27_127633120.html?abruzzo

Nel febbraio 2011, l'allarme cromo-cobalto era lanciato a proposito della rubinetteria made in China.

"La Guardia di Finanza di Padova ha portato a termine il sequestro di 38mila tra rubinetti, soffioni per doccia e potenzialmente tossici e cancerogeni, stoccati in due magazzini nel padovano - Italy, Padova, Feb. -2011

La merce made in China, tutta contraffatta e proveniente dallo stesso paese asiatico, è stata analizzata dal Dipartimento di medicina ambientale e sanità pubblica dell'università di Padova, rivelando valori di piombo, cromo e nichel ben superiori alle soglie tollerate dalla legge, gravemente tossici per l'uomo.

SECONDO LE PERIZIE I SOFFIONI REAGIVANO A CONTATTO CON L'ACQUA.

Anche l'ulteriore perizia, eseguita dagli esperti del dipartimento di processi chimici dell'ingegneria dello stesso ateneo, ha certificato che i campioni esaminati, realizzati con criteri non rispondenti alle norme tecniche riconosciute a livello nazionale ed internazionale, reagissero al contatto con l'acqua potabile con modalità altamente pericolose, nel lungo periodo, per la salute umana. Nei medesimi capannoni sono stati inoltre trovati e sequestrati altri 50mila prodotti e utensili privi o recanti il marchio ce falso nonchè 3700 metri di cavo elettrico sprovvisto di certificazione di sicurezza. L'imprenditore cinese, titolare di entrambi i depositi e peraltro evasore totale, è stato denunciato all'autorità giudiziaria in quanto responsabile dei reati di contraffazione e adulterazione di acque o sostanze alimentari e delitti contro la salute pubblica, con una pena che oscilla tra i 3 e i 10 anni di reclusione."

Fonte http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-ba7abdb1-12e9-4c4d-9b6d-6d22ad30c3eb.html

Ma siamo sicuri che ad essere tossici siano solo i prodotti cinesi?

E che dire di tutte le protesi che gli odontoiatri si fanno produrre in Asia a €. 20 a base di cromo-cobalto e ceramica e poi la rivendono al Paziente Consumatore!

Last Updated (Thursday, 02 February 2012 16:42)

 

Rischi per la salute dalle protesi dentali in titanio

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Dr. Lina Garcia

dentale-impiantoUn impianto dentale è una possibile soluzione per sostituire i denti mancanti o gravemente malati. E' composto da una radice artificiale che assomiglia ad una vite ed sostiene nella sommità, una corona dentale. Il trattamento prevede il posizionamento chirurgico dell'impianto nell'osso, dove è permesso di fondere le ossa in un processo chiamato "osteointegrazione". Una volta guarito, l'impianto agisce come un'ancora per la sostituzione di un dente artificiale, o corona. La corona è fatta in modo da unirsi con gli altri denti ed è fissata in modo permanente all'impianto.

Un tipico impianto dentale è in titanio puro e / o una lega di titanio. In realtà, le leghe di titanio sono ampiamente utilizzate in medicina e odontoiatria, per impianti dentali, pacemaker, stent, staffe ortodontiche e protesi ortopediche (ad esempio, per l'anca, la spalla, il ginocchio o il gomito). Al titanio sono riconosciute qualità di robustezza, ma molti lo considerano anche un materiale biocompatibile: si forma uno strato di ossido se esposto all'aria, e questo presumibilmente si traduce in corrosione ridotta e in una milgiore osteointegrazione.

Allora perché si dovrebbe rifiutare l'impianto metallico standard in titanio? Il titanio non è biologicamente inerteImpianti in titanio rilasciano ioni metallici in bocca 24 ore al giorno, e questa esposizione cronica può provocare infiammazioni, allergie e malattie autoimmuni in soggetti predisposti. Si tratta di un materiale precursore di vari disturbi. Casi di intolleranza a impianti metallici sono stati segnalati nel corso degli anni, e la rimozione di questo materiale dentale ha portato ad una minore sensibilità ai metalli e un miglioramento a lungo termine sullo stato di salute nella maggior parte dei pazienti.

Il titanio ha il potenziale di indurre ipersensibilità e disfunzioni immunologiche. Uno studio ha esaminato 56 pazienti che hanno sviluppato gravi problemi di salute dopo aver ricevuto gli impianti dentali a base di titanio. Si sono riscontrati casi di problemi muscolari, articolari e dolore neuropatico, sindrome da affaticamento cronico, problemi neurologici, depressione e infiammazione della pelle. Rimozione degli impianti ha determinato un notevole miglioramento dei sintoi nei pazienti, così come una diminuzione in molti pazienti della sensibilità al titanio.

Ad esempio, un uomo di 54 anni con un impianto dentale in titanio e quattro viti in titanio nelle vertebre era così malato da essere costretto ad interrompere lattività lavorativa. Soffriva di sindrome da stanchezza cronica, deficit cognitivo, tremori simili a quelli causati dal Parkinson, e depressione grave. Sei mesi dopo la rimozione degli impianti e delle viti, fu in grado di tornare al lavoro. In un altro caso, una ragazza 14enne  ha sviluppato lesioni infiammatorie sul viso sei mesi dopo l'applicazione di staffe ortodontiche in titanio. La ragazza ha anche subito un crollo psicofisico, e la sua reattività al titanio è salita alle stelle. Entro nove mesi dalla sostitzione delle staffe con un materiale metal-free, le sue lesioni al viso era quasi completamente guarite, era sana e attiva, e la sua sensibilità al titanio era tornata ad un livello normale.

Gli impianti in titanio possono provocare il cancro. Un'altra complicazione legata all'uso del titanio è la potenziale capacità di indurre la proliferazione abnorme di cellule (neoplasia), che può portare allo sviluppo di tumori maligni e cancro. Raramente, si riscontrano complicazioni a seguito di interventi chirurgici ortopedici che prevedono l'impianto di hardware metallici. Inoltre, i ricercatori hanno recentemente scoperto il primo caso segnalato di un sarcoma associato ad un impianto dentale.

Come descritto nel numero di agosto del 2008 di JADA (The Journal of American Dental Association), un donna 38enne  ha sviluppato un cancro alle ossa undici mesi dopo aver applicato un impianto dentale in titanio. Per fortuna, la donna è stata trattata con successo con la chemioterapia, ma gli autori raccomandano ulteriori ricerche sui tumori causati potenzialmente da impianti dentali alla luce del crescente utilizzo che se ne fa e la capacità di durare per lunghi periodi di tempo.

La presenza di qualsiasi metallo in bocca pone le basi per una "tossicità galvanica", perché la bocca diventa paragonabile ad una batteria carica quando metalli vengono ad essere immersi nella stessa saliva. Ciò che serve per creare una batteria, d'altronde, è mettere due o più metalli diversi in un mezzo liquido che può condurre l'elettricità (cioè, un elettrolita). Impianti metallici, otturazioni, corone, parziali, e ortodonzia sono formati da metalli diversi, e la saliva in bocca fa da elettrolita. Una corrente elettrica chiamata corrente galvanica viene quindi generata dal trasporto di ioni metallici dalla protesi a base di metalli nella saliva. Questo fenomeno è chiamato "galvanismo orale", e significa, letteralmente, che la bocca si comporta come una batteria per auto di piccole dimensioni o un generatore elettrico in miniatura. Le correnti possono essere misurate con un amperometro!

Il galvanismo orale crea due preoccupazioni principali. In primo luogo, le correnti elettriche aumentano il tasso di corrosione (o dissoluzione) di restauri dentali a base metallica. Anche le leghe di metalli preziosi in continuo rilascio di ioni metallici in bocca a causa della corrosione, un processo che erode pezzi di metallo dalla superficie. Questi ioni reagiscono con gli altri componenti del corpo, portando a malattie di sensibilità, infiammazioni, e, infine, malattie autoimmuni. L'aumento della velocità della corrosione, di conseguenza, aumenta la probabilità di sviluppare reazioni immunologiche o tossiche per i metalli. In secondo luogo, alcuni individui sono molto sensibili a queste correnti elettriche interne. Metalli diversi in bocca possono causare dolore inspiegabile, scosse nervose, ulcerazioni, e infiammazioni, e molte persone possono anche sperimentare un gusto costante metallico o salato, o una sensazione di bruciore in bocca. Inoltre, vi è l'ipotesi che il galvanismo orale veicoli correnti elettriche nel tessuto cerebrale e possona interferire con la naturale corrente elettrica nel cervello.

Negli ultimi anni, gli impianti ad alta resistenza in ceramica sono diventati un'alternativa interessante per impianti in titanio, e qualche ricerca attuale si è concentrata su materiali come l'ossido di zirconio (il biossido di zirconio, un metallo vicino al titanio nella tavola periodica). Protesi metal-free in zirconia sono utilizzate in Europa e Sud America da anni, e solo recentemente si sono resi disponibili impianti in Zirconia negli Stati Uniti e sono considerati altamente biocompatibili per il corpo umano ed evidenziano un rilascio minimo di ioni rispetto agli impianti metallici. Studi hanno dimostrato che l'osteointegrazione di impianti in titanio e zirconio sono molto simili, e che le protesi in zirconia hanno un tasso di sopravvivenza comparabile, rendendoli un'ottima alternativa alle protesi in metallo. Inoltre, le ceramiche di zirconia sono stati utilizzate con successo nella chirurgia ortopedica per la produzione di teste a sfera per la sostituzione totale dell'anca.

Pertanto, considerato che gli impianti dentali in titanio possono indurre sensibilità ai metalli, infiammazioni, reazioni autoimmuni, e tumori maligni, mentre gli impianti in zirconia sono metal-free ma altrettanto resistenti, perché sottoporsi all'esposizione cronica di metalli? Il corpo trarrebbe sicuramente beneficio dalla scelta di materiali biocompatibili, impianti dentali in ceramica rispetto allo standard, impianto titanio.

La Dott. Lina Garcia, una dentista olistica da 25 anni, ha dedicato la sua pratica nell'utilizzo di materiali dentali che miglioreranno la salute e non faciliteranno malattie. Nella sua pratica, utilizza solo materiali di restauro metal-free, tra cui gli impianti in zirconia.

 

Riferimenti: 

 

 

 

 

 

 

 

References:

 

Chaturvedi TP. An overview of the corrosion aspect of dental implants (titanium and its alloys). Indian J Dent Res 2009; 20:91-8.

 

Depprich R, Zipprich H, Ommerborn M, Mahn E, Lammers L, Handschel J, Naujoks C, Wiesmann H, Kubler NR, Meyer U. Osseointegration of zirconia implants: an SEM observation of the bone-implant interface. Head & Face Medicine 2008, 4:25.

 

Huggins, H. It's all in your head: the link between mercury amalgams and illness. 1993, Avery Publishing Group Inc., Garden City Park, New York.

 

Lambrich M, Iglhaut. Vergleich der Überlebensrate von Zirkondioxid- und Titanimplantaten. ("Comparison of the survival rates for zirconia and titanium implants.") Zeitschrift für Zahnärztliche Implantologie (Journal of Dental Implantology) 2008; 24(3).

 

McGuff HS, Jeim-Hall J, Holsinger FC, Jones AA, O'Dell DS, Hafemeister AC. Maxillary osteosarcoma associated with a dental implant. JADA 2008; 139:1052-59.

 

Muller KE, Valentine-Thon E. Hypersensitivity to titanium: Clinical and laboratory evidence. Neuro Endocrinol Lett. 2006; 27(Suppl1): 31–35.

 

Muris J, Feilzer AJ. Micro analysis of metals in dental restorations as part of a diagnostic approach in metal allergies. Neuro Endocrinol Lett. 2006; 27(Suppl 1): 49–52.

 

Stejskal VD, Hudecek R, Stejskal J, Sterzl I. Diagnosis and treatment of metal-induced side-effects. Neuro Endocrinol Lett 2006; 27 (Suppl 1): 7–16.

 

Stejskal J, Stejskal VD. The role of metals in autoimmunity and the link to neuroendocrinology. Neuro Endocrinol Lett. 1999; 20(6): 351–364.

 

Ziff S, Ziff MF. Dentistry without mercury. 1995 ed. Bio-Probe, Inc., Orlando, Florida.

 

Fonte: http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2009/08/08/Be-VERY-Careful-When-Replacing-Missing-Teeth.aspx

 

Titanio possibile causa di Parkinson?

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Recensione a cura di A.M.I.C.A.

 

Lo studio del dott. Kurt E. Muller di Isny in Germania, pubblicato su Neuroendocrinology Letters nel 2006 (K.E.Muller, Hypersensitivity to titanium: clinical and laboratory evidence, Neuroendocrinology Letters, vol. 27, Suppl. 1 2006), ha dimostrato che, contrariamente a quanto si ritiene nella comunità medica, il titanio non è biologicamente inerte e potrebbe essere concausa di patologia immunologiche e neurologiche come la Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), sintomi dermatologici e altri.

Il dott. Muller ha studiato la capacità del titanio di provocare sensibilizzazione e disfunzioni immunologiche, usando il test di trasformazione dei linfociti LTT-Melisa, standardizzato e accreditato in Germania sin dal 2001.

Sono stati selezionati 56 pazienti che hanno sviluppato patologie e sintomi importanti dopo aver avuto protesi dentarie e/o impianti protesici in titanio e sono stati sottoposti a test LTT per vari metalli e a patch test per il titanio.
Ne è emerso che il 37,5% era positivo all'LTT del titanio, il 28,6% ha dato un risultato ambiguo e il 33,9% è risultato negativo. Alcuni, inoltre, erano allergici anche ad altri metalli, soprattutto al nichel (21,4%).

E' interessante osservare che, a fronte di questi risultati, i patch test al titanio erano tutti negativi, a dimostrazione che la manifestazione dermatologica è solo una delle possibili reazioni. Il test LTT mostra, invece, sia la sensibilizzazione che dà reazioni dermatologiche che non-dermatologiche, senza esporre il paziente a sensibilizzazione per esposizione diretta.

Il test LTT-MENSA è stato ripetuto dopo la rimozione delle protesi in titanio, rivelando una negativizzazione a cui ha fatto fronte un netto miglioramento dei sintomi.

Un quarantacinquenne con CFS, impedimento cognitivo, tremore simile a Parkinson e grave depressione, che gli impedivano di lavorare, era fortemente allergico al titanio e sei mesi dopo la rimozione dei perni odontoiatrici, è migliorato al punto di poter tornare al lavoro.

Fonte: www.melisa.org

 

Odontotecnici a Convegno - Soluzioni alla tossicità dei metalli in odontotecnica

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Convegno odontotecnici - Soluzioni alla tossicità dei metalli i odontotecnica

Presentazione del convegno "Soluzioni alla tossicità dei metalli in odontotecnica"

ConfartigianatoCuneo

Presentazione del convegno "Soluzioni alla tossicità dei metalli in odontotecnica" (rubrica Parliamo con... - Telegranda)

Last Updated (Wednesday, 11 May 2011 21:21)

 

La Zirconia inadatta come materiale protesico, lo conferma uno studio Usa

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Uno studio pubblicato sul numero di settembre 2009 del Journal of the American Ceramic Society condotto dagli studiosi  Jérôme Chevalier, Laurent Gremillard, Anil V. Virkar, David R. Clarke conferma che l’utilizzo della zirconia nel campo biomedico, quindi anche nel settore delle protesi odontoiatriche, non è così indenne da problemi come riportato dalle aziende che distribuiscono i materiali odontoiatrici sulle proprie schede di sicurezza.
All’interno della nostra bocca infatti sono presenti particolari condizioni di temperatura, associata alla presenza della saliva e delle mucose che fanno perdere alla lega quelle proprietà che ne hanno motivato l’uso.
Lo studio, che si intitola “The Tetragonal-Monoclinic Transformation in Zirconia: Lessons Learned and Future Trends”, conferma conclusioni cui già altri studi condotti su animali erano giunti, cioè la pericolosità per la salute delle protesi in zirconia. Sempre più frequenti sono infatti i casi di danni alla salute provocati dal potenziale elettrochimico di manufatti protesici e per i quali solo l’informazione che a fatica si cerca di diffondere può contribuire ad identificarne la vera causa.
Le ceramiche di ossido di zirconio, o zirconia, trovano ampia applicazioni in una varietà di energia e di campi, dall’energia alla biomedicina per le particolari proprietà di robustezza, resistenza alle rotture, la conduttività ionica e la bassa conduttività termica. Queste interessanti proprietà sono in gran parte legate alla stabilizzazione in fase tetragonale e cubica attraverso la lega con ioni aliovalenti. La grande concentrazione di siti vuoti introdotto per compensare la carica della lega aliovalente è responsabile sia della conduttività ionica eccezionalmente elevata che della conduttività termica eccezionalmente bassa, indipendente dalla temperatura. L’elevata resistenza alla rottura mostrata da molte ceramiche di zirconia è attribuita al legame che si crea nella la transizione da fase tetragonale a monoclina e la sua uscita durante la propagazione della frattura. In altre ceramiche di zirconia contenenti la fase tetragonale, la tenacità elevata è associata alla commutazione di dominio ferroelastica. Tuttavia, molte di queste caratteristiche interessanti della zirconia, specialmente la resistenza alle fratture e la rigidità, sono compromessi dopo una prolungata esposizione al vapore acqueo a temperature intermedie (~ 30 ° -300 ° C) secondo un processo denominato low-temperature degradation (LTD), cioè degrado a bassa temperatura, identificato per la prima volta più di vent’anni fa. Ciò vale in particolare per l’ossido di zirconio in applicazioni biomediche, come protesi d'anca e protesi dentali. Esistono minori evidenze circa la possibilità che lo stesso processo possa verificarsi anche nella zirconia utilizzata in altre applicazioni, per esempio, i rivestimenti termici di zirconia, dopo lunga esposizione alle alte temperature. Sulla base dell'esperienza acquisite con gli insuccessi delle teste femorali in zirconia, così come gli studi sul degrado a bassa temperatura, è dimostrato che molti dei problemi legati a tale degrado possono essere mitigati dalla scelta appropriata della lega e / o dal controllo di processo.
L’alternativa proposta da anni in Italia dall’odontotecnico Rosario Muto e quella di utilizzare non la zirconia ma le leghe preziose rese biocompatibili, o, come si può dire inertizzate, grazie un trattamento chiamato TTSVGEL che è in grado di rendere innocue le protesi (www.odontotecnicanaturale.it).
 
Lo studioso Jérôme Chevalier aveva già pubblicato nel 2005 un articolo dal titolo “Quale futuro per zirconio come un biomateriale?” e che aveva lo scopo di rivedere ed analizzare le attuali conoscenze in materia a riguardo alla performance di lungo termine degli impianti femorali al fine di distinguere i fatti scientifici e della speculazione.
Lo studio prese le mosse dai casi di fallimento delle teste femorali del 2001-2002 e dalle forti controversie sul futuro della zirconia come biomateriale.
Siccome la zirconia distribuita da diverse aziende ha subito processi di lavorazione relativi alla microstruttura diverse, vi è la necessità di valutare la loro sensibilità al passare del tempo con l’ausilio di tecniche accurate ed avanzate in modo da aggiornare gli standard ISO, in particolare per guadagnare la fiducia dei medici.
 
E’ possibile leggere l’abstract dei due  studi visitando  il seguente link:
 
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1551-2916.2009.03278.x/abstract
 
http://www.sciencedirect.com/science?_ob=ArticleURL&_udi=B6TWB-4H21NC5-2&_user=10&_coverDate=02/28/2006&_rdoc=1&_fmt=high&_orig=search&_origin=search&_sort=d&_docanchor=&view=c&_acct=C000050221&_version=1&_urlVersion=0&_userid=10&md5=a2f80e96956cb46c0d4c8b5c87ab3aaa&searchtype=a
 
Di seguito riportiamo l’abstract originale in inglese:
 
Zirconia ceramics have found broad applications in a variety of energy and biomedical applications because of their unusual combination of strength, fracture toughness, ionic conductivity, and low thermal conductivity. These attractive characteristics are largely associated with the stabilization of the tetragonal and cubic phases through alloying with aliovalent ions. The large concentration of vacancies introduced to charge compensate of the aliovalent alloying is responsible for both the exceptionally high ionic conductivity and the unusually low, and temperature independent, thermal conductivity. The high fracture toughness exhibited by many of zirconia ceramics is attributed to the constraint of the tetragonal-to-monoclinic phase transformation and its release during crack propagation. In other zirconia ceramics containing the tetragonal phase, the high fracture toughness is associated with ferroelastic domain switching. However, many of these attractive features of zirconia, especially fracture toughness and strength, are compromised after prolonged exposure to water vapor at intermediate temperatures (∼30°–300°C) in a process referred to as low-temperature degradation (LTD), and initially identified over two decades ago. This is particularly so for zirconia in biomedical applications, such as hip implants and dental restorations. Less well substantiated is the possibility that the same process can also occur in zirconia used in other applications, for instance, zirconia thermal barrier coatings after long exposure at high temperature. Based on experience with the failure of zirconia femoral heads, as well as studies of LTD, it is shown that many of the problems of LTD can be mitigated by the appropriate choice of alloying and/or process control.

Last Updated (Friday, 22 October 2010 10:09)

 
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